Roma: si dimette il mini-direttorio e salta anche l’assessore De Dominicis

Come portavoce e attivisti del MoVimento 5 stelle abbiamo accettato con senso di responsabilità ed entusiasmo il compito di supportare Virginia Raggi per coadiuvarla nelle scelte giuridicamente più complesse e delicate che il sindaco di una città come Roma si trova ad affrontare nei primi mesi del suo mandato. Sono stati mesi intensi e difficili: mesi nei quali il nostro apporto è stato di primaria importanza, in particolare, per l’individuazione della Giunta e per avviare la complessa macchina amministrativa […] Oggi quella macchina amministrativa è partita, le premesse e le condizioni iniziali sono venute meno ed è quindi giusto che ora proceda spedita esclusivamente sulle sue gambe. Noi, proprio con lo stesso senso di responsabilità di allora, continueremo a fornire all’amministrazione capitolina il nostro sostegno e il nostro contributo portando avanti il nostro lavoro nelle istituzioni in cui siamo stati eletti». 

Il candidato sindaco del M5S Virginia Raggi con il suo staff in una foto postata dalla stessa Raggi sul suo profilo Twitter, il 24 maggio 2016. Tra loro la senatrice Paola Taverna (a sinistra della Raggi), Fabio Massimo Castaldo, portavoce al parlamento europeo (a destra della Raggi) e Gianluca Perilli, portavoce alla Regione Lazio (primo da destra).
Virginia Raggi con il “mini-direttorio”: Paola Taverna (a sinistra della Raggi), Fabio Massimo Castaldo, portavoce al parlamento europeo (a destra della Raggi) e Gianluca Perilli, portavoce alla Regione Lazio (primo da destra).

Con questo messaggio la senatrice Paola Taverna, l’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo e il consigliere regionale del Lazio Gianluca Perilli annunciano sul blog di Beppe Grillo lo scioglimento del cosiddetto “mini – direttorio” romano, creato – come dicono loro stessi – per coadiuvare la sindaca di Roma, Virginia Raggi.

Il loro passo indietro, però, arriva in un momento in cui – a leggere gli ultimi fatti – l’amministrazione, a detta dei più, naviga a vista, tra dimissioni di peso e lotte interne solo in parte placate dall’arrivo di Beppe Grillo sul palco di Nettuno.

Se fino al suo intervento, infatti, sembrava si fosse messa fine alla marea che stava montando all’ombra di Palazzo Senatorio, nell’arco di poche ore la partita sembra essersi riaperta.

L’accordo tra Beppe Grillo e la prima cittadina della Capitale per bypassare questo momento di stallo ed evitare scontri diretti era di salvare l’assessora alla Sostenibilità ambientale, Paola Muraro, da una possibile richiesta di dimissioni (a causa del fatto della sua iscrizione nel registro degli indagati per abuso d’ufficio e reati ambientali nell’inchiesta sui rifiuti romani), di sacrificare, dirottandolo ad altro incarico, il potente vice capo di gabinetto Raffaele Marra (a quanto sembra uno dei più ascoltati consiglieri della sindaca) e di ridimensionare Salvatore Romeo, il capo della segreteria politica.

Inizialmente, però, nelle richieste del comico genovese e del direttorio nazionale (composto da Alessandro Di Battista, Carla Ruocco, Luigi Di Maio, Carlo Sibilia e Roberto Fico) c’erano sia “le teste” dei soggetti sopracitati che quella del nuovo assessore al bilancio, Raffaele De Dominicis, reo anche di aver dichiarato alla stampa di essere stato presentato per quel posto dall’avvocato Sammarco (legale di Previti), presso il cui studio la sindaca Raggi aveva svolto praticantato. Su questo nuovo ingresso in giunta si era trovato l’ok ma, tempo 24 ore dal comizio di Grillo a Nettuno e Raggi cede anche su di lui. Non entrerà quindi nella squadra di governo di Roma. Nell’arco di pochi minuti si sa anche il perché: l’ex procuratore è indagato per abuso d’ufficio. Che la prima cittadina del Movimento lo sapesse oppure no (eventualità questa sulla quale sta battendo molto il giornalista Franco Bechis) non è dato saperlo.

L’unico fatto che si conosce è che il caso De Dominicis rappresenta un unicum di assessore che viene nominato e revocato in soli due giorni, come dimostra l’atto protocollato il 7 settembre scorso.

L’ANTEFATTO.

