Come cambia la Serie A: le bocciate del calciomercato
Anche questa sessione di calciomercato è terminata, con il gong suonato alle 23 del 31 agosto che ha chiuso tutte le trattative. Ora è tempo di bilanci, per provare ad individuare le squadre che hanno operato meglio, e quelle che lo hanno fatto nel modo peggiore, in questa sessione di mercato. Analizziamo insieme quali sono le società che hanno deluso in Serie A, quelle che non hanno entusiasmato né i tifosi, né tantomeno la critica. Quali sono le bocciate del calciomercato?
Tortura cinese.
La capofila delle bocciate è il Milan. A Milano le premesse erano state entusiasmanti: con il passaggio di proprietà cinese, erano attesi ingenti investimenti per il mercato rossonero. Ma tutto ciò non è avvenuto, o meglio, avverrà nel prossimo futuro. Il Milan è stato essenzialmente ostaggio delle trattative lunghe ed estenuanti tra Berlusconi e la cordata cinese, che hanno portato ad un immobilismo snervante e all’impossibilità di investire soldi sul mercato. A farne le spese sono stati Montella, Galliani e, soprattutto, la squadra stessa.
Gustavo Gòmez, Josè Sosa, Lapadula, Vangioni e Mati Fernandez, sono gli acquisti dei rossoneri effettuati in questo mercato. Nomi per nulla altisonanti, e che, ovviamente, non hanno stuzzicato le fantasie dei tifosi; proprio quest’ultimi, tra proteste e record in negativo di abbonamenti, hanno fatto sentire il loro dissenso più che legittimo, considerata la tradizione vincente e prestigiosa del Milan, ormai solo un ricordo sbiadito di una squadra che è fuori dalle coppe da 3 stagioni.
La Milano rossonera dovrà aggrapparsi alle idee coraggiose di calcio propositivo di un buon tecnico come Montella, alla consacrazione di Niang, e alla permanenza di Bacca. Proprio il colombiano è stato sul mercato per due mesi, considerato prima “bancomat” per finanziare gli investimenti, e ora giocatore fondamentale, avendo segnato già 3 reti nelle prime due giornate di campionato.
La “maledizione” del terzo posto (e non solo).
Nel calcio, si sa, sono i risultati a fare la differenza, e spesso il calciomercato viene valutato in base al verdetto del campo, nel più breve tempo possibile. E’ forse – e sottolineiamo forse – il caso della Roma, che ha cominciato a dir poco male la stagione, vista l’eliminazione scottante e clamorosa dai playoff di Champions League. I motivi della disfatta giallorossa sono stati molteplici; dall’incomprensibile comportamento di De Rossi, alla sfortuna per gli infortuni di due perni dello scacchiere di Spalletti, come Rudiger e il neo-acquisto Mario Rui, passando anche per quella maledizione che colpisce un po’ tutte le squadre italiane nei preliminari, visto che soltanto il Milan, negli ultimi anni, è riuscito a qualificarsi alla fase a gironi del massimo torneo continentale.
Queste sono tutte attenuanti giuste. Bisogna considerare, però, senz’altro anche le scelte di mercato fatte dai giallorossi, condannate da molti come discutibili e che, di fatto, non hanno potenziato la rosa. Gap dalla Juve non ridotto, e accesso negato nel calcio europeo che “conta”, una disfatta anche e soprattutto dal punto di vista economico: fondamentale per una società che deve fare i conti con il Fair Play finanziario imposto dalla Uefa, ma che ultimamente sembra essere rispettato da pochissime società.
Sabatini, Spalletti e gli uomini di mercato giallorossi, hanno scelto di non sostituire di fatto un giocatore dalle indiscusse qualità tecniche come Pjanic, ceduto alla Juventus, con un altro giocatore di quel tipo, bensì puntando sul recupero di Strootman, giocatore importante, ma totalmente diverso dal bosniaco. Altra scelta, AL MOMENTO discutibile e rischiosa, è stata quella di puntare ancora su Dzeko, o forse sull’investimento fatto lo scorso anno, che per ora non ha ripagato. Ma forse, nonostante tutto, è ancora presto per dirlo.
