Primarie, primarie ed ancora primarie

Si parla sempre di primarie nel centro-sinistra. Primarie, primarie ed ancora primarie. Sembra come in quel film italiano (“Diverso da chi?”), dove un ipotetico partito di centro-sinistra organizza queste fantomatiche primarie, prendendo il regolamento dal sito di Barack Obama. Una barzelletta. Purtroppo – a dispetto delle tante belle parole che si possono spendere – la sinistra in Italia, attualmente non esiste più. Continua ad inseguire Berlusconi e il centro-destra (su temi come l’economia, l’immigrazione, il lavoro) non riuscendo a distaccarsi dalle argomentazioni che pone ma riuscendo solamente a dire che Tremonti è così bravo da meritare la guida di un governo tecnico….capite che il problema è strutturale.

Un partito che – attraverso le parole di uno dei suoi esponenti più influenti – taccia le proteste di piazza contro la seconda carica dello Stato (invitata a Torino alla festa democratica e sul cui passato aleggia ancora il sospetto di connivenze mafiose) come iniziative da “squadristi”, ha perso completamente la bussola e il vocabolario.

Porca miseria, OPPOSIZIONE (O-P-P-O-S-I-Z-I-O-N-E) significa saper presentare al popolo italiano che ha votato in massa il Cainano, un’alternativa credibile alla situazione attuale. Delle proposte serie! Non si può dissertare tutto il mese di agosto se è meglio allearsi con un voltagabbana come Casini e con il mafioso Cuffaro (che permette all’Udc di sopravvivere) oppure con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro e con tutta l’ala della sinistra radicale. Bisogna andare casa per casa a parlare di fatti! Bisogna parlare agli italiani  della gestione politica fallimentare del governo berlusconi. La politica del “ghe pensi mi” che ha lasciato il dicastero dello Sviluppo Economico vuoto per oltre 120 giorni, con l’interim in mano al maggiore imprenditore italiano con le mani in pasta ovunque.

Un partito serio non può applaudire la nomina di Michele Vietti – un personaggio che contribuì a depenalizzare il falso in bilancio, aiutando B. – a Vicepresidente del Csm, solo perchè, ingoiata la sua nomina, le loro gliele avrebbero accettate tutte.

L’ultima speranza di veder rinascere questo partito “riformista” è – come al solito – un cambio di rotta e di leader. Anche stavolta, tale processo mi auguro che avvenga attraverso le primarie per il candidato leader del centro-sinistra, da contrapporre alle truppe berlusconiane, nella prossima competizione elettorale. Fortunatamente non è stato lasciato campo libero a quella specie di barzelletta ambulante che risponde al nome di Pierluigi Bersani poichè, in base allo statuto, il candidato per le politiche del 2013 doveva essere proprio lui.

A guastargli la festa, 5 possibili pretendenti: il suo numero 2, Enrico Letta; il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino; il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola; l’ex segretario Pd, Veltroni (avete capito bene, proprio lui…di nuovo..) e il Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.

Va detto subito che fra queste personalità, Veltroni e Zingaretti sono quelli più in forse ma sono anche i più chiaccherati, dati quasi per certi ad una candidatura alle primarie.

Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio ogni candidato (o presunto tale):

PIERLUIGI BERSANI

Emiliano, di quelli duri e puri, inizia la sua carriera politica nel 1990, assumendo prima la carica di consigliere regionale per il PCI e poi quella di Vicepresidente della giunta. Nel 1993 si candida alle regionali e ottiene la nomina di governatore. Da lì è un crescendo: Ministro dell’Industria, Commercio e Artigianato nei governi Prodi I e D’Alema I, Ministro dei Trasporti e della Navigazione nei governi D’Alema II e Amato II e Ministro dello Sviluppo Economico nel governo Prodi II.

Dalemiano di strettissima osservanza, nel 2005 è memorabile una sua intervista a “La Padania” volta ad aprire un dialogo con la Lega Nord e con quello stinco di santo di Roberto Maroni (condannato a 4 mesi e 20 giorni per aver morso la caviglia di un agente di polizia – mandandolo in ospedale – il quale stava effettuando una perquisizione nella sede leghista a Via Bellerio).

