Caso Roma: Rutelli vive e lotta insieme a noi. Purtroppo
Il candidato sindaco a Roma lo decideranno le primarie, secondo me Giachetti conosce Roma meglio di chiunque altro, ha fatto il capo di gabinetto e ha fatto uno sciopero della fame per la legge elettorale. E’ romano e…romanista». E’ il 12 gennaio scorso quando Matteo Renzi a Repubblica Tv definisce così il Vicepresidente della Camera in quota Pd, indicato da mesi come uno dei papabili competitor alle primarie per la scelta del candidato sindaco della Capitale.
Un vero e proprio endorsement che per 3 giorni non sortisce alcun effetto. Il 15 gennaio però ecco la svolta. Con un video caricato sul suo canale YouTube e rilanciato poi sul suo account Facebook, Roberto Giachetti scende in campo: «Ho deciso di partecipare alle primarie per il sindaco di Roma. Ci ho messo un po’ di tempo, lo confesso e non solo per un pizzico di paura che credo sia naturale, ma per una grande forma di rispetto per un impegno che so sarà immenso, gravoso».
Al di là del giudizio sulla persona e/o sulla sua attività politica svolta sino ad oggi, un dato torna prepotentemente in questa candidatura: Francesco “Er Cicoria” Rutelli è vivo e vegeto e, quel che peggio, lotta ancora insieme a noi.
Non è un mistero infatti che anche Giachetti – oltre a Renzi e al suo portavoce, Filippo Sensi; ai Ministri Delrio, Franceschini, Pinotti e Gentiloni; ai sottosegretari Antonello Giacomelli, Pier Paolo Baretta, Giampiero Bocci, Luigi Bobba, Sandro Gozi e al vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini – sia un uomo cresciuto sotto l’ala dell’ex sindaco di Roma. «Però, non esageriamo – dichiara l’interessato in un’intervista rilasciata a Il Foglio – In fondo, che ho fatto? Ho solo detto ‘crescete e moltiplicatevi’, e loro sono cresciuti e si sono moltiplicati alla grande»
Per carità, nulla di male. Certo è che dopo il pasticciaccio brutto della gestione del caso Marino e la volontà di quest’ultimo di farla pagare al partito per averlo messo alla porta (magari candidandosi di nuovo alle primarie), forse sarebbe stato opportuno trovare un candidato maggiormente di rottura e lontano da una certa epoca amministrativa che alla Capitale non ha portato poi molto giovamento. Certo, mi si dirà, Giachetti però è uno che conosce bene il Campidoglio e sui temi dei diritti si è speso molto. Può essere, in sostanza, un degno avversario all’ondata del Movimento 5 Stelle e dei loro candidati. Il problema è che non basta. Non basta aver fatto uno o più scioperi della fame o essere il vicepresidente della Camera con la più alta percentuale di presenze in aula. Non è sufficiente sbandierare la propria esperienza a Palazzo Senatorio con un primo cittadino discusso come Rutelli.
A Roma serve di più. E non credo che a fare curriculum possa essere l’avere il cuore giallorosso. Anche perché se fosse davvero quella la dote fondamentale, saremmo messi male…