Monsignor Bregantini come può affiancare terremoto in Molise e unioni civili?
Gentile Monsignor Bregantini,
in relazione alle sue ultime dichiarazioni sul Family Day volevo fornirle alcuni spunti di riflessione.
Lei dichiara che il Family Day non è contro qualcuno. Mi auguro dunque che, dal palco del Circo Massimo e tra i partecipanti, non ci sarà alcun riferimento offensivo alle famiglie non composte, come dice lei, da “uomo e donna”.
Spero che non si ripeta l’epilogo degli altri Family Day, ma a quanto pare il Family Day è già una manifestazione che esclude qualcuno. La famiglia fondata su un uomo e una donna infatti lascia fuori tutti i differenti tipi di famiglie composte anche da madri e padri single, da due madri, da due padri e allo stesso tempo anche da coppie senza figli.
Probabilmente, Monsignor Bregantini, il suo modello è più basato sulla paura di distruzione di un modello di famiglia, che sull’accoglienza di tutti i tipi di famiglia e delle differenti forme di essere.
Volevo poi ricordarle che se le api volano di fiore in fiore, come ha lei stesso dichiarato, allora anche l’omosessualità è nella stessa natura delle api e dei fiori, come stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Detto questo lei dichiara che in Italia ci sono tanti problemi più importanti delle unioni civili. Forse è vero. Però è vero anche che la Danimarca istituì le unioni civili nel 1989, quasi trent’anni fa. Ed è anche vero che una legge può essere approvata in due-tre pomeriggi, senza intralciare tutti gli altri problemi degli italiani e delle italiane. Le ricordo inoltre che tra questi sono circa 6 milioni le persone gay, lesbiche, bisex e trans che aspettano una legge.
Ma quello che davvero più mi sento di dirle è di non inserire, in questo discorso, riferimenti al terremoto che sta colpendo e che ha colpito il Molise. Questo dimostra quanto lei voglia spostare in modo populistico, e poco rispettoso, il tema della discussione su un altro piano. Io stesso sono preoccupato per lo sciame sismico che sta colpendo Campobasso, vivendo quotidianamente le preoccupazioni dei miei parenti e dei miei amici. Io stesso ho vissuto sulla mia pelle il trauma del terremoto di San Giuliano di Puglia. Ero in classe in quel momento e mentre la terra tremava e ci riparavamo sotto i banchi, a pochi chilometri di distanza una scuola crollava e morivano diversi bambini e bambine. Ho ancora fissa nella mente quella scena che ha colpito noi molisani tutti, e non la dimenticherò mai.
Caro Monsignor Bregantini, la prego di avere rispetto per il mio Molise, per chi vive e per chi ha vissuto la tragedia di un sisma. Non la lascerò lucrare sul mio Molise e sul tema del terremoto. Le unioni civili devono rimanere su un piano differente di discussione e non saranno il suo capro espiatorio. Eviti, come cristiano, di perdere la dignità e rispetti i morti e le paure legate al sisma.
Piuttosto si impegni a rendere una priorità la lotta all’omofobia, sulla quale non ho mai sentito una sua dichiarazione. Oggi ad Isernia sta nascendo, dopo tanti anni e difficoltà, l’Arcigay Molise, che vive di giorno in giorno il tema delle difficoltà di tante gay, lesbiche e trans, vessati ogni giorno da ingiurie e violenze fisiche all’interno della scuola, tra i propri amici e in quella che viene definita famiglia tradizionale.
Caro Monsignor Bregantini, ci incontri e ci aiuti a eliminare le discriminazioni omofobiche in una terra chiusa come il Molise.