Baby Driver, il regista Edgar Wright: “Questo film per me è come un Cavallo di Troia”

Baby Driver è l’ultimo film del pazzo cineasta britannico Edgar Wright, un mix energico di dramma, commedia e azione che non mancherà di sbalordire il pubblico. Aspettando l’uscita nelle nostre sale il 7 settembre, abbiamo incontrato il regista a Roma dove ha raccontato del lavoro con il magnifico cast e dell’imminente lavoro di giurato nella 74esima edizione del Festival di Venezia.

Fonte: Collider

Baby, protagonista del tuo nuovo film Baby Driver, sembra essere una summa dei personaggi precedenti presenti nella tua filmografia, ma in qualche modo è più consapevole della sua realtà. Era una scelta voluta o meno?

In un certo senso sì, ma non del tutto perché ricerco una certa maturità in ogni film. Qui però a differenza dei miei lavori precedenti avviene un fenomeno inverso, il protagonista da giovane criminale vuole poi condurre un’esistenza normale all’insegna dell’innocenza. Anche se è molto giovane di età è un professionista nel suo lavoro.

Uno dei punti di forza dei tuo film è sempre stato il finale, questa volta sembra invece che tu abbia imboccato una via più convenzionale. Era un finale scelto fin dalla prima stesura o è cambiato nel tempo?

Il finale è sempre stato quello fin dall’inizio, però forse è vero che rispetto ai precedenti film questo ha una chiusura con una morale più presente. Volevo che il protagonista si responsabilizzasse.

Come è stato lavorare con un cast che conta dei nome di altissimo livello?

È stato straordinario, tutti sono straordinari, è la verità. A volte quando lavori con grandi nomi è perché si sta parlando di camei, qui invece no, ci sono grandi attori tutti nella stessa stanza. Mentre giravamo con Jamie Foxx e Kevin Spacey ho detto al mio direttore della fotografia “Guarda, un’inquadratura da doppio Oscar!”. Devo dire poi che quando si parla di lavorare con altri grandi attori sono tutti molto rispettosi, tutti ammiratori gli uni degli altri. Ad esempio quando c’era una scena di Kevin Spacey, Jamie Foxx lo guardava come se fosse al cinema, fondendosi la scena. A volte è capitato anche a me, dimenticavo di essere il regista, ma fortunatamente tornavo presto in me.

Al contrario di Scott Pilgrim vs the World, avete pensato ad una trasposizione dal film al fumetto?

Sarebbe interessante, però no, è comunque un procedimento che richiede tempo. Con Simon Pegg abbiamo fatto una cosa simili con uno zombie de L’alba dei morti dementi.

edgar wright baby driver
Fonte: Collider

I tuoi film fino ad ora sono stati caratterizzati da una certa anarchia, come ti sei accordato con la Sony per la produzione di Baby Driver?

Direi che forse arrivato al quinto film ho trovato la mia strada. Una volta venivo definito come regista indipendente, forse ora posso essere visto un po’ più mainstream, ma non lascio mai i miei elementi principali. Con Baby Driver il trucco è stato attirare l’interesse del pubblico generico, per poi stupirlo con sorprese inattese. Questo film per me è come il Cavallo di Troia: da una parte mi esprimo fuori dal seminato, ma in un pacchetto più commerciale. Alcuni registi dicono “Questo film l’ho fatto per me, questo per gli studios.”. Con Baby Driver posso dire di aver fatto un film per entrambi.

Come è avvenuta la scelta della meravigliosa soundtrack?

Senza i brani giusti non riesco a scrivere, quindi prima di mettermi a tavolino devo avere il brano giusto. Questo significa che al momento della stesura ho già il 90% della colonna sonora già scelta. Le musiche sono state aggiunte dopo poi, volevo che il cast sentisse i brani sul set per rendere la recitazione una coreografia.

Come affronterai il tuo ruolo nella giuria della Mostra del Cinema di Venezia?

Ho esperienza come giurato al Sundance Film Fest al quale ho partecipato due anni fa. Mi piace come giurato il fatto di vedere film che magari non vedrei al cinema e che a livello internazionale non avranno circuiti distributivi. Cercherò di essere il più obiettivo possibile, questo sarà il mio compito.

 

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Martina Barone

Martina Barone è nata a Roma nel 1996. Appena diplomata al Liceo Classico Pilo Albertelli, è pronta a seguire all’università corsi inerenti al cinema e tutti i suoi più vari aspetti. Ama la settima arte in tutte le sue forme, la sua capacità di trasporti in luoghi lontani e diversi e di farti immergere in storie sempre nuove. Ama poterne parlare e poterne scrivere. COLLABORATRICE SEZIONE CULTURA

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