Elezioni Usa 2012: Romney vince in Illinois e mette al sicuro la sua nomination
“E’ fatta”, continua a ripetersi mentalmente il candidato repubblicano, Mitt Romney, ringalluzzito dall’aver vinto – ieri sera – la tappa delle primarie del suo partito, in Illinois. “E’ fatta, ora neanche Santorum mi può mettere i bastoni tra le ruote”. L’ex governatore del Massachusetts, giocando nel “territorio” di Obama, ha portato a casa il 47%, lasciando il conservatore (per usare un eufemismo), Rick Santorum, 12 punti indietro, con un 35%.
Quando Romney sale sul palco di Chicago, parte subito all’attacco di Obama, sentendosi già in campagna elettorale per le presidenziali di novembre: <<Basta con questo presidente, tre anni del suo governo ci lasciano una disoccupazione alta, le buste paga con un potere d’acquisto in calo, la benzina alle stelle. Per questo sono venuto qui all’università di Chicago a fare il mio ultimo comizio, l’ho centrato sulle libertà economiche. E’ la stessa università dove Obama insegnava legge. Ma la forza dell’America è la libertà d’intrapresa, questa non la impari facendo il professore di legge costituzionale come Obama. La libertà economica è l’unico principio capace di sostenere la prosperità, questo presidente attacca le nostre libertà, i suoi burocrati impediscono di estrarre petrolio dal sottosuolo americano>>. Definisce il Presidente in carica, citando anche da Federico Rampini di Repubblica, come uno che si è formato facendo “l’agitatore di quartiere”.
Sicuramente l’ex governatore – definito da molti un flip flop, uno che cambia molto spesso idea – dopo aver conquistato i cuori dei conservatori dell’Illinois, avrà cancellato le sconfitte in Alabama e Mississippi e possiamo forse dire che ne abbia d’onde, che abbia ragione di sentirsi al sicuro da chiunque possa insidiare la sua corsa per la convention di agosto a Tampa, che dovrà certificare la sua vittoria sugli altri candidati (Santorum, Gingrich e Ron Paul).
Molto amareggiato Rick Santorum che, vincendo una settimana fa negli stati di cui parlavamo poco fa, aveva cominciato a sperare di poter raggiungere il suo diretto rivale. <<Abbiamo vinte nelle aree popolate da conservatori e repubblicani>> – ha dichiarato quasi alla fine dello spoglio delle schede in Illinois – <<e siamo felici per questo […] non abbiamo bisogno di un manager (riferendosi a Romney ndr ) ma di qualcuno che sia capace di scuotere il governo sin dalle sue radici e fare qualcosa per liberare il settore privato>>.
Ennesimo brutto colpo per l’ex speaker della Camera, Newt Ginrich, che con l’8% ormai affonda nei debiti e forse – secondo voci sempre più insistenti – è pronto ad abbandonare la competizione. Penultimo, il senatore texano 78enne, Ron Paul (9%).
La conta dei delegati, naturalmente, adesso si fa sempre più spietata. Con 1.273 “incaricati” ancora da assegnare e con la soglia di 1.144 necessari per ottenere la nomination, abbiamo:
Mitt Romney: 563 delegati
Rick Santorum: 263 delegati
Newt Gingrich: 135 delegati
Ron Paul: 50 delegati
Continuate a seguirci perché il viaggio, come dico sempre, non finisce qui…
MATTEO MARINI
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