Consultazioni 2018. Accordo M5S-Lega: vorrei, ma non posso!

Più una persona cerca di capire e seguire le Consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo e più si rende conto che il motto aleggiante è quello utilizzato fra due amanti clandestini, ma con un’intesa da capogiro: “Vorrei ma non posso!“.

Siamo tutti coscienti di alcuni dati analitici incontrovertibili: il 4 marzo scorso, a vincere le elezioni è stata la coalizione di centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia) con il 37% dei voti. Subito dietro il Movimento Cinque Stelle che ha raggiunto il 32%, il Partito Democratico di Renzi con il 18% e Liberi&Uguali per Grasso al 3%.

E’ logico che ad avere un primo incarico da Mattarella per verificare se ci siano le condizioni (e i numeri in Parlamento) per governare, debba essere il centrodestra, affinché possa verificare se le Camere siano disposte a votare un programma a trazione conservatrice, retriva e xenofoba. E’ chiaro poi che fare politica vuol dire smussare alcune posizioni, per avere “convergenze” (numeri) maggiori alla Camera e al Senato, ma è giusto che a farlo sia la coalizione guidata da Salvini e la lista di Di Maio. Non è che solo uno può cedere e l’altro no.

Questo ragionamento sarebbe troppo semplice, se uno non riesce a capire che lo schema è già tutto bello e fatto da settimane, da quando i partiti si sono “scongelati” per eleggere i presidenti di Camera e Senato.

Il Movimento Cinque Stelle e il Carroccio si amano come mai prima d’ora, stanno “inciuciando” come il PD e Forza Italia dei tempi d’oro. Nessuno di loro sta consultando le “basi” per sapere se i propri elettori sono contenti di queste intese “istituzionali”. Di Maio ha dettato una linea e alla luce delle nuove regole statutarie tutti devono accettarle e stare zitti e Salvini lo stesso.

Anche nel discorso al Quirinale, Di Maio ha espresso tutto il suo amore e la sua riconoscenza alla Lega, “con la quale siamo riusciti a rendere il Parlamento operativo“.

Cosa serve ancora per capire che i due vorrebbero amarsi, ovvero fare un governo, ma l’unico ostacolo da togliere è Berlusconi?
Salvini è inchiodato in un patto (gabbia) elettorale che gli sta stretto. Sa che se si dovesse tornare al voto, prosciugherebbe ancor di più i voti di Forza Italia, prospettiva di cui Berlusconi ha troppa paura. Quindi il Matteo del Nord vuole spingere per “diventare grande” e rottamare l’anziano signore condannato e l’amica Giorgia, così ininfluente.

Gli elettori leghisti si sono bevuti già tutto negli anni: la Secessione, il Federalismo, l’acqua del Po, la rivoluzione di Maroni. I nuovi elettori che Salvini riuscirà a “ruspare” su tutti i campi rom, risolvendo così il problema, e cacciare tutti i migranti che ingrassano i caporali e le mafie italiane. Quindi il patto col M5S è più che digeribile.

Più problematico sarà per il Cinque Stelle che ha sempre bollato il PD come – tra le altre cose – amico della mafia e della malavita. Meglio il loro “contratto alla tedesca”  che vogliono firmare con una forza alleata dell’ex Cavaliere. Ce la ricordiamo la lettura della sentenza Dell’Utri ad Arcore da parte di Di Battista?

Parliamo della stessa Lega che veniva criticata da Beppe Grillo per i diamanti, per il Trota, per il fallimento di CreditEuroNord, per il voto sul Rosatellum, ecc.?

Quindi, forza! Amatevi alla luce del sole e fateci sapere quanti figli vorrete fare. Ovvero, cosa ci sia nel contratto pre-matrimoniale. Ops, alla tedesca!

Simone Piloni

Studia Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma Tre e ha scritto, fin dall’età di 17 anni, in vari giornali locali. Da qualche anno è rimasto folgorato dall’ambiente radiofonico e non se ne è più andato. Conduce ogni settimana un programma di attualità ed interviste su RadioLiberaTutti.it . REDATTORE SEZIONE POLITICA.

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