Linguaggio di genere #3: Tutte, tutti e tutt*
I lavoratori, i cittadini italiani, i senatori. Buongiorno a tutti. Arrivederci a tutti. A sentir parlare sembrerebbe che il mondo italiano sia composto solo da maschi. Che fine fanno le lavoratrici, le cittadine, le senatrici? E perché dobbiamo salutare solo i “tutti” se l’italiano e la natura umana prevedono un genere femminile?
Il neutro, come sappiamo, in italiano non esiste. Ciò però non significa che il maschile debba svolgere la funzione del neutro. Se è maschile…che sia maschile!
Ultimamente si sta affermando l’uso di entrambi i generi nel discorso quotidiano. “Buongiorno a tutte e tutti“; “buongiorno ai lavoratori e alle lavoratrici”, “i cittadini e le cittadine italiane“. L’ampliamento al femminile va di pari passo con il riconoscimento sociale della donna. Fin quando la donna era il “secondo sesso” poteva benissimo essere ignorata, ed ecco come il maschile, in italiano, sia diventato neutro.
Oggi l’utilizzo del “tutte e tutti” è soprattutto una scelta politica. Quella di voler rispettare la totalità dei generi, rispettando l’italiano. E ancor più appare come scelta politica l’utilizzo di una nuova forma: quella del “tutt*“. L’utilizzo dell’asterisco, che abbrevia, almeno nello scrivere, il “tutte e tutti”, permette di racchiudere non solo i due generi in un simbolo, ma anche chi non si riconosce nei due generi.
L’asterisco è infatti ormai diventato simbolo di totalità rappresentativa. Ma come si legge? C’è chi non lo legge, chi lo legge al maschile, chi lo legge al femminile, chi alterna e chi nella lettura ripropone il “tutte e tutti”.
E così abbiamo cantant*, avvocat*, camerier* e chi più ne ha più ne metta, senza porci il problema del genere.
Il tempo del “maschile neutro” è finito. Rompiamo la lingua, per ricostruirla con tutt* e per tutt*!
Dante Alighieri, Catullo, Ariosto, Manzoni, Pascoli, Leopardi, Foscolo, Petrarca, Boccaccio, Montale, Ungaretti, Carducci, Montale, Verda, Marinetti erano tutti maschi bianchi eterno capitalisti. Basta con questa falsa cultura italiana! Bruciamo i loro libri, creiamola una nuova!