E’ stato uno degli artefici del passaggio di Telecom dalle mani di Franco Bernabè a quelle dei “capitani coraggiosi” (con a capo Colaninno), che l’hanno resa un colabrodo piena di debiti…con la benedizione del Presidente del Consiglio di allora…Massimo D’Alema…come ti sbagli…

ENRICO LETTA

Allievo di Beniamino Andreatta (Democristiano DOC). Nipote dell’oscuro Gianni Letta. Laureato in Scienze Politiche, è stato Ministro delle Politiche Comunitarie nel governo D’Alema e dell’Industria nel governo Amato-2; sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel governo Prodi-2. Si era già candidato nel 2007 alle primarie per la scelta del segretario, arrivando terzo dopo Veltroni e Rosy Bindi.

Celebre la sua dichiarazione al “Corriere della Sera” (15 settembre 2007): <<Nel Partito Democratico vorrei gente in gamba, anche se sta nel Cdl: penso a mio zio Gianni, a Casini, a Tabacci, a Vietti e a Tremonti>>….traetene voi le dovute conclusioni….

SERGIO CHIAMPARINO

Laureato in Scienze Politiche. Sceso nell’agone politico dal lontano 1975…l’uomo nuovo….

Nessuna ombra, a quanto pare…tranne per la sua gestione un pò da sceriffo del comune di Torino, governato dal 2001. Il riferimento è in particolar modo ad una querelle sul problema immigrazione: ha usato toni piuttosto accesi e feroci addirittura contro l’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, “reo” di aver difeso un gruppo di profughi che il Comune vuole sgomberare.

NICHI VENDOLA

“l’Obama italiano” (come l’ha definito l’ex direttore di “The Economist”, Bill Emmott), laureato in Lettere e Filosofia. In politica dal 1985 quando diventa Vicepresidente della segreteria nazionale del FGCI. Presidente della Regione Puglia dal 2005. E’ l’unico uomo che riesce a intercettare consensi trasversali, da destra a sinistra.

Portavoce di Sinistra e Libertà, sulla sua figura si ammantano ombre piuttosto sconcertanti. Marco Travaglio le riassume così su “l’Espresso”, chiedendo a Vendola: << Numeri che siano in grado di spiegare perché la sua regione sia riuscita a spendere solo il 40,6 per cento dei fondi Fas (addirittura meno della disastrata Campania) e perché nel dicembre scorso avesse accumulato una perdita di esercizio nella sanità di 1 miliardo, di cui 350 milioni solo nel 2009. […] nel settore cruciale della sanità, non ha brillato: il suo primo assessore, Alberto Tedesco, nominato in pieno conflitto d’interessi (la sua famiglia forniva protesi sanitarie alle Asl), è finito indagato per corruzione e s’è rifugiato in Senato prima di incappare in guai peggiori; e il suo ex vicepresidente Nicola Frisullo è stato arrestato perché trafficava con Giampi Tarantini, altro ras delle protesi sanitarie, che gli forniva escort in omaggio. Restano poi da spiegare gli scambi di smancerie fra Nichi e il cappellano berlusconiano don Luigi Verzè, patron del San Raffaele e ras della sanità privata all’italiana (fondi pubblici, guadagni privati). […] l’assunzione a tempo indeterminato di 8 mila precari tra dirigenti medici e infermieri da società esterne ora internalizzati nelle Asl: il tutto deciso il 10 febbraio, ultima seduta del vecchio consiglio prima delle elezioni regionali, con l’astensione del centrodestra timoroso di perdere voti preziosi. >>.

Allora, Obema (detto alla pugliese) come la mettiamo?

WALTER VELTRONI

Della serie “a volte ritornano” Uòlter ha annunciato il suo rientro sulle scene, con una lettera aperta al Corriere: <<due anni fa 14 milioni di italiani hanno messo la croce sul mio nome. Se un milione e mezzo dei 38 milioni di votanti avesse scelto il centrosinistra riformista invece di Berlusconi, ora saremmo noi a guidare il Paese. Ma non è successo, per tanti motivi. Come cercherò altrove di approfondire (è deciso ad indagare, siamo più tranquilli…), credo più per ragioni profonde e storiche che per limiti di quella campagna elettorale che si concluse col risultato più importante della storia del riformismo italiano>>….un ragionamento che non fa una piega. Sarebbe come a dire che tu in una gara sei arrivato primo ma se fossi inciampato, sarei arrivato io primo.

Sindaco di Roma dal 2001. E’ l’unico che – durante una campagna elettorale – è riuscito a non chiamare mai Berlusconi per nome (il famoso “principale esponente dello schieramento a noi avverso”). Un fallimento colossale. Dimessosi nel febbraio 2009 dalla segreteria, ora pare che voglia ritentare la scalata al vertice del partito. Gli converrebbe rimanere defilato – nella commissione Antimafia – dove riscuote maggiori consensi di quanto li abbia mai riscossi da segretario.

