Mega-flop Sgarbi: la sua autocelebrazione non fa ascolti e la Rai sospende il programma

Nella prima (ed unica) puntata del suo nuovo programma, Vittorio Sgarbi attacca a testa bassa alcuni giornali, fra cui Il Fatto Quotidiano e Repubblica, definendoli “falsari”.

Il sindaco di Salemi era furioso per le notizie su Giuseppe Giammarinaro, detto “Pino terremoto”, politico locale dalle amicizie quantomeno dubbie, il quale avrebbe esercitato un controllo sul Comune amministrato da Sgarbi. Ma lui intima: “Non consentirò ai magistrati di umiliare Salemi […] Quello che avete letto dà la sensazione di essere una macchina costruita per ostacolare la mia trasmissione. La mia è l’unica versione, non sono un mafioso e non frequento mafiosi”.
E Sgarbi ne ha anche per Oliviero Toscani, ex assessore della cittadina siciliana, reo di aver parlato, per primo, del malaffare a Salemi.
Tutti contro di lui, tutto studiato a tavolino da una sorta di intellighenzia della carta stampata per affossare il suo programma e non farlo andare in onda…ma a quello in realtà ci hanno pensato gli ascoltatori.

Il titolo della trasmissione è già un buon punto di partenza, in questo senso: “Ci tocca anche Vittorio Sgarbi… Or vi sbigottirà”. Il tema della prima puntata sarebbe il padre, ma Sgarbi si dedica principalmente all’autocelebrazione e all’autocompiacimento.

Ed è un flop probabilmente annunciato ma che è costato caro: ben 1,5 milioni di euro (“Chi l’ha visto”, che ne costa 85.000, ha registrato il doppio dello share).
Il conduttore, nella conferenza stampa successiva all’annuncio della sospensione, se la prende con il pubblico che, a suo dire, non sarebbe in grado di recepire la cultura. Ma sembra piuttosto che l’anchorman, spesso ospite di programmi della televisione pubblica e privata perché i suoi modi e le sue uscite aumenterebbero l’audience, in realtà abbia proprio stufato con la sua aggressività caciarona che non ammette critiche o dissensi. Ancor di più se usa la prima serata della rete ammiraglia della RAI per parlare di sé.

La lettura dei dati d’ascolto porta ad un semplicissimo ragionamento: i monologhi di Saviano (che Sgarbi definisce “compiaciuto nel rappresentare un’Italia brutta”) suscitano l’interesse del pubblico e fanno il record di ascolti. Quelli di Sgarbi non se li fila nessuno…
Soprattutto la strana storia dei pesi e dei contrappesi televisivi spacciata per “par condicio” ancora una volta non regge. Se c’è Santoro che viene seguito da milioni di telespettatori, sperano di offuscarlo o contrastarlo piazzando Ferrara dopo il TG1 ma vengono prontamente smentiti da numeri impietosi. Poi Sgarbi che, respinto al mittente quando Masi cercava di imporlo a Santoro come contraltare a Marco Travaglio, annuncia di voler battere l’audience registrata per “Vieni via con me” di Saviano. E sappiamo com’è andata a finire.

La dolce sensazione è che piano piano la fortezza del sultano si stia sgretolando. Forse sperare che gli italiani si stiano svegliando dal sonno in cui sembrano essere crollati nell’ultimo ventennio è troppo. Ma…

Qui un estratto della puntata.

GIANLUCA CAPORLINGUA

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