#Imperdibili: Lo Squalo, l’eterna lotta tra uomo e natura secondo Spielberg

Nel lontano, ma nemmeno così lontano, 1975 un giovane regista di nome Steven Spielberg (E.T. L’extraterrestre, Il GGG), il quale ai tempi non vantava la fama di oggi, firmava un capolavoro che ha segnato per sempre il mondo di Hollywood: Lo Squalo. Questo film è infatti il prototipo di un nuovo modo di fare cinema. Un vero e proprio cavallo di battaglia – negli anni a venire – della nuova promozione cinematografica statunitense. Difatti il prodotto si presenta come il primo thriller del blockbuster estivo che ha lanciato un metodo innovativo di distribuzione nelle sale cinematografiche.

Il progetto si basa sul romanzo di Peter Benchley, autore anche delle prime bozze di sceneggiatura assieme a Carl Gottlieb (che la riscrisse durante la fase di lavorazione). Il film vanta ben 3 premi Oscar: Miglior Montaggio, Miglior Sonoro e Miglior Colonna Sonora a John Williams (Star Wars, Indiana Jones, E.T. L’Extraterrestre). Lo Squalo ha visto 3 sequel, non curati da Spielberg e ha inoltre influenzato molte pellicole che si sono ispirate al genere.Lo squalo roberto shaw richard dreyfuss

Nel 1998 l’American Film Institute lo ha inserito al quarantottesimo posto dei 100 migliori film americani di sempre. Con l’aggiornamento della lista, nel 2007, è sceso al cinquantacinquesimo posto. Nel 2001 Lo Squalo viene selezionato dalla Biblioteca del Congresso per la sua conservazione nel National Film Registry degli Stati Uniti, in quanto “culturalmente, esteticamente e storicamente significativo”.

Nel cast troviamo Roy Scheider (L’uomo della pioggia, Dark Honeymoon), Robert Shaw (La stangata, Avalanche Express), Richard Dreyfuss (Incontri ravvicinati del terzo tipo, Zipper, Maddoff), Lorrain Gary (1941 – Allarme a Hollywood, Lo Squalo 2) e Murray Hamilton (L’aquila Solitaria, Amityville Horror).

SINOSSI

Ad Amity, una tranquilla cittadina su un isola del Pacifico popolata da turisti nel periodo estivo, una ragazza dopo una festa, ubriaca, si getta in acqua per fare un bagno. Quello che può sembrare uno svago durante “una sbronza”, si trasforma però in un incubo. Christine viene aggredita e mangiata viva da uno squalo bianco.

Preoccupato della situazione, il capo della polizia di Amity, Martin Brody, è determinato a far chiudere le spiagge per il 4 luglio. Il sindaco Larry Vaughn, temendo che questa disposizione possa essere dannosa per gli affari della cittadella, ignora totalmente il consiglio di Marty e lascia aperte al turismo le spiagge. Con tutta la gente in acqua che si diverte, ignara del pericolo, Marty non può fare a meno di temere un secondo possibile attacco da parte dello squalo. La preoccupazione diventa un pericolo quando effettivamente accade quello che lo sceriffo temeva: lo squalo miete la sua seconda vittima divorando un bambino su un gommone.

Con l’intera Amity nel panico, il Sindaco inizia una caccia per stanare ed eliminare definitivamente il predatore marino. Questa si conclude in maniera positiva, poiché alcuni cacciatori riescono ad uccidere il predatore. Un esperto dell’Istituto Oceanografo, Matt Hooper, giunge sulla scena per dare brutte notizie confermando che non è lo squalo giusto. La comunità però non dà peso alle parole di Hooper ed è convinta di aver scampato il pericolo. Marty invece sceglie di ascoltarlo e insieme scopriranno che il vero squalo è ancora in circolazione. I due, con l’aiuto del cacciatore Quint, andranno in mezzo all’oceano per uccidere la bestia. Inizia così una vera e propria sfida tra uomo e natura.

LA DURA PROVA DI SPIELBERG

Quando nel 1974 Steven Spielberg, ventisettenne, giovane e ancora acerbo venne incaricato di girare Lo Squalo, di certo non sapeva a cosa andava incontro. Sebbene nessuno si aspettasse niente di eclatante al livello cinematografico dal romanzo di Peter Benchley, Spielberg ha deciso di dare tutto se stesso per firmare quello che, a sua insaputa, sarebbe poi diventato un vero e proprio cult cinematografico.

