Eurobasket 2017: la Slovenia conquista l’oro in una finale emozionante
Più forte delle avversità, più forte delle rivali, semplicemente più forte. La Slovenia vince Eurobasket 2017, sconfiggendo in finale la Serbia di coach Djordjevic per 93 a 85. Goran Dragic è il protagonista assoluto di questo europeo che l’ha visto decisivo fin dalla prima partita. Per lui in questa finale 35 punti, di cui 20 solo nel secondo quarto, e il titolo di MVP della competizione.
Ma la squadra di Kokoskov non è solo il playmaker dei Miami Heat: negli ultimi dieci minuti della finale, infatti, sono stati i giocatori di contorno (Prepelic su tutti) a chiudere definitivamente la gara. La Slovenia era in missione fin dal principio. E pensare che nel terzo periodo aveva dovuto rinunciare al giovane Doncic, uscito per un infortunio alla caviglia, e negli ultimi dieci minuti anche a Dragic. Il destino era con una nazione intera che ha potuto festeggiare il suo primo titolo della storia.
Il cammino della Slovenia
Nel girone A, la Slovenia ha dovuto affrontare squadre sia attrezzate e ostiche (come Francia e Grecia) sia poco esperte per questo tipo di competizioni. Dragic e compagni sono partiti fortissimo, vincendo tutte e cinque le gare di apertura con ampi margini di scarto (eccetto Grecia e Finlandia). Superato il turno iniziale da primi in classifica, ai sedicesimi di finale gli sloveni hanno affrontato l’Ucraina battendola per 79 a 55. Subito dopo è arrivata la sorpresa Lettonia, con protagonisti Porzingis e Bertans.
La partita è molto equilibrata fin dalla palla a due e per decidere il vincitore si è dovuto aspettare l’ultimo quarto. A spingere la Slovenia in semifinale è stato Luka Doncic che ha preso le chiavi del match da Goran Dragic. Per l’ala del Real Madrid 27 punti conditi da 9 rimbalzi e alcune giocate decisive verso gli ultimi minuti di gioco. In semifinale, i ragazzi di coach Kokoskov incontrano la Spagna, favorita per la vittoria finale: la partita è a senso unico con la coppia Dragic-Doncic che demolisce letteralmente la difesa degli iberici. Il match finisce 92 a 72 e tutto lascia presagire la futura vincitrice di Eurobasket.
La finale con la Serbia (prima finale della storia con due nazioni che appartenevano alla ex- Jugoslavia) è combattuta e tirata nei primi dieci minuti. Nel secondo e terzo quarto la Slovenia cerca di creare il solco con i punti e le giocate di un grande Dragic ma l’infortunio di Doncic aiuta la Serbia che ne approfitta. Nei minuti finali, con anche il numero 3 sloveno fuori per crampi, Bogdanovic e compagni trovano il sorpasso ma quando il destino designa un vincitore sono poche le cose da fare. L’eroe inaspettato è Prepelic che regala gli ultimi decisivi punti per la vittoria del titolo.
Il quintetto europeo
Gli Europei parlano slavo così come i migliori talenti giovani ed esperti che la manifestazione ha messo in vetrina. Volendo pensare ad un quintetto ideale, in campo ci sarebbero due guardie, due ali e il classico centro. Partiamo dal MVP dell’Europeo, lo sloveno mancino dei Miami Heat Goran Dragic, autentica spina nel fianco della difesa serba e vero leader della Slovenia. L’altra guardia é Bogdan Bogdanovic, trascinatore sia nella vittoria contro l’Italia che nella semifinale contro la Russia.
In questo ruolo meritano una menzione d’onore anche il russo Shved e il nostro Belinelli. Nel ruolo di ala piccola il palcoscenico è tutto per la giovane stella slovena Doncic e per la sua entrata devastante con schiacciata durante la finale. Nell’ottica di un quintetto veloce, nell’altra posizione di ala, il capitano azzurro Gigi Datome: giocatore dall’esperienza internazionale dotato di tecnica e leadership.
Non dimentichiamoci di Macvan (Serbia) e dell’immenso Pau Gasol che ha guidato la Spagna di coach Scariolo al bronzo ed ha superato il record di Tony Parker per punti totali realizzati agli Europei.
Nel ruolo di centro, per concretezza, troviamo il serbo Marjanovic, altro grande giocatore fisicamente devastante che ha segnato in positivo sia i quarti di finale che le semifinali a vantaggio della sua Serbia. Non dimentichiamo i baltici Porzingis (Lettonia) e Valanciunas (Lituania).
Italia tra le prime otto d’Europa
Decisamente più pronta la Serbia di Sasha Djordjevic rispetto agli azzurri apparsi come la brutta copia della squadra che ha schiacciato la Finlandia negli ottavi di finale (70-57).
L’Italia potrebbe puntare alle semifinali e i primi due quarti di gioco contro la Finlandia (al 20′ 48-29) ci hanno mostrato una grande squadra: intensità in difesa e letali in attacco (Datome e Belinelli su tutti).
La Serbia è un avversario più che ostico e la squadra di coach Messina soffre il dominio fisico sotto i tabelloni (44-19 il conto finale). Dopo un primo quarto equilibrato con i serbi avanti 18-17, il secondo periodo segna in modo definitivo la partita a favore di Bogdanovic e soci: al 6′ Hackett segna la tripla del 25-26 e da lì i serbi affondano l’Italia con un parziale di 19-7. Troppo precipitosa la nostra nazionale in fase offensiva e troppo precisa e cinica la Serbia. Il 28% dai tre punti per gli azzurri e il 48% da due, oltre ai rimbalzi subiti, sono elementi inconfutabili che completano l’analisi della sconfitta.
Finisce così l’era intensa ed emozionante di coach Ettore Messina che riprende il suo cammino con i San Antonio Spurs e lascia un’Italia consapevole di poter giocare a pallacanestro contro tutti da vera squadra nonostante le lacune fisiche dimostrate ad Eurobasket 2017.
Il movimento dell’Italbasket non può che prendere positività da questa esperienza europea e da Meo Sacchetti, nuovo coach azzurro. Ora non resta che alzare l’asticella e provare ad osare di più, preparando nelle palestre i futuri azzurri con la consapevolezza che il basket italiano, nonostante la diminuzione dei budget a disposizione delle società sportive e il poco coinvolgimento dei giovani nostrani ad alti livelli, deve continuare la sua crescita.
In collaborazione con Domenico Iannucci
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