Comunali Napoli: intervista a Raimondo Pasquino, candidato sindaco per il Terzo Polo.

Parliamo quest’oggi con Raimondo Pasquino, Rettore dell’Università di Salerno candidato sindaco del Terzo Polo. Molti hanno definito la sua candidatura come lo specchio di ciò che il Terzo Polo potrebbe realizzare a livello nazionale. Una sorta di esperimento prima del “debutto” alle politiche. Un test sul campo. Pasquino, infatti, si sbilancia: «Il progetto politico del Terzo Polo è nazionale. A Napoli ci sono le condizioni perché ciò si realizzi». Si definisce, a dispetto di chi l’accusa di avere sangue calabrese: « il candidato che vive da più tempo a Napoli. Qui venni ad abitare più di quarantotto anni fa con la mia famiglia, perché con mio fratello studiavamo alla Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II». Promette serietà ed una politica con la P maiuscola. Sarà vero?

Quali sono le ragioni che l’hanno spinta a candidarsi?

«Lavorare affinché Napoli torni a essere un fondamentale punto di riferimento per l’Europa. Quando il Presidente Casini mi ha chiesto di candidarmi alla guida del Comune di Napoli, gli ho risposto che avrei accettato solo se avessi potuto presentare una mia lista civica aperta al mondo delle professioni, dei giovani, del sociale, delle donne e della cultura, con personalità che, ne sono certo, contribuiranno a dare una svolta a questa città. L’entusiasmo che sto raccogliendo, da Scampia al Vomero, mi convince sempre più che i cittadini vogliono riappropriarsi di Napoli e solo con loro potremo finalmente governare bene questa città».

Il candidato Di Monda l’accusa di non essere un “napoletano verace” poiché è nato a Catanzaro. Cosa si sentirebbe di dire per rispondere a tale provocazione?

«Credo di essere il candidato che vive da più tempo a Napoli. Qui venni ad abitare più di quarantotto anni fa con la mia famiglia, perché con mio fratello studiavamo alla Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II. Abbiamo abitato in via Calata San Severo, poi ci siamo trasferiti a Fuorigrotta e, ora, la mia casa è al Vomero. Faccio ogni giorno il pendolare per andare al Campus di Fisciano, dove ha sede l’Università di Salerno, che ho la fortuna di dirigere dal 2001. Abbiamo 40 mila iscritti, 10 facoltà, 71 corsi di studio e numerosi centri di ricerca. È il terzo polo universitario del Mezzogiorno».

Un giudizio sugli altri candidati?

«C’è un trasversalismo che ci fa paura. Leggiamo sui giornali che c’è un candidato che incontra la giunta comunale ancora prima che siano svolte le elezioni. Questa è un’offesa ai cittadini che devono ancora esprimere la loro preferenza elettorale. Lo stesso candidato promette che in un mese attuerà gran parte dei 72 punti del suo programma. Sembra Mandrake. Se così fosse non avremmo bisogno di far governare un sindaco per cinque anni, basterebbe qualche mese per risolvere tutti i problemi di Napoli».

Parliamo di programmi: nucleare o energie rinnovabili? Motivi la sua scelta.

«Nell’Università di Salerno abbiamo da tempo fatto una scelta per le energie rinnovabili. Su questo punto la strategia indicata nel programma prevede di favorire l’acquisizione di incentivi economici statali per il risparmio energetico e per aumentare la qualità dell’ambiente; agevolare interventi per migliorare l’isolamento termico degli edifici; agevolare l’adozione di sistemi impiantistici alimentati da fonti rinnovabili, impianti fotovoltaici e solari termici; adeguamento energetico e funzionale del sistema di illuminazione pubblica attraverso la realizzazione di nuovi punti luce e il miglioramento della rete esistente con l’installazione di nuove e più efficienti lampade; riduzione delle emissioni stabilite dal protocollo di Kyoto, grazie allo sviluppo di energia da fonti rinnovabili e all’utilizzo del gas naturale; favorire l’acquisizione degli incentivi statali per l’uso del fotovoltaico condominiale; snellimento della burocrazia per l’installazione di fonti di energia rinnovabile».

