L’ultima Parola: Cranston da Oscar nei panni di Dalton Trumbo

Esce in Italia questo giovedì, 11 febbraio, distribuito da Eagle Pictures. Si tratta de L’ultima Parola – la vera storia di Dalton Trumbo (in USA semplicemente Trumbo), il film con il quale Bryan Cranston, il Walter White di Breaking Bad, è candidato all’Oscar 2016 come migliore attore protagonista. Basata sulla biografia “Trumbo” di Bruce Alexander Cook, la pellicola ripercorre la vita del pluripremiato sceneggiatore americano Dalton Trumbo tra gli anni ’40 e gli anni ’50, periodo in cui la “commissione per le Attività Antiamericane” creò scompiglio a Hollywood e non solo. Alla regia c’è Jay Roach (Ti presento i miei, Candidato a Sorpresa), mentre la sceneggiatura è stata curata dall’acclamato autore di serie-TV John Mcnamara (Aquarius, Prime Suspect) . Il biopic è stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival dello scorso settembre.
SINOSSI.
Siamo negli Stati Uniti, nell’immediato secondo dopoguerra. In quegli anni lo sceneggiatore Dalton Trumbo (Cranston) vive un periodo particolarmente felice della sua vita, poiché è uno dei personaggi di maggior talento e in rampa di lancio di Hollywood. La fine della guerra, però, ha sancito per lui un arresto nell’ascesa. In America, infatti, viene presto indetta una commissione speciale avente funzione di estirpare qualsiasi simpatia filocomunista all’interno della società.
Anche il cinema ne rimane coinvolto coinvolto e Trumbo, a causa del suo attivismo e delle sue declinazioni politiche, viene incluso insieme ad altre figure di Hollywood nella famigerata “lista nera“. Per Dalton inizia così una lotta totale (mai violenta) contro il governo e i boss degli studios; finisce in prigione, emarginato da tutti, accusato senza un perché da un timore politico. Nonostante ciò troverà il modo di scrivere e di fare il suo lavoro, nella lenta strada verso un’imperterrita rivincita personale.
L’ULTIMA PAROLA – LA VERA STORIA DI DALTON TRUMBO: PERCHE’ VEDERLO.
Arrivando subito al sodo, sono principalmente due i motivi per i quali uno spettatore dovrebbe assolutamente vedere questo film: l’interpretazione di Cranston, unita alla caratura del cast, e lo spaccato di storia americana nella quale il tutto è inserito.

In merito al primo punto, non è un caso che Bryan Cranston sia candidato all’Oscar come migliore attore protagonista. Questa pellicola, così come il personaggio stesso, mette in risalto e, come si suol dire, su “un piatto d’argento” le sue qualità attoriali. La scena è interamente incentrata su Dalton Trumbo, come il più classico dei biopic, ma non per questo il film risulta meno interessante. Anzi tutt’altro; la trama è scorrevole e il ritmo equilibrato, senza lasciare troppo spazio all’esasperazione caricaturale. Inoltre le presenze del premio Oscar Helen Mirren (The Queen – la Regina, Woman in Gold), di Diane Lane (L’uomo d’Acciaio, Unfaithful), di Louis C.K. (Louie, American Hustle) e di John Goodman (The Gambler, Argo) impreziosiscono la scena e danno quel tocco in più ad un impianto che funziona.
Limitatamente al secondo punto, invece, la pellicola ci porta un po’ fuori il semplice prodotto cinematografico. Dalton Trumbo è sì il protagonista di una biografia, ma è anche uno dei personaggi di spicco di un intero periodo storico. Lo sceneggiatore è infatti lo specchio di una realtà vera e vissuta che ha contraddistinto gli Stati Uniti nel secondo dopoguerra, in un impasto di ansie, paure e inutili prove di forza che costituirà la base del quarantennio della Guerra Fredda. Il film è un ritratto di quell’epoca – a cavallo tra il 1946 e il 1960 – e di un capitolo della storia americana spesso dimenticato, nel quale il timore russo-comunista e prettamente esterno produceva contraddizioni interne e, molte volte, fuori luogo.
Insomma, L’ultima Parola – la vera storia di Dalton Trumbo è un film interessante, di qualità e, per certi versi, illuminante. Un’altra delle pellicole di livello in uscita questo febbraio.
SE QUESTO ARTICOLO TI E’ PIACIUTO, SOSTIENI WILD ITALY CON UNA DONAZIONE!