Hot Fuzz, un mix esplosivo di generi tra gioco e passione per il cinema
Edgar Wright ha affidato a dei cornetti Algida le emozioni e i toni che avrebbero dovuto assumere i suoi film. Ha aperto con il sanguinolento rosso alla fragola per il primo capitolo L’alba dei morti dementi, ha chiuso con il verde fantascientifico per La fine del mondo. Passando nel mezzo per il blu originale a richiamare l’elemento poliziesco per il suo Hot Fuzz. Un trittico che compone una trilogia tra le più pazze del panorama cinematografico indipendente. Una serie che mantenendo con costanza un ritmo incalzante e frenetico, si porta un passo in avanti rispetto all’ottimo trampolino di lancio che era stato nel 2004 il suo omaggio cinefilo al film di George A. Romero La notte dei morti viventi.
Cambiando del tutto atmosfera, come accade con i gelati se si cambia loro colore o ingredienti, con Hot Fuzz Edgar Wright combacia in modo geniale un insieme elettrizzante di generi, variando di volta in volta con divertente abilità il clima della storia. Un thriller poliziesco che tende ai contorni del giallo, il quale si condisce di demenziale ironia fino a sfociare in uno splatter d’azione con retroscena esoterici e esilaranti. Un’operazione originale e irresistibile, di cui Simon Pegg e Nick Frost si fanno nuovamente protagonisti.
L’agente di polizia Angels nella tranquilla Sanford
Nicholas Angels (Simon Pegg) è un poliziotto molto bravo nel proprio mestiere. Anche troppo. Attento ai dettagli, meticoloso, pronto a prestare la propria esistenza alla giustizia. Un agente tutto d’un pezzo che nella vita ha ben chiaro il suo obiettivo. Peccato che l’invidia dei suoi colleghi sia tale da trasferire il miglior poliziotto della capitale britannica da Londra a Sanford, semplice e pacifica cittadina di Gloucestershine. Un cambiamento che porterà nelle giornate del pluripremiato agente una malinconica monotonia fatta di chiacchiere e poco altro. Fino al giorno in cui, nel tranquillo paese, sembra abbattersi come una sorta di sfortunata maledizione, una serie di coincidenze che fanno subito pensare a Nicholas Angels a programmati, brutali omicidi.
Hot Fuzz – Il delirio tutto inglese nella trilogia del cornetto
Il delirio del cinema inglese condensato nell’arco di due ore. Hot Fuzz è il gusto dell’eccesso e dell’esagerazione premeditata. È la voglia di appassionati cinefili di rendere ancora una volta onore alle pellicole che li hanno avvicinati a questa arte, rivisitandole nella loro personale chiave giovanile e irrisoria. Un vero pastiche contemporaneo, dove vanno a fondersi perfettamente insieme l’idiozia studiata – e per questo entusiasmante – e la più quadrata dimensione filmica, a creare con spasso un’opera dalle differenti sfumature. Ognuna irriverente e brillante a modo suo.
Dalla sceneggiatura scritta dallo stesso regista Edgar Wright e dall’attore Simon Pegg – come già avvenuto ne L’alba dei morti dementi e come avverrà anche per la chiusura della trilogia con La fine del mondo – il film è un continuo gioco a cui partecipano i personaggi, i quali a loro volta coinvolgono con trasporto uno spettatore sempre più sollecitato. Scambi di parole, rimandi a vecchi cult, un mistero da svelare, tutto cadenzato e cucito assieme grazie all’incredibile montaggio di Chris Dickens. Un lavoro che dona alla commedia degli impulsi unici ed una visione geometricamente impeccabile.
Hot Fuzz – Un vorticoso mix di entusiasmante divertimento
Un mix volontariamente vorticoso, in cui la qualità va a confrontarsi direttamente con la quantità di elementi posti a comporre Hot Fuzz. Una montagna russa in cui ogni curva è un’inquadratura significativa e strutturata nel più piccolo particolare, la quale trasuda da ogni angolo attenzione – in questo caso anche sinonimo di passione – per il cinema. Da miglior poliziotto di Londra a giustiziere delle stradine di Sanford, un’avventura alla quale Nicholas Angels e il pubblico non possono assolutamente sottrarsi.
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