La doppia faccia di Honda, Nissan e Toyota

Forse non sarà un segreto ma, alcune costose auto che vedete circolare, fanno parte in realtà dei brand di lusso di marchi giapponesi esistenti da molti anni

I FLORIDI ANNI ’80.

Oggi vediamo auto di tutte le nazionalità per le strade; tutto questo fa parte della normalità. Ebbene, facendo un salto nel passato, le cose erano leggermente differenti. Anche quelli che attualmente sono noti come colossi del mondo Automotive, un tempo non adoperavano un processo di importazione/esportazione automobilistica. La svolta si ebbe con l’inizio “dell’imperialismo nipponico”, ovvero tanta determinazione nell’espandere il bacino d’utenza da parte di Case automobilistiche dell’estremo oriente, affascinate dalle potenzialità del mercato a stelle e strisce, decisamente più generoso di portafogli. Quasi all’unisono, tre grandi brand intrapresero la medesima strada, iniziando a commercializzare vetture di lusso con una “marca” alternativa. New Honda NSX

HONDA, IN AMERICANO ACURA.

Siamo nel 1986 e Honda, la Casa che conosciamo per i successi sia su due, che su quattro ruote, salpa da Tokyo e attraversa il pacifico cambiando il proprio nome in Acura. L’intuizione della Casa fu vincente, e poco dopo anche altri marchi intrapresero la stessa strada, rivolgendosi prevalentemente al mercato nord americano. Probabilmente in pochi la conoscono, ma uno dei maggiori vanti targati Acura, è sicuramente la NSX prodotta dal 1990 a dal 2005. Quest’auto fece innamorare non pochi appassionati di auto sportive e, neanche a farlo apposta, nel 2015 viene riproposta in una nuova versione ibrida.

NISSAN, NOME D’ARTE INFINITI.

Stesso punto di partenza (Giappone), stessa destinazione (Usa), ma tre anni più tardi (1989). La Nissan che prevalentemente si distingue per la produzione di citycar, 4×4 e anche sportive potenti, seppur scarne e poco rifinite, sbarca in suolo Yankee con una sua derivazione: la Casa produttrice di auto di lusso Infiniti. Questo particolarissimo tipo di auto oggi è presente anche in Europa, e con una gamma molto vasta, ma al tempo esordì con una pompatissima berlina che non badava a spese. Era la Q45, equipaggiata con un propulsore da 278 cv assetato di carburante, e soprattutto fu la prima auto al mondo a disporre di sospensioni attive!

TOYOTA, DI COGONOME FA LEXUS.

Il lussuosissimo progetto Lexus di Toyota partì nel lontano 1983 mal’ufficializzazione si ebbe nell’89, dopo che al Motor Show di Los Angeles fu presentato il primo modello. Le Lexus odierne miscelano l’avanguardia tecnologica di Toyota con vezzi da sceicco, ma sempre con un occhio all’ecologia e all’impatto ambientale. Le armi che invece scagliò per accaparrarsi i ricconi americani erano sprovviste di pollice verde. Lunghissime berline dai corposi V8.

www.taringa.net
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LA DS E’ MATURA E VA A VIVERE DA SOLA.

Un particolare incastro di ricorrenze e celebrazioni porta la Citroën oggi a seguire una pista simile a quella dei tre giapponesi. La Casa francese produsse la DS dal ’55 al ’75, e questa fu senz’altro uno tra i maggiori successi. Nell’agosto del 2009, per i novant’anni di Citroën, fu presentata al Salone dell’automobile di Francoforte la DS3, a cui seguirono DS4 e 5, rappresentando le versioni chic dei rispettivi modelli senza la sigla DS. A sei anni di distanza la Casa sta gradualmente separando la propria immagine dal brand DS ispirandosi, di fatto, ai preziosi insegnamenti del Sol Levante!

“Possiedi una Lexus? Sì. Eri a conoscenza fosse una Toyota? No.” Forse, tra qualche anno, si potrà intrattenere la stessa conversazione con Citroën e DS.

 

 

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Lorenzo Catini

Appassionato di motori sin dall’infanzia, comincia il suo percorso professionale di giornalista auto e motociclistico dal compimento dei diciotto anni, subito dopo aver preso la patente di guida. Anche negli studi ha confermato la sua vena motoristica laureandosi nel 2012 in Scienze e tecnologie della comunicazione con una tesi riguardante la Fiat 500 come prodotto culturale e nel 2015 in Editoria multimediale e nuove professioni dell’informazione analizzando il Tg2 Motori in un progetto con la cattedra di formati e stili del giornalismo radio televisivo. Di pari passo con la frequentazione dell’Università la Sapienza di Roma, ha collaborato e collabora in qualità di redattore e tester con numerose riviste di settore; tra le più importati: Car Magazine e Special Cafe. Da aprile 2014 cura una galleria fotografica su Instagram Special_Racer. Dal 14 aprile 2010 è iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti del Lazio. RESPONSABILE SEZIONE RUOTIAMO (MOTORI).

2 pensieri riguardo “La doppia faccia di Honda, Nissan e Toyota

  • 25 Marzo 2015 in 12:55 pm
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    La domanda con cui chiudi l’articolo – “Possiedi una Lexus? Sì. Eri a conoscenza che fosse una Toyota? No.” – è un po’ una forzatura retorica, diciamocelo chiaro. Un possessore di una Lexus sa perfettamente che il Costruttore dell’auto che guida è Toyota Motor Company in quanto se lo trova marchiato sulla propria auto. Lexus è un brand, ma il Costruttore è Toyota: sui punti identificativi dell’auto è marchiata la dicitura “Toyota Motor Company”. Dunque non può non saperlo. Aggiungo: chiunque legga una rivista di auto è a conoscenza di questa distinzione tra brand e Costruttore in quanto non c’è prova su strada di una Lexus che non inizi in questo modo: “Lexus, luxury brand di Toyota…”! In effetti, qualcuno che può non saperlo esiste. Mia madre: che però non sa distinguere tra una POLO ed una PASSAT o che non sa associare il modello INSIGNIA al Costruttore OPEL…

  • 25 Marzo 2015 in 1:07 pm
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    Ciao Stefano,
    hai perfettamente ragione, la mia frase conclusiva era una provocazione e probabilmente la maggior parte dei possessori o appassionati di auto conosce bene il marchio Toyota con il suo luxury brand. L’intento di questo articolo è quello di spiegare le attuali scelte di Citroen che probabilmente saranno simili a quelle dei marchi giapponesi, con qualche anno di ritardo.
    La cosa più importante è che WildItaly non è una rivista specializzata e dunque io mi rivolgo sia a persone come te che ne capiscono di auto e sia a persone come tua madre che non conoscono la differenza tra un Polo e una Passat. Intendo incuriosire e informare l’appassionato/esperto ma anche e soprattutto coloro che di motori non ne capiscono.

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