L’annoso problema dei rifiuti. Sicuramente il successore della Iervolino dovrà dare una forte risposta a questo problema. Lei che progetti ha in tal senso? Non mi dica che è favorevole agli inceneritori…

«Non è possibile di fare un inceneritore a Napoli Est che è l’area tra le più inquinate nella classificazione nazionale. La strategia da seguire credo sia quella di ridurre all’origine la generazione di rifiuti e di imballaggi; riciclare la maggior parte dei “materiali post consumo”; premialità per i cittadini, passando dalla tassa alla t ariffa commisurata alle quantità di rifiuti indifferenziati conferiti allo s maltimento; massimizzare la raccolta differenziata estendendo la raccolta porta a porta dando più valore alle municipalità; gestire la filiera del riciclaggio-riutilizzo e completare la filiera impiantistica; individuazione di uno o più siti destinati agli impianti di trattamento della frazione umida sul territorio comunale a servizio del Comune; risparmio delle risorse interne (consumi materiali) negli uffici e nelle scuole comunali e pubbliche; diffusione di sistemi di distribuzione con erogatore “alla spina”; promozione della filiera corta; ricorso ad acquisti verdi da parte del Comune; sostituzione, nell’ambito del settore  della ristorazione collettiva (mense scolastiche e aziendali) di bicchieri e stoviglie monouso non riciclabili, con quelli in materiale biodegradabili; campagne di educazione  e comunicazione ambientale sulla prevenzione dei rifiuti».

Incognita camorra. Secondo lei come si potrebbe – anche in una realtà locale come Napoli – sciogliere il nodo indissolubile che c’è tra la criminalità organizzata e il potere politico?

«Ho sottoscritto il “Protocollo etico di legalità per la città di Napoli”, che è stato stilato da Futuro e Libertà. Nelle attività comunali vorremmo che non ci fossero persone che hanno problemi con la giustizia. Purtroppo, leggendo i giornali vediamo che così non è stato per qualche candidato. Mi meraviglio che gli altri candidati non abbiamo ancora dato la loro adesione a questo documento. È un testo importante anche alla luce di ciò che sta avvenendo in Parlamento, dove si sta approvando la prescrizione breve sotto il nome di processo breve. Il codice etico mette una barriera morale e politica. Non è un messaggio strumentale o un’iniziativa di partito. I cittadini devono riacquistare fiducia nella politica».

La città eco sostenibile che immagina Raimondo Pasquino?

«Realizzare in ogni Municipalità polmoni di verde attrezzato, curati dal Comune, da altre istituzioni e da associazioni di cittadini. Rendere fruibile il verde nascosto. Valorizzare Nisida con l’istituzione di un parco marino che diventi un attrattore turistico oltre che accogliente polmone cittadino. L’acqua potabile è bene pubblico da salvaguardare e utilizzare secondo i principi dello sviluppo sostenibile. Bisogna ridurre tutti gli sprechi, migliorare e monitorare la rete, salvaguardare la qualità delle acque da tutte le cause di inquinamento. Completare il ciclo di bonifica e di disinquinamento delle acque marine per ampliare l’area e il livello di balneazione. Affrontare il dissesto idrogeologico della città intervenendo sulla rete fognaria e sulle deficienze dei principali collettori. Per le scuole e gli uffici pubblici, investire per il riciclo e il riuso delle acque piovane. Potenziare il  parco veicolare ecologico e ampliare gli orari di servizio. Sostenere la mobilità collettiva ed ecocompatibile (car pooling, bike- car sharing e taxi collettivi); tentare di realizzare una cintura verde che circoscrivi e attraversi lo spazio urbano».

Progetti per la mobilità? E per l’urbanistica?