Il caos suscitato dallo scioglimento del mini-direttorio romano non è casuale ed è ricollegato alla “grana” Muraro che continua a tenere banco in questi giorni.

Il tema infatti del caso che ruota intorno all’ex consulente di Ama, la municipalizzata dei rifiuti, è incentrato principalmente su un problema di trasparenza: la Muraro sapeva dal 18 luglio, come ha riferito nell’audizione della Commissione sui rifiuti alla Camera, di essere indagata e anche la sindaca era al corrente, essendo stata da lei stessa informata il giorno successivo. Ma non solo. Ad essere informati erano anche i componenti del suddetto direttorio e Luigi Di Maio, responsabile enti locali del Movimento.

Paola Muraro, assessora alla Sostenibilità ambientale. Fonte: roma.corriere.it
Paola Muraro, assessora alla Sostenibilità ambientale. Fonte: roma.corriere.it

Eppure il candidato premier papabile dei 5 stelle pochi giorni prima l’uscita della notizia sui giornali, alla Festa del Fatto Quotidiano alla Versilia aveva dichiarato: «A oggi la Muraro afferma di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. Non esistono le carte per poter valutare. A chi si sta sfregando le mani in questo momento per questa ennesima questione che prende la ribalta nazionale dico che il Movimento non ha mai fatto sconti a nessuno, soprattutto al suo interno. Stiano sereni i nostri detrattori che pensano di azzopparci. Non faccio dichiarazioni sui se».

Quando le agenzie invece hanno battuto la notizia, la domanda ha cominciato a serpeggiare tra gli addetti ai lavori, rinforzata anche da quanto dichiarato da Raggi alla commissione parlamentare: Di Maio sapeva? E, se sì, perché ha taciuto?

Una risposta la si aspetta in occasione del suo intervento alla nuova trasmissione di Rai Tre, Politics, condotta da Gianluca Semprini. Il giorno della diretta, martedì 6, Di Maio disdice tutto, adducendo impegni per risolvere quanto sta succedendo all’ombra del Marco Aurelio.

A chiarire la questione ci pensa il Messaggero che, il 7 settembre, pubblica in esclusiva la mail che Paola Taverna, in quanto componente del mini-direttorio romano, invia agli inizi di agosto al Vicepresidente della Camera. “Caro Luigi, a scopo informativo ti scrivo questa mail per nome e per conto di tutto lo staff romano, certa che tu riferirai opportunamente agli altri colleghi del direttorio nazionale”.

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Il testo della mail si articola poi in due punti. Nel primo, intitolato “questione nomine del Gabinetto”, la senatrice sottolinea “Raffaele Marra risulta ancora essere Vicecapo di gabinetto, nonostante le nostre reiterate e decise richieste affinché sia rimosso senza indugio da tale incarico.

Il secondo punto, invece, la “Questione rifiuti”, riguarda proprio l’assessora Muraro: “Come sai, la situazione attuale è assolutamente delicata […] da fonti giornalistiche ci pervengono notizie circa l’imminente notifica di un avviso di garanzia all’assessore in questione per un’ipotesi di reato consistente in violazioni procedurali di verifica e controllo prescritte dal TU ambiente per il trattamento dei rifiuti (circola la voce che possa trattarsi di truffa. Assessore in ogni caso indagata secondo quanto risulta dalla misura ex art.335 cpp”.

Virginia Raggi e il Vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio
Virginia Raggi e il Vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. Fonte: giornalettismo.com

Di Maio quindi era a conoscenza della situazione. A questo punto i giornalisti vogliono sapere: cos’è successo? L’interessato non risponde e affida alla sua pagina Facebook l’occasione di amplificare un appuntamento in piazza: «Io voglio dire alcune cose. Non ai media, ma ai cittadini, alla comunità del Movimento 5 Stelle, a tutti coloro che credono in questo Paese. Ci sono tante persone che, in questa accozzaglia di inciuci, gossip e scorrettezze non ci stanno capendo più nulla e vogliono risposte. Il sistema dei partiti e dell’informazione legata ad essi ha montato un caso incredibile che tocca a noi smontare in un minuto. E oggi lo sta montando anche su di me. Stasera ci vediamo in Piazza a Nettuno per l’ultima tappa del tour Costituzione Coast to Coast con Alessandro Di Battista (tour che ha visto la partecipazione di migliaia di cittadini. Guarda caso, è stato oscurato dai media, ma questa è un’altra storia). Ci guarderemo negli occhi, vi racconterò i fatti e ci parleremo senza intermediari».

