I congiunti e i dilemmi della Fase 2, tra verità e ignoranza

Da una settimana è tutto un susseguirsi di discussioni, meme e satira sul significato del termine “congiunti“, utilizzato dal Presidente del Consiglio Prof. Avv. Giuseppe Conte nell’ultima conferenza stampa alla Nazione. Per chi ha svolto studi giuridici, il termine è chiaro. Il problema sorge per chi, comprensibilmente, non è avvezzo ad un certo linguaggio da avvocati e affini.

Ora esulando la discussione sul tema, dove già c’è stato un defaticante lavorio di conferme e smentite da parte del Governo, giuristi improvvisati e giornalisti che hanno scritto pezzi consultando il primo libro di Diritto Privato a disposizione (dei “congiunti”) o cercando su Brocardi.it, credo che la questione sia più ampia e investa la verità e il suo lato speculare, cioè l’ignoranza.

LA VERITA’

Al netto dei motti ottimistici che vanno usati per tirare su il morale alla popolazione – “ce la faremo“, #andràtuttobene, “ne usciremo migliori” – in pochi hanno avuto il coraggio di dire una verità che è sotto gli occhi di tutti. Se il Coronavirus non si è diffuso in maniera più virulenta di come abbia già fatto, un pò è dovuto alla fortuna e tantissimo dal fatto che ci siamo rinchiusi in casa e stiamo vivendo con le stesse persone da ormai 50 giorni.

Non serve essere dei luminari della medicina per capire che, oltre ai sacrosanti “dispositivi di protezione”, quest’ultima soluzione ha cristallizzato il virus dove già poteva essere presente e non ha mandato avanti la catena del contagio, creando un’ecatombe con la circolazione incontrollata delle persone in ogni luogo.

In virtù di questa considerazione, dal Governo e dal fantomatico “Comitato Tecnico-Scientifico” – presentato come un qualcosa di ineffabile e impalpabile – dovrebbe arrivare un messaggio chiaro, ma che possa permettere ai cittadini di capire una volta per tutte. Un pò, se ci si ferma a pensare, come si è fatto a marzo, quando nessuno ebbe dubbi: “Cari/Care connazionali, i vostri affetti che non siano strettamente necessari per le motivazioni da ognuno facilmente intuibili, non vanno frequentati perché il virus è stato appena domato con grandi sacrifici e non possiamo permetterci di tornare indietro, nemmeno di un millimetro. Comprendiamo che sia doloroso, ma la battaglia è lunga e difficile. Insieme ce la faremo, ma dobbiamo essere tutti diligenti e con la testa sulle spalle, per poi non rimangiarci le mani quando potrebbe essere troppo tardi”. Senza nascondersi in tecnicismi che portano solo alla confusione.

L’IGNORANZA

In merito all’ignoranza bisognerebbe finalmente dire che, nonostante tutte le chiacchiere su tv, radio, giornali e web, nessuno sa la natura del virus e di come si comporterà. Adesso lo sappiamo sì riconoscere, lo sappiamo un po’ curare, sappiamo come agire, ma altro non sappiamo.

Del vaccino non abbiamo certezza né sui tempi né sull’efficacia. Dare quindi speranze su una possibile soluzione e creazione di un’arma di difesa, con una diffusione massiccia agli inizi del 2021, significa illudere la popolazione. Tutti, giustamente, in un momento del genere si attaccano a ogni forma di speranza per poter ogni giorno reagire.

E’ migliore una verità amara in un primo momento che una verità infranta, la quale poi destabilizza, demoralizza, incupisce. E ora come ora non ce lo possiamo davvero permettere.

Simone Piloni

Studia Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma Tre e ha scritto, fin dall’età di 17 anni, in vari giornali locali. Da qualche anno è rimasto folgorato dall’ambiente radiofonico e non se ne è più andato. Conduce ogni settimana un programma di attualità ed interviste su RadioLiberaTutti.it . REDATTORE SEZIONE POLITICA.

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