«Eliminazione delle buche e degli avvallamenti stradali a partire dalle strade di accesso alla città; riorganizzazione dei flussi di circolazione, con monitoraggio elettronico delle corsie preferenziali,  recupero della capacità stradale, dei marciapiedi e dei luoghi pedonabili; razionalizzazione e potenziamento dei parcheggi di interscambio e programmazione di nuove aree-sosta finalizzate al decongestionamento del traffico veicolare; completamento dei lavori dell’anello della metropolitana e delle stazioni di interscambio; ottimizzazione dell’uso del trasporto collettivo “su gomma” e  su “ferro”; apertura di nuove aree pedonali e zone a traffico limitato e videosorvegliate; attivazione di piste ciclabili da Capo Posillipo a Barra-San Giovanni; riorganizzazione del corpo dei Vigili urbani. È necessario, inoltre, approvare varianti al Piano regolatore generale e attivare zone franche urbane; rilanciare il ruolo propulsivo e strategico del Centro Direzionale; intervenire sull’area orientale con interventi di bonifica e riqualificazione».

Quale ruolo riveste la cultura nel programma di Raimondo Pasquino?

«Un ruolo fondamentale. È necessario valorizzare il nostro patrimonio archeologico e monumentale anche attraverso l’ampio utilizzo delle nuove tecnologie informatiche; realizzare distretti culturali con il coinvolgimento dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio San Pietro a Majella; aprire presidi culturali in ogni Municipalità attraverso la ridefinizione del ruolo e delle funzioni delle biblioteche comunali; ridurre le imposte comunali per quanti attraverso e con la cultura creano nuove opportunità di lavoro stabile e duraturo; riconvertire strutture comunali a Fabbriche della cultura date in comodato d’uso ad associazioni giovanili e istituzioni pubbliche e private operanti nei settori culturali; utilizzare il Forum delle Culture come volano di rilancio economico e culturale della città; valorizzare il circuito teatrale cittadino e realizzare studi cinematografici nell’area occidentale».

Un appello: perché i cittadini napoletani dovrebbero scegliere Raimondo Pasquino come sindaco di Napoli alle amministrative di maggio.

«Vogliamo restituire Napoli ai napoletani. Senza i cittadini questa città non si governa. Noi non vogliamo vivere, come nel passato, tra emergenze e leggi speciali. Il progetto politico del Terzo Polo è nazionale. A Napoli ci sono le condizioni perché ciò si realizzi. Noi siamo convinti che i risultati ci saranno. Vogliamo fare al meglio il nostro lavoro, senza risparmio, senza tregue. Restare sobri nello stile e nelle spese. Essere esigenti e affidabili. Rendere chiare le scelte e le decisioni. Gestire i soldi pubblici con efficacia, né come il buon padre di famiglia, né come un imprenditore interessato, ma come amministratore della cosa pubblica. È il nostro programma per una città diversa da quella che è oggi. Perché Napoli diventi capitale del Mediterraneo».

GLI ALTRI CANDIDATI SINDACI, INTERVISTATI PER VOI:

Roberto Fico, MoVimento 5 stelle.

Gianni Lettieri, Pdl.

Luigi De Magistris, Idv.

Raffaele Di Monda, Pin – Programma Innovazione Nazionale.

MATTEO MARINI

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Matteo Marini

Giornalista pubblicista, fondatore e direttore di Wild Italy. Ha collaborato con varie testate nazionali e locali, tra cui Il Fatto Quotidiano e La Notizia Giornale, ed è blogger per l’Huffington Post Italia. Nel 2011 ha vinto il Primo Premio Nazionale Emanuela Loi (agente della scorta di Paolo Borsellino, morta in Via d’Amelio) come “giovane non omologato al pensiero unico”. Studioso di Comunicazione Politica, ha lavorato in campagne elettorali, sia in veste di candidato che di consulente e dirige, da fine 2016, Res Politics - Agenzia di comunicazione politica integrata . DIRETTORE DI WILD ITALY.

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