Irrational Man, Woody Allen prosegue il discorso sulla casualità della vita

Irrational Man

Dopo il romanticismo retrò di Magic in the Moonlight, Woody Allen con la sua nuova fatica cinematografica annuale, Irrational Man (come al solito da lui scritta oltre che diretta), torna a riflettere su alcuni dei temi fondamentali e “oscuri” della sua filmografia, tra filosofia, moralità, senso dell’esistenza, ruolo della Fortuna nella vita.

Sinossi.

Siamo nel Rhode Island, dove il tormentato professore di filosofia Abe Lucas (Joaquin Phoenix) si trasferisce per insegnare al Braylin College. Abe è un uomo dal passato ricco di avvenimenti ed esperienze: dall’attivismo politico ai viaggi nei luoghi delle catastrofi naturali per dare una mano. Eppure, sente che niente di quello che ha fatto nella sua vita ha avuto un senso. Lo troviamo quindi stanco, emotivamente confuso e perennemente attaccato alla boccetta di whisky. Al Braylin College conosce da una parte Rita Richards (Parker Posey), professoressa in cerca di salvezza dal suo matrimonio insoddisfacente; dall’altra la studentessa Jill Pollard (Emma Stone) che, subendo il fascino dell’aria tormentata e delle idee radicali del suo nuovo professore, ne diventa amica. L’apatia di Abe tuttavia un giorno scomparirà, a causa di una decisione esistenziale presa dall’uomo, che gli ridarà la forza e la gioia di vivere.

 

 

 

 

Filosofia e Fato.

Adottando i toni leggeri della commedia, pur intrisa di riflessioni “alte” e classico umorismo nichilista e cinismo alleniano, il regista newyorkese torna su argomenti già affrontati in lavori precedenti come Crimini e Misfatti o – soprattutto – Match Point. Ecco quindi ricomparire la fascinazione per le “grandi domande”, il modo in cui l’uomo determina da sé il proprio rigore morale, il caos imprevedibile della vita in cui successo o fallimento non dipendono dalla volontà di condotta ma dalle contingenze fortuite. Irrational Man è un ennesimo ritorno in grande per Allen, che a 80 anni appena compiuti non ha perso la sua inarrestabile verve pessimista per quanto ammantata di ironia, né la penna arguta e tagliente che ti strappa una risata lì dove il momento dopo ti lascia preda di pensieri. Un film cadenzato come si sperava da dialoghi brillanti e pieno di ritmo, che magari non racconterà qualcosa di nuovo e originale, ma che sa pur sempre “riciclarsi” molto bene.

Irrational ManSu irresistibile partitura jazz dei Ramsay Lewis Trio e con l’illuminazione della splendida fotografia di Darius Khondji, Joaquin Phoenix è grande pur nella sottrazione recitativa di un ruolo di uomo senza più bussola o equilibrio, mentre Emma Stone regala luminosità e intelligenza alla sua Jill, in cerca di confini più vasti, che troverà sì, ma in forme indesiderate.
La regia di Allen si concentra sui ragionamenti, le dissertazioni filosofiche e di vita più che sugli eventi veri e propri, che irrompono davvero nella narrazione solo nella seconda metà del film, in maniera folle e imprevista, sulla scia del lavoro della mente di Abe che riesce a rendere razionale l’irrazionale, pur di ritrovare il gusto della vita e uno scopo in essa, con un’azione pratica ed estrema.

Se con il finale di Magic in the Moonlight sembrava che Allen avesse aperto uno spiraglio minimo alla magia aleatoria della vita, con Irrational Man il discorso prosegue, pur con altri modi e termini. Ritorniamo dunque in un mondo sì pratico, ma dominato ancora una volta da quella casualità che così tanto affascina Allen. Un caos che tuttavia si fa qui Fato, e che sembra possedere delle leggi proprie, per quanto misteriose, pronte a riportare nei binari chi tenta di uscirne, pur nelle migliori intenzioni.

Irrational Man sarà nelle sale italiane dal 16 dicembre 2015 con la distribuzione di Warner Bros. Italia.

 

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Giorgia Lo Iacono

Da sempre cultrice del cinema classico americano per indole familiare e dei cartoni Disney e film per ragazzi anni ’80 e ’90 per eterno spirito fanciullesco, inizio più seriamente a interessarmi all’approfondimento complesso della Settima Arte grazie agli studi universitari, che mi porteranno a conseguire la laurea magistrale in Forme e Tecniche dello Spettacolo. Amante dei viaggi, di Internet, delle “nuvole parlanti” e delle arti – in particolare quelle visuali – dopo aver collaborato con la testata online Cinecorriere, nel 2013 approdo a SeeSound.it, nel 2015 a WildItaly.net e nel 2016 a 361magazine.com, portando contemporaneamente avanti esperienze lavorative nell’ambito della comunicazione. CAPOSERVIZIO CULTURA

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