Il ragazzo invisibile: Gabriele Salvatores torna al cinema e punta sulla fantascienza
Michele Silenzi è un normale ragazzino di tredici anni che vive in una città del nord Italia. Vittima di atti di bullismo da parte di due suoi compagni di classe, Ivan e Brando, non ha alcun desiderio particolare se non attirare l’attenzione della ragazza di cui è innamorato, Stella. Ma la monotonia della sua vita si infrange quando, dopo aver desiderato di sparire a seguito di un’esplosione di rabbia causata dall’ennesimo dispetto dei due bulli, Michele si alza dal letto scoprendosi davvero invisibile. Di qui comincia il percorso di formazione del ragazzo e le molteplici avventure nelle sue vesti di nuovo super eroe, “Il ragazzo invisibile”.
Gabriele Salvatores torna sul grande schermo – dopo Educazione Siberiana e il documentario Italy in a Day – con un nuovo film, questa volta di fantascienza.
L’opera nel complesso si presenta più che discreta, sono da lodare da un lato l’ottima recitazione di Ludovico Girardello (Michele Silenzi) che riesce a sostenere bene il suo ruolo, specie nel manifestare le emozioni e le sensazioni di un ragazzino come Michele, dalla vita non semplice e abbastanza tormentata, vittima di una problematica reale e attuale come gli atti di bullismo. Anche Enea Barozzi (Brando) e Riccardo Gasparini (Ivan) sono abili nella loro parte di “antagonisti”. Buona è anche l’attenzione ai dettagli, che nulla lasciano al caso: il perché dei poteri e soprattutto così imponenti, con un’accorta spiegazione che impedisce di fare di Michele l’ennesimo protagonista irrealistico e improbabile (perfino per un’opera di fantascienza); l’aderenza alla realtà, che mostra come Michele si raffreddi dato che gira nudo in pieno inverno; il giustificare l’abilità atletica di Stella, dalle altrimenti impensabili e impossibili capacità ginniche; la presenza di battute e scene divertenti che spesso vedono protagonista Valeria Golino (alias Giovanna, la mamma di Michele).
Di contro, tuttavia, non mancano gli elementi negativi. Se la recitazione di Ludovico Girardello, Enea Barozzi e Riccardo Gasparini è molto buona, lo stesso non si può dire di Noe Zatta (Stella), che appare un po’ troppo macchinosa e approssimativa. Ma se possiamo chiudere un occhio sulla piccola attrice (giustificandola per la sua giovane età) di meno scusiamo l’abuso di cliché e scene di genere, che attraversano trasversalmente un po’ tutta la pellicola: dal protagonista, che anche se portavoce di un problema importante come gli atti di bullismo è però anche il classico eroe che si incontra nei fumetti, timido, tormentato, “sfigato” (citando Michele Silenzi stesso); all’evoluzione stessa della storia, la rabbia scatenata dai primi antagonisti (quelli meno “cattivi”, i due bulli) che porta a far emergere il primo potere di Michele e sempre la rabbia – questa volta generata dall’antagonista vero e proprio – accresciuta perché vede l’innamorata in pericolo, che fa sviluppare le altre sue doti.
Da notare poi come Michele decida di mettersi al servizio del bene perché consigliato dalle classiche figure del genere, l’amico (in questo caso amica, Candela, la figlia della colf) che gli apre gli occhi e il saggio (il padre naturale) che lo inizia alla verità.
Certo non mancano innovazioni e qualche colpo di scena tuttavia nel complesso prevalgono un po’ troppi luoghi comuni stereotipati.
In conclusione, comunque, il film si presenta piacevole e divertente sebbene senza troppe pretese, e anche se gravato da elementi negativi ci lascia notevoli prospettive per un ipotetico seguito.