L’odissea della Roma-Lido: criticità e soluzioni per migliorare
di Andrea Castano*
Squillino le trombe e rullino i tamburi: la Roma-Lido, il collegamento ferroviario tra il litorale di Roma e la Capitale, ha vinto il Premio Caronte, l’ambitissimo – si fa per dire – premio di Legambiente per la peggiore ferrovia per pendolari. E lo ha vinto per il terzo anno consecutivo.
Noi che questo “trionfo” lo viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle, cerchiamo di affrontare il disagio quotidiano, per quanto possibile, con ironia e sarcasmo, sperando ogni mattina di arrivare nel minor tempo possibile a scuola o al lavoro. Possibilmente tutti interi. Il disagio poi inevitabilmente si ripercuote sulle nostre attività giornaliere: le liti per poter entrare, le spinte – che non migliorano di certo l’umore – quando i pendolari di questa tratta la mattina si incrociano. Gli sguardi sono più chiari di mille parole: “Ma quale buongiorno, sono un pendolare della linea Roma-Lido”.
Le motivazioni del “premio caronte”
I “meriti” di questo riconoscimento sono diversi: ritardi, sovraffollamento, mancanza di biglietterie nelle stazioni desolate, collegamenti improvvisamente cancellati o poche corse, lentezza dei treni (sono molti i rallentamenti nei 28 km di ferrovia), assenza di personale nelle stazioni e carrozze obsolete, guasti al sistema di riscaldamento o d’estate all’aria condizionata. Per non parlare di tutto il materiale rotabile presente in linea che ha, in media, 20 anni ed è riciclato dalle linee metropolitane. In pratica sono scarti della Metro A e Metro B.
La cosa più grave che si evince dal rapporto di Legambiente, a mio avviso, è che l’offerta di trasporto pubblico tra Ostia e Roma sia talmente poco allettante che negli ultimi anni l’afflusso giornaliero è calato del 45%. I passeggeri, tra studenti e lavoratori, che oggi prendono il treno sono circa 55.000 contro i 100.000 di qualche anno fa. Questa situazione si riflette inevitabilmente sulle strade che, dal litorale, portano al centro come la via Ostiense e la via del Mare che ogni mattina sono intasate di automobili.
Una novità rispetto allo scorso anno sono i tabelloni elettronici sulle banchine per verificare arrivi e partenze. Anche qui, però, i problemi non mancano: nonostante funzionino discretamente, questi sono aggiornati manualmente, per cui, sebbene affidabili, non rappresentano una miglioria. La conseguenza, di nuovo, è che si lascia il trasporto pubblico preferendo il trasporto privato, intasando le vie che conducono in città.
UN UNICO RESPONSABILE
L’inesorabile decadenza della Roma-Lido ha un unico responsabile: la poco chiara gestione dell’intera linea. Atac, in effetti, la gestisce per conto del Comune di Roma, ma la proprietà è della Regione Lazio. La presenza di tre soggetti con competenze e responsabilità diverse è proprio la causa della confusione gestionale. Ci troviamo quindi in presenza di un proprietario ed un gestore che non hanno contatto diretto e sono due entità completamente diverse, che hanno interessi diversi e modalità di dialogare con gli utenti differenti. La Regione, infatti, deve rendere conto agli elettori; Atac, invece, agli utenti per ottemperare al Contratto di Servizio ed ottenere ricavi. In mezzo il Comune di Roma.
Noi come utenti ci auguriamo che o avvenga l’acquisizione della linea da parte di Roma Capitale – soluzione auspicabile, in quanto la linea ricade interamente nel Comune di Roma – oppure , in alternativa, la riconsegna della gestione della tratta alla Regione. In questo modo sarà possibile avere maggiori possibilità di azione. In altre parole: solo rompendo lo status quo, si può migliorare.
* utente della Roma-Lido e autore di Odissea Quotidiana