Nel frattempo si scatena la caccia a chi ha passato il testo della mail della Taverna al Messaggero. Che sia stata proprio lei? «Allora ho già provveduto a far smentita pubblica a chi si è permesso di dire che sono stata io a passare mail ed sms alla stampa – scrive sui social network la senatrice pentastellata – e sono pronta a querelare chiunque lo affermi nuovamente! Chiaro? Il movimento 5 stelle è la mia vita e per quello che è in mio potere lotterò fino alla fine per veder realizzato quel sogno. Non riuscirete a metterci gli uni contro gli altri e chi oggi sta facendo certe insinuazioni definendosi uno del 5 stelle può trovare altra collocazione».

A stretto giro arriva anche una timida risposta della sindaca. In un post, sentenzia: «Facciamo chiarezza. Voglio spiegare con semplicità cosa è accaduto o, meglio, cosa sta accadendo. Stiamo aspettando di leggere il fascicolo della procura che riguarda l’assessore all’Ambiente Paola Muraro. Le ho imposto, per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini – che vengono prima di tutti – , di lavorare per mantenere pulita Roma».

«In merito alla sua posizione – aggiunge Raggi – non c’è un fatto, un riferimento temporale o un luogo o una circostanza specifica per capire di che si tratta. Non c’è altra informazione. Lo ripeto: vogliamo leggere le carte. Ci auguriamo e chiediamo che arrivino quanto prima. E siate certi che nel caso ravvisassimo profili di illiceità, agiremmo di conseguenza. Sconti non ne abbiamo mai fatti a nessuno e continueremo a non farli».

«Lo dico chiaro a tutti – conclude – : saranno i pm a decidere se c’è una ipotesi di reato o si va verso una richiesta di archiviazione. Non i partiti o qualche giornale. Intanto, l’assessore deve continuare ad impegnarsi per ripulire la città. E si metta fine alle polemiche».

Beppe Grillo durante il comizio di Nettuno. Fonte: raa5.com
Beppe Grillo durante il comizio di Nettuno. Fonte: raa5.com

E arriviamo alla serata del comizio di Nettuno. In fondo al palco, schierati, tutti i componenti del direttorio nazionale. Davanti, ad arringare la folla, Beppe Grillo: «Il regime reagisce compatto contro di noi». La Raggi «è nella stessa situazione del primo sindaco negro nel 1968 nel Mississippi. Andrà avanti e noi vigileremo». Poi, ecco l’autocritica: «Qualche cazzata, qualche cazzatina, la facciamo anche noi…». In tutto questo la grande assente è proprio l’inquilina del Campidoglio.

Tocca a Di Maio, il discorso più atteso per chiarire tutto. «Io devo delle spiegazioni al popolo del MoVimento 5 Stelle, a chi ci vota, a chi ci sta vicino, a chi ci ha sempre sostenuto, a chi ci ha voluto bene. E vado subito al punto: l’assessore all’ambiente del Comune di Roma, Paola Muraro, risulta indagata perché l’ipotesi è quella di aver violato l’articolo 256 del Testo Unico Ambientale. L’ipotesi di reato è la gestione dei rifiuti non autorizzata, che può significare aver messo per strada dei rifiuti, oppure aver creato una discarica abusiva».

«Io questa cosa ve la sto dicendo – argomenta il deputato del Movimento – perché questo reato può essere punito con una multa, per esempio, ma non lo sappiamo, perché lei non ha mai ricevuto un avviso di garanzia e noi non abbiamo carte in possesso o verificate. Ora vi sto dicendo questo perché dovete sapere che l’ex amministratore delegato di AMA, l’azienda che gestisce i rifiuti a Roma, quello che l’ha gestita durante il periodo di Mafia Capitale, nominato dal PD, ha fatto 14 denunce al nostro assessore all’ambiente, probabilmente facendola iscrivere nel registro degli indagati per le 14 denunce che ha fatto. Uno del PD denuncia, l’assessore risulta indagato perché iscritto nel registro degli indagati. Questo è quello che io ho sempre pensato, quando mi hanno informato del tema via sms, via email».

