Ghostbusters, Paul Feig aggiorna il mito e fa centro

Ci sono miti che accompagnano tutta la vita, legati come sono a periodi particolari dell’esistenza che li rendono per questo preziosi, spesso “sacri”. Tra questi un posto speciale lo occupano i film dell’infanzia, quelli viste decine di volte e che, nonostante la loro natura sia volta all’intrattenimento, inevitabilmente finiscono per andare oltre contribuendo a formare i gusti e l’immaginario di quel ragazzino incollato allo schermo, pronto a sognare.

 

 

Soprattutto tra i neo trentenni, i film dei Ghostbusters diretti da Ivan Reitman fanno parte di questo patrimonio di inviolabilità cult. C’è poco da stupirsi quindi che una volta appreso del progetto di realizzarne un reboot con cast al femminile, i fan abbiano cominciato a gridare allo scempio e a chiedersi cosa sia rimasto degli acchiappafantasmi originali una volta uscito il primo trailer.

A visione ultimata, potremmo continuare su questo tono. Sottolineare come i film di Reitman siano effettivamente migliori, di come la comicità proposta non sia in linea con quella che tanto amiamo di Billy Murray e co. Oppure potremmo ghostbusters 1fare qualcosa di più pericoloso (se consideriamo quanto possa essere funesta l’ira dei puritani), ma anche più sincero. Ammettere che il Ghostbusters diretto da Paul Feig sia nel complesso un film riuscito, e decisamente divertente.

Sinossi.

Siamo ai nostri giorni, in una New York in cui è come se i Ghostbusters anni ’80 che conosciamo non siano mai esistiti (quindi sì, il film è proprio un reboot della saga). Erin (Kristen Wiig), per ottenere un incarico come professore alla Columbia University, ha bisogno che un libro sui fantasmi scritto anni prima con Abby (Melissa McCarthy) sparisca dalla circolazione.

Il suo piano non va però come desiderato e, persa la credibilità, la donna si unisce a quel punto ad Abby e alla sua collega Jillian Holtzmann (Kate McKinnon), aprendo una ditta di acchiappafantasmi. Al team si aggiungeranno l’operaia della metro Patty (Leslie Jones) e il segretario svampito Kevin (Chris Hemsworth). Un tempismo perfetto, visto che a causa dei piani di un folle alienato, i fantasmi si apprestano a invadere la Grande Mela.

Gustosa comicità alla Feig.

L’impresa ardita di cui Paul Feig ha preso il peso sulle proprie spalle è di quelle da far veramente desistere i più. Il regista ha addirittura parlato di un boicottamento del film, da parte dei fan accaniti, prima ancora che questo uscisse nelle sale.

GHOSTBUSTERSPotrà dare fastidio quel “Ghostbusters” nel titolo che inevitabilmente fa generare automatici confronti con le pellicole di Reitman, ma a conti fatti Feig riesce in compiti difficili per qualsiasi regista in assoluto, a prescindere dalla saga di turno scomodata: quello di intrattenere bene, e soprattutto di far ridere. La comicità proposta, parliamoci chiaro, è estremamente contemporanea, hollywoodiana e marchiata Feig, anche a causa alla presenza di tipiche attrici feticcio del regista, a partire dall’esplosiva Melissa McCarthy.

Eppure grazie al target di riferimento più giovane si evitano volgarità di sorta, e la sceneggiatura co-scritta da Feig insieme a Kate Dippold mette su una storia che regge nel suo insieme, e offre siparietti comici ben riusciti nel dettaglio. L’alchimia tra le protagoniste fa il resto (buono nella sua assurdità perfino il belloccio idiota interpretato da Chris Hemsworth), in un rimbalzo di battute e gag non sempre degne di nota, ma che quando imboccano la strada giusta risultano esilaranti.

La giusta dose di nostalgia.

Feig sa ovviamente che il vecchio fandom va tuttavia coccolato con qualche chicca, ed ecco allora non solo citazioni su citazioni dalle pellicole originali (dalla caserma dei pompieri Hook and Ladder n.8 all’attacco finale di un oggetto inanimato che prende vita versione gigante), ma veri e propri camei del cast originale, inseriti certo un po’ a forza Ghostbusters 2per l’inevitabile strizzata d’occhio, ma alla fine godibili.

Chiariamoci, è vero che sulla carta non c’era nessuna reale necessità di un terzo film sui Ghostbusters, sequel, remake o reboot che dir si voglia. Il film però ora esiste, e al di là degli schiamazzi da fan isterici, è un film più che dignitoso che invece di puntare totalmente sull’effetto nostalgia, ha capito che la chiave non è imitare ma reinventare, con tutti i rischi del caso. Dall’aggiunta esagerata di gadget cattura fantasmi ai siparietti che ci offre Kristen Wiig quando “sbava” dietro al segretario Chris Hemsworth.

Ma se le nuove generazioni possono arrivare in qualche modo a vivere il gusto dell’avventura soprannaturale con le acchiappafantasmi in gonnella, così come abbiamo fatto noialtri con i ricercatori universitari prestati al paranormale degli anni ’80, ben venga il Ghostbusters targato Feig. Il mito non si è rovinato, si è solo aggiornato.

Ghostbusters sarà al cinema dal 28 luglio con Warner Bros.

 

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Giorgia Lo Iacono

Da sempre cultrice del cinema classico americano per indole familiare e dei cartoni Disney e film per ragazzi anni ’80 e ’90 per eterno spirito fanciullesco, inizio più seriamente a interessarmi all’approfondimento complesso della Settima Arte grazie agli studi universitari, che mi porteranno a conseguire la laurea magistrale in Forme e Tecniche dello Spettacolo. Amante dei viaggi, di Internet, delle “nuvole parlanti” e delle arti – in particolare quelle visuali – dopo aver collaborato con la testata online Cinecorriere, nel 2013 approdo a SeeSound.it, nel 2015 a WildItaly.net e nel 2016 a 361magazine.com, portando contemporaneamente avanti esperienze lavorative nell’ambito della comunicazione. CAPOSERVIZIO CULTURA

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