Le riprese della pellicola però non furono per niente una passeggiata. Con il film Lo Squalo Spielberg si è quasi giocato la carriera prima ancora di cominciarla. Il budget sforò di circa 5 milioni quello prefissato dalla produzione. Non un ottimo modo per un regista alle prime armi d’integrarsi e stringere buoni rapporti con la New Hollywood. Oltre a questo durante le riprese ci furono innumerevoli errori tecnici e guasti di macchinari. Tanto che la troupe soprannominò il film, da titolo originale Jaws, in Flawsche in inglese significa difetti.

In conclusione, la durata delle riprese inizialmente stimata per 55 giorni, ne durò ben 159. Questo esagerato prolungamento spaventò molto il regista, il quale, per paura di una rivolta da parte della troupe, non si presentò l’ultimo giorno delle riprese. Una decisione che divenne poi consuetudine in tutti i suoi successivi film.

DENTRO E FUORI L’ACQUA

Lo-Squalo-Roy-Scheider-Robert-ShawLo squalo si dimostra essere non solamente un banale film su una creatura marina, ma riesce a trascinarci dentro qualcosa di terrificante e intraprendente. Forte del romanzo di Peter Benchley, che ebbe un considerevole successo, Spielberg fece una promessa con se stesso e con lo stesso autore del libro – che ne ha curato la sceneggiatura – per cercare di rendere quella che poteva sembrare, di base, una pellicola B-Movie in un precursore del genere.

Grazie alla colonna sonora e a un montaggio sonoro decisamente azzeccati, lo svolgimento ci risulta quasi diviso in due parti. La prima riguarda Amity, una cittadina tranquilla e baciata dal sole, così come le persone che vi abitano. Tale parte della storia viene accentuata da un tipo di tema musicale allegro e spensierato, esattamente come sono gli abitanti… ignari del pericolo.

Quando invece entriamo nel fondale marino, dove il predatore si aggira in cerca di prede, tutto cambia. Scendiamo nel mondo del mostro e veniamo tormentati da uno dei temi musicali più famosi della storia del cinema, composto da John Williams.
Una colonna sonora, quindi, intelligente e ben studiata, che diventa parte integrante della narrazione dentro e fuori dall’oceano.

L’UOMO CONTRO LA NATURA

Oltre alla sua solida sceneggiatura e ad un gioco di musiche azzeccato, il tema principale del film riprende una delle sfide più interessanti – e da sempre attuali – non solo del mondo del cinema, ma anche nella vita di tutti i giorni: l’arroganza dell’uomo contro lo spietato impulso della natura.

Lo-Squalo-Roy-ScheiderLa pellicola ruota proprio attorno a questo, anche se nel film possiamo individuare che l’uomo è dalla parte “del bene” (come quasi tutti i film del genere) nonostante l’errore umano sia sempre costante. La natura, nel nostro caso lo squalo, si dimostra quasi cosciente dell’errore commesso dall’uomo, e ne approfitta per poter contrattaccare. La stessa cosa accade con lo squalo: la sua natura gli impone di agire d’impulso e, in un certo modo, questa impulsività lo porta a perire.

Lo scontro tra uomo e natura, alla fine del film, si conclude con una “morale” e col risalto di alcune qualità: la perseveranza e la conoscenza del pericolo. Questi attributi non sono propri della bestia, e nemmeno di alcuni essere umani. Solo dei protagonisti. Questo è un elemento chiave per la pellicola, risaltato alla grande dalla regia di Spielberg.

Lo Squalo è un film che ha segnato la storia del cinema, oltre che un’epoca, creando un genere che ha cambiato in maniera definitiva la New Hollywood alla Hollywood odierna che noi tutti conosciamo.

 

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Gianluca Mastropietro

Classe 1992, vive a Fregene, comune di Fiumicino. Si è laureato in Sociologia presso la sede di Scienze della Formazione a Roma Tre. E’ da sempre appassionato di cinema e questa passione lo ha portato qui per poter dire la sua opinione ufficiale sulle pellicole in uscita sul grande schermo. COLLABORATORE SEZIONE CINEMA

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