Certo, come fa notare Marco Carta su Gli Stati Generali: «Che durante la gestione di Daniele Fortini, entrato in Ama nel gennaio 2014, fossero stati prodotti “14 esposti-denuncia presentati all’Autorità Giudiziaria su bandi e/o gare delle precedenti gestioni” era una notizia di pubblico dominio, ricavabile anche dalla lettera di dimissioni del Cda del 22 giugno 2016, ancora presente sul sito dell’Ama. Oltretutto, lo stesso Fortini ne aveva parlato anche due giorni prima nell’aula bunker di Rebibbia, durante l’udienza del processo Mafia Capitale, dove era stato chiamato in veste di testimone. Siamo al 20 giugno e Virginia Raggi da poche ore ha trionfato sul suo sfidante Roberto Giachetti, diventando sindaca di Roma».

Luigi Di Maio, Beppe Grillo e Roberto Fico. Fonte: reggionotizie.com
Luigi Di Maio, Beppe Grillo e Roberto Fico. Fonte: reggionotizie.com

«La squadra che l’avrebbe accompagnata in Campidoglio – prosegue Carta – non è ancora stata ultimata, ma che Paola Muraro sarebbe divenuta l’assessora all’ambiente era noto solo dal 17 giugno, quando Virginia Raggi la presentò dal palco di Ostia al popolo dei 5 Stelle come “una che sa dove mettere le mani in Ama”. Prendendo per buona la versione di Luigi Di Maio, quindi, questa intensa attività inquisitoria, avviata da Fortini esclusivamente per penalizzare il Movimento 5 Stelle ed in particolare l’assessora Paola Muraro, sarebbe avvenuta in un lasso di tempo stimabile in meno di tre giorni, fra le ore 19 del 17 giugno, mentre la Raggi presenta la Muraro, e il lunedì successivo, quando Fortini siede di fronte ai giudici della X sezione penale. Un vero e proprio tour de force di 48 ore, fra sabato 18 e domenica 19 giugno, che prefigurerebbe per l’ex amministratore di Ama, più della sete di vendetta politica, un disturbo compulsivo ossessivo ai limiti dello stalking».

Di Maio quindi, mentre accusa di fatto la vecchia gestione della municipalizzata, ammette anche di aver «Commesso un errore, ho sottovalutato perché pensavo che quell’iscrizione venisse dalle denunce di uno nominato dal PD a capo dell’AMA. Quando poi il 4 settembre dai quotidiani abbiamo saputo che l’assessore era iscritto dal 18 aprile nel registro degli indagati, io non ho mai ricollegato a quelle informazioni che avevo avuto, perché quelle per me venivano dalla denuncia del PD. E’ come se io domattina andassi in tribunale presentassi 20 esposti contro Renzi, lo iscrivessero nel registro degli indagati, venissi in questa piazza e urlassi: “Renzi è indagato”. Questa cosa è assolutamente per me era quello che pensavo, era quello che ho valutato. Non l’ho detto a Roberto, ad Alessandro, a Carlo, a Carla, l’ho sottovalutato, e sono qui a guardarvi negli occhi e a dirvelo».

Secondo voci di corridoio, il “non aver capito la mail” non ha più di tanto impensierito i vertici del Movimento che hanno comunque intenzione di salvare Di Maio, magari togliendogli le deleghe agli Enti locali. Su questa linea è anche la senatrice Barbara Lezzi: «Luigi Di Maio è stato superficiale e quanto successo in queste ore è il frutto di troppa autoreferenzialità. La verità è che quattro o cinque persone non possono gestire da sole un movimento grande come il nostro: bisogna allargare il Direttorio, come voleva fare Gianroberto Casaleggio». «La sindaca e il suo assessore Paola Muraro – accusa Lezzi – hanno sbagliato, dovevano avvisare il Movimento e i cittadini dell’indagine a carico di Muraro. Ma ora a Roma si deve ripartire»

La palla torna quindi al centrocampo. Come finirà la partita?

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Matteo Marini

Giornalista pubblicista, fondatore e direttore di Wild Italy. Ha collaborato con varie testate nazionali e locali, tra cui Il Fatto Quotidiano e La Notizia Giornale, ed è blogger per l’Huffington Post Italia. Nel 2011 ha vinto il Primo Premio Nazionale Emanuela Loi (agente della scorta di Paolo Borsellino, morta in Via d’Amelio) come “giovane non omologato al pensiero unico”. Studioso di Comunicazione Politica, ha lavorato in campagne elettorali, sia in veste di candidato che di consulente e dirige, da fine 2016, Res Politics - Agenzia di comunicazione politica integrata . DIRETTORE DI WILD ITALY.

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