Jumanji: The next level, pronti a giocare un’altra partita?

Jumanji: The next level, terzo capitolo del franchise, è un semi-remake di Welcome to the jungle ma con più carne al fuoco

 

A più di vent’anni di distanza dall’originale (e profondissimo) Jumanji (1995) di Joe Johnston con Robin Williams, certamente uno dei cult-movie più rilevanti del cinema americano degli anni Novanta e concepito fondamentalmente come uno stand alone, è stato rilanciato come spassosissimo franchise tutto muscoli e risate giunto al secondo sequel.

Con Jumanji: The next level infatti, torna la squadra vincente di Welcome to the jungle (2017) con Jake Kasdan in cabina di regia e il quartetto Karen Gillian, Jack Black, Kevin Hart e naturalmente Dwayne “The Rock” Johnson nell’ennesimo action family friendly che da qualche anno a questa parte risulta essere il suo habitat cinematografico.

Al sopracitato cast si aggiungono Awkwafina, Marin Hinkle, Danny DeVito e Danny Glover, e il concept pressoché immutato. Il The next level di Jumanji non è altro infatti che una riedizione delle dinamiche narrative di Welcome to the jungle, con giusto delle accortezze in termini di scenari narrativi, svolte drammaturgiche e tematiche trattate.

Nuova partita, nuove tematiche

Se in Welcome to the jungle l’ambiente di Jumanji poggiava le basi narrative in un action-comedy alla John Hughes con  le problematiche dell’adolescenza durante un’ora di punizione in puro stile The breakfast club; in The next level i protagonisti sono cresciuti e affrontano tutti i problemi tipici di quell’età. Relazioni a distanza nell’era dei social media, lavori sottopagati, mancanza di un’indipendenza economica; in tal senso Jumanji diventa – soprattutto per Spencer – l’occasione per evadere dalle difficoltà di una vita quotidiana dove tutto non sembra andare per il verso giusto.

Il nuovo livello tuttavia è anche legato al sotto testo alla base del racconto, dove se in Welcome to the jungle consisteva nell’incapacità a relazionarsi – tanto che Jumanji divenne il terreno fertile per la nascita di una bella amicizia – in The next level il focus del sotto testo è legato al crescere, ma anche sul come affrontare il tramonto della vita.

Un nuovo livello per un concept (quasi) del tutto immutato

Il The next level di Jumanji non è che la riedizione delle dinamiche già affrontate, presentandoci però un nuovo livello di gioco in cui i protagonisti esploreranno la seconda parte dell’universo narrativo del videogame. La novità di Jumanji sta infatti non tanto nell’ambientazione, che rappresenta di fatto il livello successivo a quello di Welcome to the jungle con una quest che attinge direttamente al passato del dott.Bravestone di The Rock, quanto piuttosto nelle caratterizzazioni degli avatar.

Il connubio narrativo tra avatar e persona reale infatti, risulta differente rispetto alle dinamiche presentateci nel capitolo precedente, espediente essenziale per realizzare un viaggio dell’eroe fortemente ispirato, reso grande dal sotto testo sopracitato e da performance attoriali divertenti e degne di nota.

Le nuove caratterizzazioni di Bravestone, Shelly, Topo e Ruby, permetteranno agli interpreti degli avatar, di portare in scena delle versioni inedite rispetto a quelle mostrateci in Welcome to the jungle, tra gag esilaranti in cui la snodata fisicità della Gillan e l’istrionismo di Hart faranno da padrone in un racconto che non è che la riproposizione di quanto mostratoci in Welcome to the jungle, sotto una nuova luce.

Intrattenimento per tutti 

Quando ci troviamo dinanzi a prodotti simili si sa già a scatola chiusa a cosa andremo incontro, ovvero un intrattenimento intelligente, con una forte componente action unita a gag esilaranti – inevitabile quando ti trovi dinanzi a comici del calibro di Hart e Black e a chi come The Rock e Gillan è ormai a suo agio in questo modo di fare cinema.

Jumanji: The next level offre però la possibilità dell’espediente dell’avatar del videogioco, con cui ampliare gli orizzonti narrativi giocando con le caratterizzazioni dei personaggi, e caricandosi di un sotto testo molto maturo – ancora di più del suo predecessore – per un prodotto dichiaratamente generalista.

Ne consegue così che, se Welcome to the jungle è risultato essere quasi un azzardo visto l’intento di realizzare un sequel dalla portata fortemente innovatrice del concept originale del film del 1995, con The next level, Jumanji si consolida come franchise, seppur riducendo – e di molto – la portata innovativa di un prodotto che sa di remake del film precedente. Un “già visto” insomma, che però è un bene se consideriamo la riproposizione in toto della formula vincente del “primo/secondo” capitolo.

Jumanji: The next level sarà nei cinema da Natale 2019 distribuito da Sony Pictures.

 

 

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Francesco Fabio Parrino

Nato in Sicilia da madre umana e padre probabilmente alieno, ha un blaster sul comodino e uno zaino protonico dentro l’armadio. Malato cronico di Cinefilia dal 1989, dopo aver passato una vita a studiare i Classici Greci e Latini prima, la Letteratura Russa Ottocentesca poi, e per ultimi i Social-Media e le teorie sociologiche di Marshall McLuhan e Erving Goffman, si trasferisce a Roma per poter finalmente realizzare il suo sogno: vivere di cinema, diventare sceneggiatore e costruire il suo personale Millennium Falcon. COLLABORATORE SEZIONE CINEMA

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