Roland Garros 2017: dalla decima di Rafa alla favola Ostapenko
Rafael Nadal, come da pronostico, si aggiudica l’edizione numero 116 del Roland Garros 2017, alzando per la decima volta il trofeo. Quello del maiorchino è stato un incedere prepotente e progressivo, che lo ha portato a un meritato e storico trionfo. La terra battuta di Parigi sarà sempre – e in ogni caso – casa sua. Ecco numeri e protagonisti del secondo slam della stagione di tennis.
La decima di Rafa
Il mancino di Manacor conquista il suo decimo Roland Garros (mai nessuno come lui!), entrando definitivamente – come se non fosse abbastanza ciò che già ha fatto – nell’olimpo del tennis, nonchè dello sport. Il torneo di Nadal è stato semplicemente perfetto: troppo il gap a suo favore rispetto a tutti gli avversari incontrati.
Quello di quest’anno è il suo terzo Roland Garros senza lasciare nemmeno un set agli avversari, e quello con il minor numero di game concessi, solo 35. Continuando a snocciolare il libro dei record, Rafa diventa il primo uomo ad andare in doppia cifra in un singolo torneo dello Slam, il secondo tennista di sempre dopo Margaret Court, spintasi fino agli 11 Australian Open nella terra di casa. Il suo 15° Slam coincide con il sorpasso a Pete Sampras (14), avvicinandosi nuovamente a Roger Federer (18), ricomponendo il puzzle di una rivalità destinata all’immortalità dello sport.
Una rivalità che si incrocerà nuovamente sull’erba della regina, dove lo svizzero sembra favorito, sia in merito alla superficie che al lungo riposo. Ma occhio allo spagnolo, galvanizzato dalla stagione su terra rossa, che lo ha visto perdere un solo match – a Roma contro Thiem – e con la cabala dalla sua; quando ha vinto il Roland Garros senza perdere nemmeno un set, ha sempre trionfato anche in quel di Wimbledon.
La prima sconfitta di Stan
Stanislas Wawrinka interrompe il suo percorso netto nelle finali Slam, dopo le tre vittorie in altrettante presenze. Questa volta è costretto ad arrendersi ad un fantascientifico Nadal. Una finale, quella dello svizzero, giocata molto al di sotto delle aspettative, dopo aver mostrato sprazzi di grande tennis nel corso delle due settimane parigine.
Probabilmente Stan ha accusato fisicamente e mentalmente la dura semifinale contro Andy Murray e, in generale, 5 ore in più in campo rispetto a Nadal, prima dell’ultimo atto. La sonora batosta accusata contro lo spagnolo non avrà certamente scalfito l’animo di Stanimal, pronto a rifarsi sull’erba londinese per completare quello che sarebbe uno storico Career Grand Slam.
Il Roland Garros degli altri protagonisti
Andy Murray e Novak Djokovic, che si presentavano a Parigi come n°1 e 2 della classifica ATP, tornano a casa entrambi a mani vuote, ma con stati d’animo nettamente differenti. Lo scozzese, in queste due settimane, ha ritrovato buone sensazioni dopo un 2017 fin qui pessimo, evidenziando una condizione fisica in netta crescita. I 5 set in semifinale contro Wawrinka ne sono la dimostrazione. Ora Murray è atteso ad un ulteriore step per tenere la prima posizione, con un numero molto consistente di punti da difendere nella seconda parte di stagione.
Di contro, Djokovic si ritrova di colpo al numero 4 della classifica ATP – dal marzo 2011 occupava almeno una delle prime due posizioni – dopo un preoccupante quarto di finale perso da Dominic Thiem quasi senza lottare. La collaborazione con Agassi non ha dato al momento i frutti sperati, e la possibilità di una pausa dai campi per ritrovare il suo miglior tennis non appare così remota.
29 anni e 105 giorni: questa l’età media dei semifinalisti del Roland Garros. Un’età mai così alta dal 1968. L’unico ad andare controcorrente, e cercare di sfaldare il dominio dei Fab Four (più Wawrinka), è stato Dominic Thiem. L’austriaco, classe 1993, ha confermato le buone cose fatte vedere in primavera sulla terra, prima di sciogliersi come neve al sole davanti a Nadal.
La favola Ostapenko e la Caporetto delle teste di serie
Jelena Ostapenko, due giorni dopo aver festeggiato il suo ventesimo compleanno, si è aggiudicata il primo Slam della sua giovane carriera. Una favola a lieto fine quello della lettone, che finora non aveva vinto nemmeno un torneo WTA, coronata grazie a splendide rimonte, ben 4, dopo aver perso il primo set. Se sia nata una stella è troppo presto per dirlo; scottati dalle precedenti errate valutazioni su Muguruza, Bouchard, e altre enfant prodige poi perdutesi nel tempo, preferiamo tenere il riserbo e attenderla nei prossimi impegni.
Ad agevolare l’affermazione della Ostapenko, senza nulla togliere all’immenso valore della sua vittoria, un circuito femminile sempre più allo sbando, che con l’assenza di Serena Williams non riesce a trovare delle gerarchie. Ancora una volta le teste di serie del torneo sono cadute come birilli una dopo l’altra – la n°1 Kerber eliminata al primo turno. Le sole Pliskova e Halep hanno tenuto fede ai loro gradi di favorite ai nastri di partenza, arrivate rispettivamente in semifinale e finale, ma senza mai convincere pienamente.
In questo 2017 ogni ragazza può scendere in campo e vincere contro tutte. Non ci sono nè favorite nè sconfitte in partenza. Così ecco che un tennis incentrato sulla potenza e su punti a suon di vincenti, anche a costo di qualche gratuito di troppo, come quello della lettone, può stravolgere ogni pronostico. In attesa del ritorno di Serenona…
SE QUESTO ARTICOLO TI È PIACIUTO, SOSTIENI WILD ITALY CON UNA DONAZIONE!