Pavarotti, Ron Howard ritrae la maestosità del “tenore del popolo”
Pavarotti : Ron Howard presenta alla 14^ Festa del Cinema di Roma il racconto dell’uomo dietro la star planetaria, del padre prima che del tenore. Un ritratto sincero e umano che emoziona e commuove
1995, Manaus (Brasile), nel pieno della giungla amazzonica. Luciano Pavarotti arriva nel Teatro Amazonas – palcoscenico dal quale Caruso in passato ha cantato – e davanti a una sparuta platea, con indosso i pantaloni di una tuta, si esibisce. Con questa scena, anzi con questo video inedito girato dal flautista Andrea Griminelli che seguiva il Maestro in quel periodo, si apre Pavarotti, film documentario del regista premio Oscar Ron Howard, in concorso alla 14^ Festa del Cinema di Roma.
Un ritratto puntuale, umano, senza fronzoli, sincero e delicato al tempo stesso quello che il regista statunitense dipinge della grande star dell’opera lirica.
Il tranello in cui si poteva cadere nell’affrontare la vita di un personaggio che ha cambiato la storia musicale del nostro paese, varcando di molto i confini fino a spingersi letteralmente ai quattro angoli della Terra, era il mostrare pedissequamente la carriera. Ron Howard, dopo aver diretto il fortunato documentario musicale The Beatles – Eight Days A Week, riesce invece a entrare nell’animo dell’uomo prima che del tenore, accendendo un faro dietro al “sipario”.
La narrazione si sviluppa in mezzo a una quantità emozionante di filmati d’epoca delle esibizioni, di testimonianze originali, momenti privati. Tutto è teso ad “umanizzare” la leggenda. Significative le interviste alla prima moglie Adua Veroni e alle tre figlie Cristina, Lorenza e Giuliana Pavarotti. E anche l’accenno al tetano che prese il Maestro da piccolo e lo portò vicino alla morte, facendolo riflettere: “Da quel momento la mia vita è stata un’opportunità da non buttare, anzi un dono continuo da omaggiare e da donare a sua volta agli altri”.
Il “Tenore del Popolo”
Un animo e una vita in continuo movimento, volendo dare sempre di più al suo pubblico, amando la vita e le persone. “Ho imparato ad amare la gente […] non esisterei se non credessi nelle persone”. Questo è stato Pavarotti. Una voce di una maestosità sconvolgente, capace di raggiungere le masse e di far arrivare l’opera lirica all’orecchio di tutti. Concerti, performance, recital, il successo del gruppo I Tre Tenori, il voler portare l’Opera nei posti in cui non era conosciuta come la Cina.
Un uomo sorridente, di quei sorrisi che ti fanno stare bene, i sorrisi di una persona umile che – umilmente – da insegnante di scuola elementare arriva ad essere una celebrità. Il “tenore del popolo”.
Pavarotti è stato un’artista che ha avuto tanto dalla musica e che ha passato la sua esistenza alla “ricerca di ciò che avrebbe potuto fare per gli altri”. Quindi i tanti progetti di beneficenza, i concerti di Pavarotti & Friends. Ma anche il divorzio doloroso dalla sua prima moglie, l’amore per Nicoletta Mantovani, la nascita dell’ultima sua figlia Alice.
In Pavarotti di Ron Howard c’è tutto questo e anche di più, c’è la vita del Maestro che diventa sul grande schermo una vera e propria opera teatrale melodrammatica, scandita dalle arie interpretate e legate indissolubilmente alla sua esistenza.
“Alcuni sanno cantare l’opera. Luciano Pavarotti era un’opera”. E se a dirlo è il leader degli U2 Bono, uno dei grandi amici di Big Luciano, non c’è nulla da aggiungere.
Pavarotti sarà al cinema solo il 28-29-30 ottobre, distribuito da Nexo Digital
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