La favola del Leicester, un capolavoro italiano
A 6 giornate dal termine, e a +7 dal Tottenham secondo, il Leicester City di Claudio Ranieri è ogni giorno che passa più vicino a vincere il suo primo e storico titolo, avendo fatto sognare per un anno intero non solo la decima città del Regno Unito, ma anche gli appassionati di calcio del mondo intero. Abbiamo provato a trovare una spiegazione a quanto stia accadendo in Premier League, e se un giorno potremmo mai vederlo anche nella nostra Serie A.
26 uomini a servizio di uno solo

«Siamo un piccolo club che sta mostrando al mondo cosa si può raggiungere con lo spirito di squadra e la motivazione. 26 giocatori, 26 cervelli diversi, ma un solo cuore». Questo piccolo estratto della lettera scritta dal tecnico delle foxes, Claudio Ranieri, la dice lunga su quello che ha fatto e che sta realmente facendo questa “piccola compagine” delle Midlans Orientali. Arrivato in sordina la scorsa estate, l’ex allenatore di Roma, Inter e Juventus, aveva il semplice compito di portare il club ad una salvezza tranquilla, vista la travagliata stagione dello scorso anno, quando il Leicester si salvò dalla retrocessione solo nelle ultime giornate. Giorno dopo giorno, però, il tecnico è riuscito a creare non solo un gruppo di giocatori ma anche di uomini, disposti a lottare per raggiungere un traguardo storico, e a sacrificarsi l’un l’altro per raggiungerlo. Emblematico è il simpatico aneddoto post-gara che Ranieri racconta nella lettera: «Come col Crystal Palace, quando ho promesso la pizza per tutti in caso di rete inviolata. E infatti, “clean sheet”. Così li ho portati in pizzeria, ma gli ho detto di farsele da soli».
Il trionfo della tattica

Cinque delle ultime sei partite, sono terminate per 1-0 in favore delle foxes, testimoniando la solidità difensiva, e la forza tattica che il 65enne romano è riuscito a dare a questo manipolo di 11 giocatori.
Il club del magnate thailandese Vichai Raksriaksorn è la perfetta trasposizione calcistica del contropiede, appena riconquistata la palla dopo un forsennato pressing, gli uomini di Ranieri riescono a ripartire in velocità e, con pochi tocchi, a trovarsi di fronte alla porta avversaria, soprendendo le lente e mai compatte difese inglesi avversarie. Ranieri dall’alto della sua infinita esperienza, ha subito trovato una contromossa al gioco offensivo e fisico della Premier, sistemando prima una difesa sì lenta, ma rendendola perfetta nei posizionamenti , per poi orchestrare movimenti perfetti e sincronizzati dei suoi attaccanti, su tutti Vardy e Marhez, autori rispettivamente di 19 gol e 6 assist, e di 16 gol e 11 ultimi passaggi.
La rivincita dei “Normali”
«Giocatori che erano considerati troppo piccoli o lenti per altri grandi club. Kantè, Vardy, Morgan, Drinkwater, Mahrez. Quando sono arrivato il mio primo giorno di allenamento e ho visto la qualità di questi giocatori, ho capito quanto bravi sarebbero potuti essere». Scrive così Ranieri sempre nella sua lettera, elencando i nomi dei principali protagonisti della cavalcata del Leicester, casi simbolici, di vera e propria rivincita personale. L’attaccante inglese Jamie Vardy , fino a qualche anno fa, lavorava in fabbrica e giocava nel Fleetwood Town, mentre oggi è capocannoniere del campionato, e nuovo bomber della nazionale dei 3 leoni.

Ryad Marhez, nazionale algerino, venne scartato inizialmente perché troppo gracilino, per poi rilanciarsi nel Le Havre in serie b francese dove ottenne discreti risultati che lo portarono ad essere acquistato per 450,000 euro dalle foxies nell’estate del 2014, dove si sarebbe poi consacrato come esterno offensivo dalle enormi qualità tecniche. Ma se c’è un “caso-simbolo” di riscatto personale, quello di N’golo Kantè sembra essere il più azzeccato. Messosi in luce anche lui nella Ligue 2 con il Caen, il franco-congolese era considerato troppo piccolo e con poche qualità tecniche, ma la voglia e la fame che Kante ha sempre avuto, lo hanno portato ad essere un centrocampista moderno eccezionale, perfetto intenditore, vero e proprio motorino dalle infinite riserve di energia, autentico faro della metà campo dello scacchiere di Claudio Ranieri.
Un sogno esclusivamente Inglese?
Molti si chiedono a quale squadra italiana possa assomigliare il Leicester, e se soprattutto ne vedremo mai una apparentemente medio-bassa, vincere il campionato italiano, dominato da sempre dalle grandi compagini, vedi Juve, Milan ed Inter.

E’ difficile se non impossibile trovare infatti un “Leicester italiano”, vista la differenza nelle possibilità economiche, dettate dagli gli introiti dovuti ai diritti tv delle compagini inglesi, molto più alte rispetto a quelle incassate dai club di Serie A. L’unica realtà che forse più assomiglia a quella inglese può essere rappresentata dal Sassuolo, che quest’anno potrebbe entrare in Europa League, essendo ad 1 punto dal Milan sesto in classifica e in crisi. I neroverdi, squadra giovane e ricca, crescono anno dopo anno, grazie ad un progetto tecnico guidato da un buon tecnico (Di Francesco), ed ai continui investimenti fatti dal patron Squinzi. Tuttavia, le possibilità di vedere un “Leicester made in Italy” restano pochissime, ma il calcio è fatto di sogni e favole, e nessuno si aspettava che una città di 285’000 abitanti, decima in Inghilterra, potesse vivere questo sogno. La speranza quindi, è quella di poter vivere un sogno del genere, un giorno, anche in Italia.
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