NICOLA ZINGARETTI

Fratello minore dell’attore Luca Zingaretti (il Commissario Montalbano).

Nel 1991 viene eletto segretario nazionale della Sinistra Giovanile e l’anno successivo consigliere comunale di Roma.

Dal 1995 al 1997 diventa presidente dell’Unione Internazionale della Gioventù Socialista (IUSY) e vice presidente dell’Internazionale Socialista (SI).

Nel 1996 viene nominato rappresentante nel Comitato delle Nazioni Unite per l’Anno mondiale della Gioventù e interviene all’Assemblea Generale dell’ONU.

A 33 anni è eletto membro della commissione incaricata di elaborare la piattaforma politica dei socialisti per il nuovo secolo “Progresso Globale”, presieduta da Felipe Gonzales. Tra il 1998 e il 2000 diviene responsabile delle relazioni internazionali presso la direzione nazionale dei Democratici di Sinistra.

Nel 2000 viene eletto segretario dei Democratici di Sinistra di Roma.

Nel marzo del 2004, dopo essere stato eletto nel Parlamento Europeo con 213 mila preferenze nella lista “Uniti nell’Ulivo”, viene nominato presidente del gruppo.

Il 18 novembre 2006 viene eletto al primo turno segretario dell’Unione regionale del Lazio dei Democratici di Sinistra.
Nell’aprile del 2007 viene riconfermato alla guida dei Ds del Lazio. Il 14 ottobre, alle primarie del Partito Democratico viene eletto con 282 mila voti (85,31%) segretario del Pd nel Lazio.

Nicola Zingaretti, nel febbraio 2008 accetta la candidatura alla presidenza della Provincia di Roma e il 28 aprile, dopo un turno di ballottaggio, diventa presidente con 1.001.490 voti di preferenza (51,48%).

(Tratto dal sito della Provincia di Roma)

E non è neanche completo il curriculum di questo quarantenne (ne ho pubblicato solo una parte), capofila dei giovani democratici. Su una sua candidatura non si è ancora sbilanciato ma ha già ricevuto il plauso e l’ammirazione di Marco Travaglio che, dalle colonne de il Fatto Quotidiano, ha dichiarato: <<Proviamo per un attimo a immaginare se, al posto di Bersani, ci fosse Nicola Zingaretti. Ha 45 anni, governa bene la Provincia di Roma, dove ha vinto le elezioni mentre Rutelli le perdeva, non è chiacchierato, non ha scandali né scheletri nell’armadio, ha una bella faccia pulita e normale, è pure il fratello del commissario Montalbano (il che non guasta), non s’è mai visto a Porta a Porta, ha ottimi rapporti con Vendola e parla un linguaggio che piace ai dipietristi. Intervistato da IoDonna, alla domanda “La qualità che preferisce in un uomo?”, ha risposto “L’onestà”. “E in una donna?”. “L’onestà”. Poi ha mandato a quel paese Chiamparino sulla batracomiomachia pro o contro l’invito a Cota alla festa del Pd: “Basta con la subalternità culturale alla destra, basta dare corda al Pdl o alla Lega in cambio di qualche spazietto su giornali e tv”. C’è chi, con molto meno, potrebbe perfino vincere le elezioni>>.

Certo, nel 2011 pesa il suo appoggio a quella muffa di Piero Fassino per le comunali di Torino….

Quale sarà il nuovo leader del centro-sinistra,  allo stato attuale è impossibile affermarlo – prima aspetteremo di vedere i programmi che avanzeranno i candidati – e vediamo chi potrebbe essere l’unico a dare un senso a questa storia, anche se (e me lo ripeto continuamente) questa storia…un senso non ce l’ha…

MATTEO MARINI

Matteo Marini

Giornalista pubblicista, fondatore e direttore di Wild Italy. Ha collaborato con varie testate nazionali e locali, tra cui Il Fatto Quotidiano e La Notizia Giornale, ed è blogger per l’Huffington Post Italia. Nel 2011 ha vinto il Primo Premio Nazionale Emanuela Loi (agente della scorta di Paolo Borsellino, morta in Via d’Amelio) come “giovane non omologato al pensiero unico”. Studioso di Comunicazione Politica, ha lavorato in campagne elettorali, sia in veste di candidato che di consulente e dirige, da fine 2016, Res Politics - Agenzia di comunicazione politica integrata . DIRETTORE DI WILD ITALY.

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