La bella e la bestia, un fiacco remake live action per la Disney

In principio era una delle più belle fiabe europee, la cui versione pubblicata nel 1756 da Jeanne-Marie Leprince de Beaumont si è affermata nel tempo come la più popolare. In seguito sono giunti adattamenti e trasposizioni di ogni genere. Dalle versioni liriche alle opere drammatiche, fino alle varianti televisive e, soprattutto, cinematografiche. Parliamo de La bella e la bestia. Se oggi tutti ben conosciamo questa fiaba dalle molteplici letture, ma che ci è giunta soprattutto come un’affascinate storia d’amore che invita a guardare l’altro al di là delle apparenze, è soprattutto grazie alla Disney. Con la sua versione animata del 1991 la casa di Topolino ha firmato uno dei suoi indiscutibili capolavori. Prima pellicola d’animazione ad essere candidata all’Oscar nella categoria Miglior film.

Era dunque naturale essere colti da brividi di eccitazione ma anche di terrore all’annuncio dell’arrivo di una versione live action de La bella e la bestia, sempre made in Disney. Ma, finito finalmente il tempo delle speculazioni sul valore o meno dell’opera, è arrivato quello dei conti.

Sinossi

La bella e la bestia film 2017Fondamentalmente il film segue trama e sequenze del cartone, tra variazioni minime e qualche scena inedita. Belle (Emma Watson) è una ragazza sognatrice che vive in un monotono paesino della Francia settecentesca. Qui è corteggiata dall’arrogante e vanesio Gaston (Luke Evans), sempre affiancato dal fido Le Tont (Josh Gad). Il padre di Belle, Maurice (Kevin Kline), è un inventore che, ricambiato, vuole un bene infinito alla figlia.

Un giorno però Maurice si perde in un bosco. Cercando di salvarsi da un attacco di lupi, si ritrova a varcare la soglia di un misterioso e lugubre castello. Ed è qui che finisce prigioniero di una feroce Bestia antropomorfa.

Per salvare il padre, Belle sceglie di prendere il suo posto come prigioniera. Inizialmente spaventata, comincia un po’ per volta a prendere confidenza col luogo e i suoi abitanti. Il castello è infatti sotto un incantesimo che ha reso la servitù degli oggetti parlanti e il Principe di un tempo (Dan Stevens) una Bestia. Facciamo dunque la conoscenza di Lumière (Ewan McGregor), Tockins (Ian Mckellen), Mrs. Bric (Emma Thompson) Madame De Garderobe (Audra McDonald), Plumette (Gugu Mbatha-Raw), Cadenza (Stanley Tucci). Riuscirà la Bestia ad amare Belle e soprattutto a farsi amare a sua volta, così da rompere l’incantesimo?

Peggiorare il già visto

La bella e la bestia film 2017A giudicare dai trailer e le clip fatte circolare per la promozione del film, sembrava che il film de La bella e la bestia non fosse altro che un copia-incolla del cartone. Stesse scene, stesse battute. A visione ultimata, possiamo dire che non è propriamente così. Il film non ripropone semplicemente il già visto, ma lo peggiora.

Quella che viene presentata è una versione più piatta dell’originale, che di quella magia mantiene solo pochissimi barlumi. Emma Watson spiace dirlo ma si rivela una Belle non in parte, fisicamente (risente del suo aspetto da eterna quindicenne) e recitativamente. Tutti gli altri interpretano il proprio ruolo “a modino”.

Potremmo salvare Gaston, con un Luke Evans mattatore che risulta il più simpatico idiota della combriccola. Anche se non molto “villain” come anche richiederebbe il personaggio. Così come anche Dan Stevens ce la mette tutta per dare alla Bestia sotto tutta quella CGI uno spessore “umano”. Peccato che la regia di Bill Condon non aiuti.

Il musical che non coinvolge

Stupisce che proprio Condon, colui che più di tutti ha desiderato che questa versione live action includesse le musiche del cartone, non sia stato in grado di dare il giusto valore ai numeri musicali. Quest’ultimi vanno a perdere di brio, ritmo, coinvolgimento. Il confronto col film d’animazione segna una sconfitta per il live action. E con un bello scarto. Sulle musiche niente da dire. Torna Alan Menken, già autore della colonna sonora (i testi erano di Howard Ashman) del film del 1991. Una garanzia. E anche i brani inediti, scritti per il film sempre da Menken ma qui in coppia con Tim Rice, sono meritevoli. Come nel caso dello struggente canto della Bestia Evermore.

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La bella e la bestia film 2017Le scenografie risentono dell’eccessiva computer grafica da una parte, e dell’effetto “parco a tema” dall’altra. In tal modo si genera una sensazione di finzione per quanto riguarda l’apparato visivo.

Anche i costumi, nonostante l’apporto di un premio Oscar del valore di Jacqueline Durran, lasciano un po’ perplessi. Questo a causa del loro essere da una parte fedeli alla moda francese settecentesca – più di quanto fosse il cartone – dall’altra per le innovazioni attuate sugli abiti di Belle. Come l’iconico vestito giallo che sembra più un abito da ballo del liceo americano che uno da principessa.

Sufficienza in pagella

Da sottolineare l’importanza di guardare il film in originale, se possibile. Purtroppo in questo caso il doppiaggio e l’adattamento italiano non si dimostrano completamente all’altezza. E un po’ la visione ne viene in tal senso pregiudicata.

Nonostante quanto finora detto, nel complesso questa versione live action de La bella e la bestia la sufficienza la conquista. Una sufficienza da compitino svolto dignitosamente ma che poteva impegnarsi molto di più. Per fortuna, il film animato originale è sempre lì, pronto per essere riguardato. Ricordandoci quanto era grande ed emozionante la Disney anche (e soprattutto) con l’animazione in 2D.

La bella e la bestia sarà distribuito da Walt Disney a partire dal 16 marzo in Disney Digital 3-D, RealD 3D, e IMAX 3D.

 

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Giorgia Lo Iacono

Da sempre cultrice del cinema classico americano per indole familiare e dei cartoni Disney e film per ragazzi anni ’80 e ’90 per eterno spirito fanciullesco, inizio più seriamente a interessarmi all’approfondimento complesso della Settima Arte grazie agli studi universitari, che mi porteranno a conseguire la laurea magistrale in Forme e Tecniche dello Spettacolo. Amante dei viaggi, di Internet, delle “nuvole parlanti” e delle arti – in particolare quelle visuali – dopo aver collaborato con la testata online Cinecorriere, nel 2013 approdo a SeeSound.it, nel 2015 a WildItaly.net e nel 2016 a 361magazine.com, portando contemporaneamente avanti esperienze lavorative nell’ambito della comunicazione. CAPOSERVIZIO CULTURA

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