Fabrizio De André. Principe Libero: Marinelli e il suo anarchico “in direzione ostinata e contraria”

Fabrizio De André. Principe libero

Fabrizio De André. Principe Libero racconta la vita di quello che viene considerato, a ragione, il più grande cantautore della musica italiana, Fabrizio De André , appunto.

Per ben tre ore vediamo sullo schermo gli amori, le passioni e la poetica del cantautore genovese, sapientemente interpretato da Luca Marinelli. L’attore romano conferma  il suo grande talento, di cui avevamo avuto prova con Lo Chiamavano Jeeg Robot.

Un film di sintesi, senza artificiosità registiche varie e senza beatificazioni del personaggio. Il De André raccontato dalla regia di Luca Facchini è un personaggio turbolento, tormentato, un uomo con molti difetti che Marinelli, in primis, e poi Facchini non tentano in alcun modo di nascondere o di giustificare.

Una rappresentazione “in direzione ostinata e contraria”.

Capita molte volte che in alcuni film biografici sui grandi personaggi, la “verità” che appare sullo schermo risulti addolcita rispetto a quella che è la Verità, con la “V” maiuscola, portando in un certo senso a un processo di “beatificazione” del personaggio. Faber era un uomo difficile, determinato e anche irrequieto (quasi nevrotico). Un uomo di fatto imperfetto, schiavo di vizi come l’alcol e il fumo. Una sorta di anti-eroe, uno di quelli sempre e comunque “in direzione ostinata e contraria”, tra bottiglie vuote e prostitute.

Altra nota che va sottolineata è come il cast tecnico e artistico di questo film (dal regista agli sceneggiatori e agli attori stessi), abbia voluto portare in scena NON un documentario puro e semplice ma un “racconto inventato dal vero”, come affermano gli sceneggiatori. Un racconto, in sostanza, su Fabrizio De André e (a nostro avviso) PER De André, in memoria di. Non una caricatura ma un personaggio vitale, RAPPRESENTATO sullo schermo e, cosa da non sottovalutare, MAI emulato (volgarmente e banalmente, se vogliamo).

Ha poco senso fossilizzarsi sulla storia di Fabrizio De André: i dischi, la carriera, gli amici e i collaboratori sono fatti noti, soprattutto ai fans del cantautore genovese. Vale però la pena soffermarsi sull’interpretazione di Luca Marinelli.

Come già detto, il talentuosissimo attore è riuscito a rappresentare sullo schermo il cantautore senza ridurre la sua interpretazione a un’emulazione senza carattere. Fabrizio De André odiava le biografie e avrebbe odiato il tentativo di realizzare un film sulla sua vita. Il De André ostinato e contrario avrebbe odiato diventare l’oggetto dello sguardo di un pubblico (forse anche occasionale) che affolla la sala solo per sentire La Canzone di Marinella o qualche altra “hit”.

Il lavoro dietro a Fabrizio De André. Principe Libero è nato dal rispetto verso Faber e dalla passione (anche dal talento ovviamente) di ogni singola persona che ha lavorato al film. Marinelli, per primo, ha avuto l’onere e l’onore di rappresentare straordinariamente non solo l’uomo ma anche il Fabrizio De André inteso come poetica e come personalità. Uno spartiacque che ha saputo influenzare e plasmare parte della storia della musica del nostro paese.

 

Fabrizio De André, “un anarchico con un sacco di difetti”.

Fabrizio De André. Principe Libero è un film che non racconta il personaggio. Si concentra sull’uomo, sull’avventura umana, l’odissea (ci si passi il termine) che ha portato alla formazione umana e culturale di Faber e che, alla fine, ha formato una generazione che viveva (e vive ancora oggi) della sua musica e delle sue parole.

Fabrizio De André. Principe liberoMolti personaggi passano sullo schermo in queste più di tre ore di visione: Faber ovviamente, Enrica Rignon la prima moglie di De André, Cristiano De André, Paolo Villaggio con quale il cantautore ha passato la sua infanzia,  il grande Luigi Tenco, Dori Ghezzi, Riccardo Mannerini col quale ideò  il disco Tutti morimmo a stento e molti altri.

Tutti punti di riferimento nella vita di Fabrizio De André e, chiaramente, punti di riferimento durante la visione, che ci permettono di unire i puntini attorno alla storia del cantautore genovese e di farci un idea del “comparto umano” che ruotava attorno a lui e attorno al quale ruotava egli stesso. Purtroppo, per motivi di durata, molti elementi sono stati, per così dire, ridotti o sintetizzati. E’ importante però sottolineare come questa coralità di ruoli sia importante quanto quello di Luca Marinelli, perché ci permette di prendere atto di quanto i legami abbiano influenzato la produzione musicale e testuale di Faber.

Una scelta molto meticolosa è stata fatta per quanto riguarda le location: ogni luogo, ogni scorcio è stato curato con una perizia incredibile. Nei casi in cui non era possibile “sfruttare” le affascinanti vedute genovesi o sarde come sfondo, la produzione ha “ripiegato” su una cura dei dettagli incredibile, grazie anche all’aiuto di Dori Ghezzi che ha “ricomposto” i luoghi simbolo della vita di Faber, con amore e precisione (quasi) maniacale.

Una grande prova vocale per Luca Marinelli.

In ultimo, ma non per importanza, c’è il comparto musicale: molti brani presenti in Fabrizio De André. Principe Libero sono stati suonati e cantati da Luca Marinelli che ha dato una grande prova vocale e che, soprattutto, si è assunto la responsabilità di tale prova vocale, senza scopiazzare o imitare Faber, ma semplicemente prestando la sua voce al personaggio per non rompere la magia e l’illusione sullo schermo. Una prova di coraggio (superata alla grande), come nella magistrale esecuzione de Il Pescatore , assieme la PFM, nello storico concerto di Firenze.

Ovviamente per tutto il film non possono mancare i brani originali di Faber. La colonna sonora di questa pellicola è come un lungo pentagramma dove musica e parole vengono alla luce per scandire i momenti più importanti. Come non citare la bellissima interpretazione di Mina con La Canzone di Marinella o le meravigliose “incursioni” della London Symphony Orchestra che qualche anno fa ripropose in versione orchestrale molti brani di De André? In mezzo a tutto fanno capolino molti brani reinterpretati da Marinelli, come già anticipato. Tra questi: una versione acustica di Rimini, La ballata dell’eroe, Andrea e molti altri.

Fabrizio De André. Principe Libero è un film che va visto, perché in grado di evocare la profondità di un uomo e di un artista unico, che è parte integrante e inevitabile della cultura musicale collettiva.

Fabrizio De André. Principe Libero sarà al cinema solo il 23 e il 24 gennaio con Nexo Digital e a febbraio su Rai1

 

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Mirco Calvano

La musica è la mia passione: sul palco dietro una batteria e sotto al palco in un mare sterminato di dischi. Laureato in Letteratura, Musica e Spettacolo e in Editoria e Scrittura a La Sapienza di Roma, passo il mio tempo tra fogli bianchi, gatti e bacchette spezzate. CAPOSERVIZIO MUSICA

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