Mario Monti: la tecnocrazia nata dalla cattiva politica

Mario Monti emette vibrazioni nella scena politica: spacca il PDL, divide il PD dall’IDV, Vendola sta aprendo solo in questi minuti all’ipotesi di un governo tecnico (ma solo fino a Marzo), la Lega non ci sta.

Mario Monti emette vibrazioni in Europa: vibrazioni positive, è stato rapidamente eletto a simbolo a vita della salvezza italiana ed europea, i mercati si fidano.

Mi basterebbe sapere che la Lega non lo vuole per lodare l’economista e farmi governare da lui, sprezzante del pericolo. Ma non scherziamo. Delle domande assillano tutti noi, chi è Mario Monti? Da dove spunta? Governo tecnico o elezioni? Nessuno ha una risposta definita e definitiva. Proviamo a valutare il caso assieme, procedendo delicatamente.

Guardando alle credenziali di Mario Monti direi che la fiducia dei mercati è ragionevole: oltre ad essere rettore della Bocconi è uno dei più importanti economisti europei. si può discutere ogni sua scelta ma non è questo il punto, il punto è che è ovvio che i mercati lo vogliano. È stato il presidente di Bruegel, un importantissimo think-thank europeo, è international advisor per Goldman Sachs, nel 2010 è stato contattato da Barroso per stendere un Rapporto sul futuro del mercato unico. È implicato in altri affari finanziari ed economici europei e mondiali. È un tecnico della finanza e dell’economia che può, tramite abilità, credibilità e conoscenza, salvare il paese. Direi che questo è un dato di fatto. Ma non è così semplice, sorgono altre implicazioni in campo: è giusto spazzare la democrazia con un governo tecnico? Con la tecnocrazia? E poi, è giusto farci salvare da un esperto di finanza quando è proprio la finanza che ci ha portato a questa situazione? Le obiezioni principali sono queste. E sono legittime.

Vediamo cosa si intende per governo tecnico. Parliamo di filosofia: Auguste Comte, padre del positivismo, pone un presupposto fondamentale per ogni essere umano: la volontà d’innalzare il proprio tenore di vita. Questo presupposto implica problemi da analizzare, questioni da risolvere e il miglior modo per farlo è l’affidamento alla tecnica e alla scienza. È un retroterra culturale da rivoluzione industriale ed illuminismo. Ci sono state poi varie posizioni riguardanti la tecnocrazia, a favore o contro, che riguardano anche lo stesso Marx. È un sistema che funziona? È allettante ma la società umana è troppo frammentata, articolata, complessa per rendere credibile un sistema che imponga soluzioni prettamente tecniche; serve la politica. Il punto è che sto parlando di tecnocrazia in opposizione ad un’idea ben precisa di politica e di democrazia, che non è stata messa in pratica; la cattiva politica (italiana perché di questo parlo) credo sia giustificazione ad un governo tecnico.

Cos’è la politica? È cattiva amministrazione. È ovvio che nel momento in cui la politica si riduce ad amministrazione della cosa pubblica è quasi meglio un governo tecnico, perché lo farebbe di certo meglio. Quello che voglio dire è che la questione non dev’essere politica o tecnocrazia, democrazia contro tecnocrazia: è stata proprio la degenerazione della politica e della democrazia a creare la necessità di un governo tecnico. Ritengo che ora sia necessario riparare, la politica non ha avuto le risposte per questa crisi, il tecnico Monti probabilmente. Ma questa è la cosa più grave di tutte, la dimostrazione che la finanza governa il mondo e che la politica ha perso il suo spazio; dobbiamo ripensare interamente alla gestione della cosa pubblica, forse questa è l’occasione. Siamo al grado zero della politica italiana, tutto è saltato. Intanto salviamo il paese per via economica, e nel frattempo creiamo le basi per salvarlo, solo tramite la buona politica, che ancora non c’è. È la politica che ci ha portato dritti alla necessità della tecnocrazia di Monti, ora è una soluzione ultima, arginiamo la macelleria sociale (cosa che la buona politica può fare, mentre i tecnici no, la tecnica ha creato la bomba atomica) e poi ridiamoci voce. Come? È questo che va rifondato, ma una cosa è stata tolta dalla vita politica: la vita umana; e la politica è degenerata, la finanza è implosa su se stessa distruggendo quella vita umana. Forse la chiave è proprio qua.

E Monti sia, ma che se ne vada il prima possibile. È l’emblema di molte sconfitte.

ANDREA NALE

Clicca qui per ascoltare il primo discorso da Premier di Mario Monti

Un pensiero su “Mario Monti: la tecnocrazia nata dalla cattiva politica

  • 13 Novembre 2011 in 9:24 am
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    I risultati ai quali si è arrivati dopo molti anni di “politica” sono oggi visibili. Non posso che essere d’accordo quando si dice che la politica italiana non è quello che dovrebbe essere, ma perché non lo è? L’intervento che Monti ha fatto pochi giorni fa a Otto e Mezzo esprime chiaramente l’idea del nuovo premier: il bipolarismo esasperato è il problema, il dialogo sterile e la volontà di difendere i propri interessi (sia la maggioranza che le opposizioni). Ciascuna delle due parti ha una proposta da fare ed una da non votare, in questo modo nessuna proposta viene scartata e nessuna viene votata. Monti ha intenzione di prendere provvedimenti che (come mettere le mani sulle pensioni) vanno contro il Pd e (come i prelievi sui redditi alti) vanno contro il Pdl. Il tiranno (se è lecito usare questa forzata metafora) che dovrebbe portare Roma fuori dalla crisi, per agire (nei limiti estremi del poco tempo che rimane), deve guardare al bene del paese e mancare alle regole perfettamente democratiche (che non sono nemmeno tali dato il ruolo di Napolitano) che farebbero perdere tempo. L’alternativa è non violare la santa democrazia (anche se sono personalmente convinto che gli Italiani diano fiducia a Monti, così come il mondo intero), ma perdere mesi di tempo e far precipitare il paese in un baratro, le precauzioni per il quale sono state chieste a gran voce dal direttore del Sole 24 Ore , e da molti economisti e gente (come me) che dipende dall’andamento dell’economia, e che sono espresse dal titolo (di pochi giorni fa) del citato giornale:”FATE PRESTO”.

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