Questo è scemo
Non sono un Berlusconiano. Non lo sono mai stato. Spero di non esserlo mai. Ma non per questo ho mai sparato a zero sull’operato del Governo senza, prima di dire la mia, aver valutato ogni dettaglio. E questo “vaglio” ha spesso salvato il ministro Tremonti, uno degli esponenti della maggioranza che ho sempre ritenuto più autorevoli e competenti, nonostante i suoi errori. Ma anche io commetto errori ed uno di questi l’ho fatto valutando il comportamento del Ministro negli ultimi mesi. Quando, dal primo crollo della borsa, ho visto un Tremonti che si muoveva (unico nel Governo)per preparare una manovra che scongiurasse un profondo rosso modello Grecia, non ho potuto fare altro che apprezzare, se non il suo operato, almeno la sua dose di iniziativa. L’idea poi di tenere come obiettivo il pareggio di bilancio – obiettivo preso troppo con comodo, però – non era sicuramente negativa, anzi era l’unica che ho condiviso pienamente dall’elezione di questo Governo. Già sui tagli ero meno d’accordo con il Ministro, spesso tagli lineari, in alcuni casi apparentemente senza logica. Poi però ti dici che in fondo Tremonti avrà una strategia, avrà previsto come ovviare a dei tagli che, se non si interverrà, risulteranno insostenibili per lo Stato. Ti dici che pur essendo una manovra lacrime e sangue, qualche lato positivo ce l’ha e, in fondo, è vero che nella nostra situazione (sempre più simile a quella spagnola) una manovra così è davvero “di lusso”. Poi però ci si accorge che le misure non danno abbastanza fiducia ai mercati, che il debito continua a salire, che l’economia rischia di non riprendersi da una finanziaria che non va oltre il salvare l’Italia dal fallimento. E ti aspetti che un Governo faccia qualcosa. Dimettersi sarebbe stato il meglio, ma capisco che non si può avere tutto e quindi mi aspettavo almeno, se non un colpo di reni, almeno un fischio. Fischio che sarebbe dovuto arrivare oggi, dopo che ci siamo lasciati imporre dalla BCE l’anticipo del pareggio di bilancio.
La cosa non è negativa; l’importante è gestirla bene. Tuttavia, visto che la Banca Centrale Europea è brava a dare consigli su “cosa” fare, ma tace sul “come” fare, mi aspettavo che un Ministro come Tremonti, l’importatore della finanza creativa, della cartolarizzazioni e di altre diavolerie del genere, si facesse venire qualche idea. Non che speravo ce le comunicasse, sappiamo che non è il tipo da “bruciarsi” un decreto anticrisi rivelando in anticipo le misure che ha in testa. Ma speravo almeno di intravedere qualcosa nel suo discorso di ieri. Ed ho intravisto qualcosa, il niente. Nulla più assoluto. E la cosa mi sconforta. Dall’audizione del Ministro di ieri non abbiamo saputo nulla di più rispetto a quanto (non) sapessimo prima. L’ombra di qualche liberalizzazione, tagli alla spesa, aumento delle tasse, riforme della costituzione, “libertà di licenziamento”. Ma cosa in concreto? Non si sa, “è difficile essere più precisi prima di vedere il presidente della Repubblica e a mercati aperti”. Già, ottima idea tenere segreto ciò che potrebbe fare schizzare verso l’alto la borsa. Ma la verità è una: Tremonti non ha idee, non sa come fare. Servono 20 miliardi per portare l’Italia al pareggio di Bilancio entro il 2013, ma, se non sappiamo come intervenire e come fare ripartire il PIL, non c’è speranza che l’obiettivo venga raggiunto. L’unica cosa che otterremo sarà un’economia ferma. Ah, e l’ennesima figuraccia sul piano internazionale (come se il nostro commissariamento da parte di Francia e Germania non bastasse). Nella nostra situazione non possiamo permetterci un Ministro che non sa cosa fare.
Mi vedo costretto a rivedere la mia valutazione su Tremonti. “Questo è scemo!”, ti dici. Sta immobile quando l’economia italiana è nella tempesta. Parla a vanvera senza saper cosa dire quando ci si aspetta che agisca. Mi piacerebbe credere che ci tace le misure che ha in mente solo perché i mercati erano ancora aperti. Non è così e lo sa anche lui. La verità è che già con la prima manovra credeva di placare i mercati e di salvarci dalla crisi, ma le sue previsioni si sono dimostrate tutte errate; ora non sa più cosa fare. Se speriamo che i mercati ripartano cambiando due articoli della Costituzione, facciamo prima a partire tutti quanti in pellegrinaggio con i famosi 100 deputati (tra l’altro dopo oggi il Parlamento torna in vacanza fino a Settembre). In realtà pure la modifica della Carta è fumo negli occhi: è solo un modo per dare qualcosa di cui discutere, visto che dalle parole di Tremonti non è arrivato nessun altro annuncio di rilievo. E pure dal resto del Governo non c’è da aspettarsi nulla (Brunetta intervistato dal “Giornale” afferma che l’Italia in tre mesi tornerà quella di prima; si, ciao baby). La crisi è in atto, e temo ce la terremo. Per molto.
GIORGIO MANTOAN