Portimao è di Rea: in Sbk è un assoluto dominio
Ancora una volta è dominio, quest’anno la superbike non sembra voler cambiare copione; Jonathan Rea, l’alfiere Kawasaki, comanda in un lungo e in largo una competizione che nel 2015 si sta dimostrando a senso unico, con tanti record che potrebbero sgretolarsi a breve. A Portimao (Portogallo), sede della settima tappa del mondiale, è ancora un monologo nordirlandese, con l’ennesima doppietta di una stagione che sembra più che mai già chiusa.
UN REA AMMAZZA-MONDIALE.
L’artefice del potere assoluto è Jonathan Rea; ingaggiato dalla Kawasaki all’inizio dell’anno per combattere con Sykes, l’altro pilota “in green“, per il titolo, il britannico ha fatto sua una moto quasi perfetta, dimostrando di essere un campione sotto tutti i punti di vista. Dieci vittorie su quattordici gare disponibili, 330 punti sui 350 totali; è inutile parlare d’altro, i numeri spiegano benissimo la situazione. Il secondo in classifica, il compagno di squadra Tom Sykes, è già lontano più di 120 punti (vale a dire circa cinque gare di distanza, poiché ogni vittoria ne assegna 25 al vincitore). Probabilmente con la doppietta di Portimao Rea ha messo la parola fine al campionato. Ora come ora – e siamo solo al giro di boa della stagione- è impossibile, oltre che utopistico, immaginare qualcun altro sul gradino più alto del podio.
CRONACA DI UNA SBK MONOTONA.
Ciò che risalta di più della stagione in corso è la mancanza di competitività. Se lo spettacolo è assicurato ad ogni round – quello, per fortuna, non manca mai – non si può affermare la stessa cosa per la suspense. Stiamo vivendo un’annata nella quale la Kawasaki ha la moto più performante con i piloti più forti, non è da oggi che parliamo di questo. Ma il dominio di Rea fa risaltare la realtà; il regolamento, che doveva donarci una superbike sul filo del rasoio, non ha livellato i valori in campo ma, anzi, li ha ampliati. Stesso discorso può essere fatto per i piloti, poiché la concorrenza di Rea non è minimamente paragonabile agli anni scorsi: un esempio lampante, per questo, è la squadra Aprilia, che ha sostituito Melandri e Guintoli con Haslam e Torres, due piloti che non hanno mai lottato per il titolo e non sembrano, ancora, in grado di farlo. Tutto ciò è un bene per Kawasaki e per Rea, ma decisamente un male per il movimento superbike, da sempre riconosciuto e seguito per il suo spirito imprevedibile, equilibrato e competitivo. Dalle strategie dei team ai piloti, passando per il regolamento; qualcosa deve pur cambiare, altrimenti il mondiale 2015 potrebbe essere il primo di tanti monologhi.
LA SBK TORNA IN ITALIA.
Il 21 giugno si torna in pista con l’ottavo round della stagione. Si arriva a Misano Adriatico, a San Marino, nel circuito dedicato al compianto Marco Simoncelli. L’anno scorso fu doppietta di Sykes, che sarà sicuramente motivatissimo a ritrovare la vittoria dopo lo sfortunato weekend portoghese. Così come saranno motivate le case italiane Ducati e Aprilia, le quali sperano, più che mai, che l’atmosfera romagnola possa giovare a moto e risultati. Di sicuro è attesa una grande cornice di pubblico; così come a Imola poco più di un mese fa, anche per Misano è prevista una massiccia mole di appassionati, sempre pronti a riempire le tribune anche i giorni delle prove. In Italia l’amore per la superbike è vivissimo: veder trionfare un pilota di casa sarebbe il regalo più bello.
SE QUESTO ARTICOLO TI E’ PIACIUTO, SOSTIENI WILD ITALY CON UNA DONAZIONE!