Chi è Sergio Mattarella, il nuovo Presidente della Repubblica
Alla quarta votazione ce l’hanno fatta. Il Parlamento in seduta comune, insieme ai delegati delle regioni, ha eletto il nuovo Presidente della Repubblica: Sergio Mattarella. Superando di gran lunga la quota minima di 505 voti (665 quando sono state scrutinate 995 preferenze su 1009), il nuovo inquilino del Quirinale succede al “regno” di nove anni di Giorgio Napolitano.
Figlio d’arte (il padre, Bernardo, è stato più volte ministro Dc tra gli anni ’50 e ’60) il Capo dello Stato in pectore è stato fratello di Piersanti, assassinato da Cosa Nostra mentre era presidente della Regione Sicilia. Deputato dal 1983 al 2008, vicino alla corrente morotea della Democrazia Cristiana, Mattarella è stato relatore della famosa legge di riforma elettorale che il politologo Giovanni Sartori definì Mattarellum.
Nel 1990 si dimise da Ministro dell’Istruzione del governo Andreotti in dissenso con la legge Mammì.
Con Massimo D’Alema Presidente del Consiglio, fu prima Vicepresidente e poi Ministro della Difesa.
Dal 2011, invece, atterra alla Corte costituzionale.

Mentre tutti festeggiano e mentre si contano i feriti in Forza Italia e nelle opposizioni, anche se è stato eletto alla massima carica dello Stato “un galantuomo” ci sono degli interrogativi che meritano di essere riassunti e che, per ora, in alcuni casi non hanno avuto risposta.
IL FIGLIO CHE LAVORA CON LA MADIA. Il Giornale, poche settimane fa, sottolinea l’ascesa lavorativa del figlio del neo Presidente nello staff del ministro renziano Marianna Madia: «Il primogenito, Bernardo Giorgio, è capo dell’ufficio legislativo del dipartimento della Funzione pubblica, cioè è un uomo di punta dello staff del ministro Maria Anna Madia. Lo rivela anche il compenso: 125mila euro annui lordi. Un caso? Certamente no. Bernardo Giorgio Mattarella (scriviamo il nome per esteso per evitare confusioni con il cugino omonimo, manager di Invitalia) è un superesperto di diritto amministrativo. Maturità classica con 60 sessantesimi e menzione dopo il liceo dai Padri Gesuiti del Gonzaga di Palermo, 110 e lode in Giurisprudenza nell’ateneo del capoluogo siciliano, ha seguito le orme paterne nell’ambito universitario (non in quello politico). Mattarella junior è infatti ordinario amministrativista all’Università di Siena, è condirettore del Master in management della Pa della Luiss di Roma e, prima di entrare nello staff della Madia, insegnava anche alla Scuola superiore della pubblica amministrazione».
LA NOMINA DI CARMINE VOLPE. Il magistrato Alessio Liberati, dalle colonne del suo blog su Il Fatto Quotidiano, aggiunge un ulteriore tassello, chiedendo chiarezza in merito ad un’altra questione che tocca da vicino il successore di Napolitano: «Già tempo fa avevo scritto a proposito di una vicenda che lo riguarda, come presidente di commissione dell’organo di autogoverno dei giudici amministrativi, esprimendo alcune perplessità. In tale occasione evidenziavo come tale commissione avesse conferito un incarico da 200 mila euro ad un consigliere di Stato (Carmine Volpe) che, a mio avviso, aveva dichiarato il falso in merito all’esistenza di indagini penali a suo carico, auspicando che si facesse chiarezza anche sul ruolo avuto dal prof. Mattarella».
«Il consigliere di Stato beneficiario dell’incarico – continua Liberati – è stato rinviato a giudizio per diffamazione (proprio per quei fatti per cui era già all’epoca indagato, circostanza che negò espressamente e sulla quale la commissione Mattarella non fece accertamenti), ed è oggi anche oggetto di un procedimento penale proprio per la falsa affermazione resa in tale occasione».
IL FRATELLO ANTONINO. Mattarella, oltre al defunto Piersanti, ha anche un altro fratello: Antonino. Quest’ultimo, alla fine degli anni Novanta, è finito invischiato in un’inchiesta della procura di Venezia per riciclaggio di denaro sporco e associazione mafiosa.
Secondo la ricostruzione di Andrea De Gasperis, allora sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Roma, Antonino Mattarella, insieme al commercialista trapanese Giuseppe Ruggirello, avrebbe fatto arrivare a Cortina d’Ampezzo una somma importante di soldi sporchi, «riconvertendo in multiproprietà alcuni grandi alberghi».
Tra gli indagati finirono anche Enrico Nicoletti, il “cassiere” della banda della Magliana, Riccardo Lo Faro, legale rappresentante della “Cortina Sport”, proprietaria di una delle strutture acquisite (l’hotel Mirage), e un imprenditore di Frosinone, Mario Chiappisi.Il procedimento venne poi archiviato nel 1996 per mancanza di prove. «Indagine chiusa – precisa Tommaso Montesano su Libero – per mancanza di prove sulla presunta provenienza illecita del denaro».
I BUONI BENZINA. Sul nuovo Presidente della Repubblica pesa poi anche la confessione di aver accettato, nel 1992, un contributo elettorale di tre milioni di lire – sotto forma di buoni benzina – dall’imprenditore agrigentino Filippo Salamone, condannato per concorso in mafia. I magistrati però non riuscirono a provare le accuse di Salamone, che sosteneva di avergli consegnato di persona 50 milioni di lire: 40 in contanti e 10 in buoni-benzina. Mattarella è stato quindi assolto dai giudici. La motivazione, sostiene Marco Travaglio a Servizio Pubblico, è che: «la legge puniva solo i finanziamenti in nero sopra i 5 milioni».
LA TRATTATIVA STATO-MAFIA. Dopo Napolitano, Mattarella potrebbe essere il secondo inquilino del Colle a testimoniare nel processo sulla Trattativa Stato-Mafia. L’avvocato Basilio Milio, difensore degli ex ufficiali del Ros, Mario Mori e Antonio Subranni, lo ha infatti citato come teste.
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