I principali sforzi sono stati fatti per sistemare la difesa, acquistando giocatori come Fazio, che arriva da due stagioni di anonimato, Vermaelen, reduce da più presenze nell’infermeria che sul campo, da Juan Jesus, gregario dell’Inter, e da Mario Rui, forse il colpo più azzeccato in difesa. E’ chiaro, non è facile giudicare adesso il valore dei giallorossi, ma quello che appare evidente agli occhi di tutti è il calciomercato al di sotto delle aspettative, per una Roma che è chiamata da subito a cambiare una stagione cominciata nel peggior modo possibile.
Bielsa, keita e il paradosso del mercato.
Dire che l’estate della Lazio sia stata travagliata è dir poco, anzi pochissimo. A prendersi la scena sono stati in primis Bielsa, il caso Keita, tutt’ora irrisolto, ma soprattutto il fatto che la Lazio abbia paradossalmente speso più soldi nel mercato nell’era Lotito, finanziandosi con la cessione di Candreva, che di fatto non è stato sostituito. Proprio da qui, dalla vicenda che ha portato la cessione dell’esterno di Tor De Cenci all’Inter, bisognerebbe partire per giudicare il calciomercato biancoceleste, un mercato, di fatto, “senza lode e senza infamia”. Risale a gennaio, l’interessamento e il conseguente accordo verbale tra Candreva e i nerazzurri, che lo avrebbero poi prelevato per 22 milioni più bonus a fine luglio.
I biancocelesti avevano puntato prima Thauvin, poi N’tep, Dirar, e, infine, Luis Alberto, trequartista spagnolo che può fare anche l’esterno, arrivato sulla carta per sostituire il nazionale italiano. L’operazione Immobile risulta essere eccellente per il rapporto qualità-prezzo, così come il colpo Bastos; ma Wallace, Lukaku e Leitner rappresentano scommesse di un mercato della Lazio che, come di consueto, non regala sogni e speranze ai tifosi. Mai come quest’anno, dopo il disastro Bielsa e la stagione scorsa tutt’altro che positiva, il calciomercato doveva rappresentare, da una parte, il trampolino di rilancio, e, dall’altra, uno strumento per riappacificare una tifoseria sempre più spaccata in due, e pronta a disertare definitivamente un Olimpico semivuoto, oltre che ad abbandonare la dirigenza.
Squadra che vince si indebolisce.
La nostra ultima squadra bocciata del calciomercato, è senza ombra di dubbio la Fiorentina, che ha preferito confermare i giocatori della passata stagione, eccezion fatta per Alonso, soprattutto per ragioni di bilancio. La riconferma di Tello, che aveva fatto bene nella seconda metà di stagione, risulta la migliore operazione in entrata dei viola, avendo poi acquistato giocatori di contorno, su tutti Sanchez, Dragowski, De Maio e la scommessa Toledo, che non hanno per nulla aumentato di qualità il valore della rosa.
Le cessioni di Rossi e Gomez, con il conseguente risparmio di 14 milioni lordi, sembravano spalancare le porta al ritorno di Jovetic, ma la non volontà reciproca di Inter e Fiorentina a fare sacrifici per pagare lo stipendio del montenegrino, ha congelato quella che poteva essere un’ottima operazione di mercato condotta da Corvino. Proprio il DS viola, tornato quest’anno a Firenze, ha fatto forse il massimo che si poteva fare, considerando lo scarso budget.
Critiche fondate e legittime, inoltre, per la cessione eccellente di Marcos Alonso, venduto sì per 27 milioni al Chelsea, ma sostituito da Maxi Oliveira, esterno arrivato dal Penarol, che dovrà dimostrare di essere all’altezza di uno dei perni di Sousa della scorsa stagione.
L’impressione finale è che la rosa si sia indebolita, e se sarà complicatissimo puntare alla zona Champions, non sarà facile nemmeno confermare il quarto posto delle ultime stagioni.
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