Predestination: film a due facce
Esce mercoledì 1 luglio, distribuita da Notorius Pictures, la nuova pellicola dei fratelli Spierig (“Undead”, “Daybreakers”). Si tratta di Predestination, il dramma “fanta-action” australiano basato sul racconto “Tutti voi zombie” del 1959, firmato da Robert Anson Heinlein. Il film, che vede come protagonisti due attori del calibro di Ethan Hawke e Sarah Snook, è stato girato a Melbourne (Australia) nel 2013, in soli 32 giorni di riprese (dal 9 aprile al 21 maggio). La pellicola è stata distribuita negli Stati Uniti ad agosto 2014, mentre in Italia – come detto – è disponibile nei cinema solo dal 1 luglio.
SINOSSI.
La trama ricalca la vita di un agente speciale, interpretato da Ethan Hawke (“L’attimo Fuggente”, “Sinister”), che ha l’incarico – attraverso una serie di viaggi spazio-temporali – di prevenire grandi stragi terroristiche della storia recente. Tutto ciò viene già spiegato nel breve prologo, dove si vede un Hawke (candidato all’Oscar per “Boyhood”) visibilmente malconcio al termine di una delle sue tante missioni. Il suo ultimo incarico, prima del congedo, lo vede all’inseguimento di un criminale che, nonostante i tanti tentativi, continua a sfuggirgli imperterrito. E proprio per stanare quel criminale, ma non solo, Hawke sarà costretto a “reclutare” un nuovo personaggio, interpretato dalla bravissima attrice australiana, classe 1987, Sarah Snook.
UNA TRAMA A DUE FACCE.
Il film si può considerare essenzialmente diviso in due: la prima parte se la prende il grande racconto che la “Ragazza-madre“, Sarah Snook, fa al barista di turno (Hawke nella sua professione di copertura), con tanto di flashback per una storia, a rilento, che comincia a prendere forma. Nella seconda, invece, il procedimento è più frenetico, si sovrappongono i viaggi nel tempo e i vari piani cronologici s’intrecciano, con uno svolgimento che si avvia sempre più rapido alla risoluzione. I colpi di scena ci sono ma uno spettatore attento non si impressionerà più di tanto, poiché la trama lancia dei segnali evidenti in tal senso già dalla prima metà del film.
TANTI GENERI, TANTE TEMATICHE.
Predestination è un film di difficile interpretazione di genere: confluiscono al suo interno elementi di fantascienza, necessari vista la tematica dei viaggi nel tempo, senza però ispezionare troppo il perché e il come avvengano tali salti spazio-temporali. Tanto è vero che lo strumento di questi complicati sbalzi cronologici, che abbracciano un periodo quantificabile tra il 1945 e gli anni ’90, è una semplice custodia di violino, la quale non viene né spiegata né tanto meno sviluppata tecnicamente durante la storia: c’è e funziona, questo è l’unico concetto che conta.
D’altro canto sono evidenti anche gli elementi che riconducono il film nei ranghi di una pellicola d’azione, ai limiti tra il poliziesco e il thriller. Ma la componente più corposa è quella drammatica, narrativa se vogliamo, dove il racconto suscita emozioni e lega la storia di un personaggio a tutti gli altri, portando in ogni caso lo spettatore a farsi delle domande. «Questo film – ha dichiarato il produttore Paddy McDonald – avrà sicuramente un significato differente per chiunque lo guardi. Prende spunto dal mondo accademico, dalla filosofia e dalla teologia e gioca con loro».
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