L’Italia nella morsa dell’usura
Quante volte avete sentito nominare la parola usura? Sicuramente tante e nella maggior parte dei casi in televisione o leggendola sui giornali. Riguarda un fenomeno che in Italia è molto diffuso, specialmente al sud, ma che non risparmia nemmeno metropoli come Milano o Roma, che ogni volta apre numerosi dibattiti e sul quale è sempre bene vederci chiaro. Uno spinoso tema sociale, quindi.

Per quanto possa sembrare scontato dirlo il concetto di usura non può che rientrare nell’insieme dei reati. Perché essa è un reato ed è anche di caratura penale. E viene commesso da chi, sfruttando il bisogno di denaro di un’altra persona, concede un prestito chiedendone la restituzione (tramite cartelle esattoriali ricevute da società di recupero crediti, Equitalia in primis) a un tasso d’interesse superiore al cosiddetto tasso soglia consentito dalla legge.
Il tasso soglia, o volgarmente definito tasso di usura, è un tasso limite fissato trimestralmente per ogni categoria di finanziamento che si calcola aumentando il tasso effettivo globale medio del 50% relativo ai vari tipi di operazioni creditizie che si vogliono effettuare e viene stabilito dal Ministero dell’Economia in collaborazione con la Banca d’Italia.
Discorso diverso per quanto riguarda il racket: la sua natura è esclusivamente criminale poiché avviene sotto forma di estorsione ai danni di operatori economici e possessori di aziende che vengono effettuate tramite minacce e intimidazioni da parte di individui poco raccomandabili. Certo, ribellarsi o denunciare queste oppressioni non è mai facile poiché chi sceglie di farlo rischia ogni volta di trovare davanti a se un muro troppo faticoso da scavalcare. C’è da sottolineare, però, come la crisi economica di questi ultimi anni abbia amplificato maggiormente il rischio dell’usura e proprio per questo motivo tantissimi impiegati, ma anche semplici pensionati, si sono fatti trascinare nella rete dei cosiddetti strozzini.
UNA PIAGA SOCIALE CHE NON RISPARMIA NESSUNO.
Stando agli ultimi dati forniti dal Ministero dell’Interno, quelli relativi al 2013, i reati di usura e racket riscontrati sono cresciuti del 30% circa negli ultimi cinque anni per un giro d’affari che si aggirerebbe intorno ai 20 miliardi di euro. Una cifra spaventosa. Come è ancor più spaventoso, invece, il dato relativo al numero di coloro che sono caduti in questa trappola infernale: oltre 600 mila persone, infatti, si sono ritrovate vittime di estorsioni criminali o di restituzioni illegali di denaro. E l’usura non ha preferenze geografiche e tantomeno non guarda in faccia a nessuno, che sia il nord o che sia il sud questo drammatico fenomeno è diffuso in gran parte dello stivale italico.

Le regioni nelle quali, secondo Eurispes, si raggiungono livelli preoccupanti e, quindi, il rischio usura è elevato (che, ricordiamolo, si fonda su diverse variabili quali Pil e disoccupazione) sono soprattutto la Campania (69%) e la Basilicata (59%), seguite da Molise (53%) e Calabria (50%), tutte aree dove predominano la criminalità organizzata e la debolezza economico-sociale. Non resta indifferente nemmeno il Lazio, all’ottavo posto nella classifica, al vertice se si considera il suo giro d’affari che si stanzia intorno ai 3,5 miliardi di euro e alla percentuale dei commercianti (quasi il 35%) colpiti da questi giri loschi. Per quanto riguarda, invece, le città più esposte nel 2015 a questo fenomeno, al primo posto spicca Vibo Valentia (nel 2013 risultava sesta).
Nel Lazio la città più esposta è Latina (12° posto) anche se la stessa Capitale, negli ultimi tempi, è sempre più terra di conquista per usurai. L’anno scorso, infatti, le richieste di aiuto nell’area capitolina sono cresciute del 20% arrivando a toccare somme pari a 30 mila euro.
LA LEGGE IN MATERIA.
Non è mai facile ribellarsi dalle oppressioni ma contrastare l’usura si può, grazie a diverse leggi che regolano e condannano questo fenomeno. La più importante è la legge 108/1996 che inasprisce, modificando l’articolo 644 del codice penale sul tema, le pene e disciplina i diritti e le tutele delle vittime dell’usura, indicando come usurari gli interessi sproporzionati rispetto alla prestazione, se chi li ha promessi si trova in difficoltà economiche o finanziarie. Così recita la prima parte dell’articolo 644 riformulato: “Chiunque, fuori dei casi previsti dall’articolo 643, si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari, è punito con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da euro 5.000 a euro 30.000”.
L’articolo 643 citato prevede il reato di circonvenzione di incapace e viene commesso da chi, approfittando delle condizioni di inferiorità (o di incapacità) della vittima, la induce a compiere un atto contrario ai suoi interessi economici.
GLI ANGELI CUSTODI DEGLI OPPRESSI.
Sono tante le associazioni presenti sul territorio italiano che si prendono cura delle vittime di usura. Tra queste, rimanendo nell’ambito regionale laziale, l’Associazione Observo Onlus di Ostia. Nata nel 2008 sul litorale romano per volontà di un gruppo di amici, questa onlus – iscritta all’Albo delle associazioni antiracket e antiusura – opera su particolari problematiche sociali che costituiscono le basi di una sana e condivisa coesione sociale, occupandosi sia di dare ascolto agli oppressi da questa piaga, che a lottare contro il bullismo e a favore delle pari opportunità.
Per raggiungere questi obiettivi l’associazione, sin dalla nascita, collabora con enti pubblici, altre realtà territoriali ed istituzioni scolastiche. La Observo però non è l’unica che si prende a cuore queste problematiche. A Roma e in tutta la regione sono presenti altre strutture che mirano ad aiutare queste persone. Vi è l’esempio di Monte Porzio Catone dove esiste lo Sportello Intercomunale Antiusura che si fonda sul volontariato e svolge la sua attività a favore di tutti quei soggetti a rischio grazie al supporto non solo degli psicologi ma anche di figure quali avvocati, commercialisti e consulenti finanziari, oppure Tor Marancia dove l’Ambulatorio Antiusura Onlus, da oltre vent’anni, fornisce a tutto tondo assistenza e consulenza legale alle vittime del racket impegnandosi in iniziative volte a diffondere una cultura della legalità e dell’uso responsabile del denaro.
Uscire dal tunnel dell’usura si può, bisogna soltanto essere coraggiosi e affrontare il problema parlandone. Senza timore. Senza vergogna.
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