Wimbledon 2017: l’ottavo sigillo di Roger è servito
Le due settimane della 131esima edizione dei Championships si sono concluse nella maniera che tutti aspettavano, con i trionfi di Roger Federer e Garbine Muguruza. Due generazioni tennistiche a confronto che hanno saputo dominare i rispettivi avversari, con tanta classe, il primo, e tanta potenza, la seconda, alzando il trofeo sull’erba di Wimbledon 2017.
L’ottava meraviglia di Roger
Dopo i fasti invernali sul cemento australiano prima, e quello americano poi, l’auspicio di tutti gli amanti del tennis era quello di vedere lo svizzero gioire sui campi più blasonati del circuito. Detto, fatto: la pausa e la scelta di rinunciare alla stagione su terra, superficie poco congeniale a Roger, e molto dispendiosa, hanno restituito agli occhi degli appassionati un Federer tirato a lucido, in una delle sue migliori versioni. Ad Halle fa le prove generali, trionfando per la nona volta. Poi sui campi dell’All England Club di Londra, sfodera il meglio del suo repertorio, trionfando senza perdere nemmeno un set.
Ogni ulteriore commento sulla magia del suo tennis sarebbe superfluo. E allora non rimane che aggiornare il suo libro dei record: 19 titoli dello Slam, secondo stagionale dopo l’Australian Open, staccando ulteriormente Nadal, fermo a 15; ottavo Wimbedon, a 5 anni dal suo ultimo successo e a 14 dal primo, staccando Pete Sampras e William Renshaw a quota 7, diventando il più vincente di sempre ai Championships.
Aspettando di ritrovarci a dover stravolgere ancora una volta questi numeri, Wimbledon ci ha lasciato un messaggio: forse non si potrà dire chi sia stato il più forte di tutti, ma quel che è certo è che uno migliore di Roger Federer non ci sarà.
Cilic, le lacrime del gigante
Un’immagine che resta così, impressa nella mente. È quella del croato Marin Cilic, in lacrime durante la partita, a causa di un problema fisico che gli ha impedito di poter essere al meglio e giocarsi le sue possibilità nella finale.
Cilic sapeva come far male allo svizzero, avendolo già battuto allo Us Open 2014 e portandolo fino al quinto set nei quarti della scorsa edizione di Wimbledon. Sia chiaro, questo non sminuisce assolutamente il trionfo di Federer, che con ogni probabilità avrebbe vinto lo stesso, ma Cilic merita un grandissimo applauso; ha giocato un tennis fantastico, sia al servizio che in risposta, battendo abbastanza facilmente tutti i suoi avversari.
Resta il rammarico di non aver potuto godere di una finale all’altezza del suo livello, ma siamo sicuri che Marin si riprenderà presto e tenterà l’assalto a Flushing Meadows, dove sa come si vince – trionfò proprio in quel 2014 – e proverà sicuramente a fare il bis.
Le sorprese e il flop degli altri big
E’ stato sicuramente un torneo atipico, con tante sorprese ed eliminazioni eccellenti. Ai flop abbastanza annunciati alla vigilia, come quelli di Murray e Djokovic per le pessime condizioni fisiche, si è aggiunto quello di Nadal. Il maiorchino, nonostante l’ottimo periodo di forma, ha sofferto ancora il difficile adattamento alla superficie.
Le uscite eccellenti hanno aperto le porte dei piani alti dei Championships agli outsider, come Sam Querrey e Gilles Muller. Il primo, non nuovo ad exploit di questo tipo, ha eliminato per il secondo anno consecutivo il numero 1 del mondo – Djokovic lo scorso anno, Murray quest’anno – arrivando fino ad un’inaspettata semifinale. Il lussemburghese, invece, ha beneficiato di grandi percentuali al servizio per spingersi fino ai quarti dello Slam, obiettivo mai raggiunto prima. La sua vittoria con Nadal rimane forse la partita più bella di Wimbledon 2017.
Rimandati al prossimo anno i due NextGen più talentuosi del circuito: Alexander Zverev e Dominic Thiem.
Muguruza, la queen di Wimbledon
Finalmente Garbine! Dopo il successo al Roland Garros del 2016, la spagnola si era un po’ persa nel lottare contro le pressioni esterne e contro sé stessa, non riuscendo ad esprimere il suo miglior tennis.
Al suo angolo c’era Conchita Martinez, ultima spagnola ad aver conquistato i Championships contro la 37enne Martina Navratilova. Ironia della sorte, anche nel sabato della finale 2017 dall’altra parte della rete c’era un’altra 37enne: Venus Williams. L’americana tentava la storia, a 17 anni dalla prima vittoria a Wimbledon. Piccole coincidenze che fanno pensare che forse era proprio destino che finisse così. La Muguruza è il talento più fulgido della nuova generazione, e per la potenza dei colpi è sicuramente l’erede più accreditata al trono per il post-Serena Williams.
E così, mentre la spagnola cerca di rimettere insieme tutti i pezzi per poter puntare con decisione al primato WTA, da questa settimana la nuova nuova numero 1 ha il nome di Karolina Pliskova. La ceca è la sesta giocatrice della storia a diventare leader di classifica senza aver vinto nemmeno uno slam. Ma in questo 2017 del tennis femminile, questa potrebbe non essere l’ultima sorpresa.
SE QUESTO ARTICOLO TI È PIACIUTO, SOSTIENI WILD ITALY CON UNA DONAZIONE!