#RomaCinemaFest: Distancias cortas, abissi di umanità nell’opera prima di Alvarez
Federico Sanchez (Luca Ortega) è un uomo fortunato, ma ancora non lo sa. Ogni mattina apre gli occhi alle otto in punto e a fatica alza i suoi 200 chili dal letto e stancamente si dirige in sala per fare colazione.
Una vita lenta, letargica, faticosa nel suo spostare tutto quel corpo, scandita da abitudini fisse e solitarie, una radio accesa durante la creazione di monili, tutto ciò che è il suo lavoro, le visite più o meno frequenti della sorella Rosaura e del cognato Ramon.
Così Alejandro Guzmán Alvarez, nel suo primo lungometraggio Distancias cortas (presentato nei giorni scorsi alla decima edizione della Festa del Cinema di Roma), ci descrive la vita di Fede, uomo messicano isolato, povero al limite della sopravvivenza, obeso grave e persona semplice, estremamente semplice.

Così semplice che basta un piccolo fatto per cambiare la sua vita: ritrovare un rullino 110 in una vecchia macchina fotografica e il suo destino si rimette in moto.
L’avventura infatti parte stancamente, con l’impresa titanica di attraversare qualche isolato fino al negozio di stampe fotografiche più vicino, e continua con nuovi orizzonti, una nuova amicizia col giovane e solitario Paulo e la riscoperta alleanza con Ramon.
La regia sembra seguire istante dopo istante i passi affaticati del protagonista, riesce a far permeare quella forte sensazione di gravità tramite inquadrature statiche, lente nel seguire i tragitti affrontati da Fede, immobili.
La fotografia, eccelsa, rende perfettamente giustizia al tema chiave grazie al quale ci sarà la rinascita, con scelte di simmetria (e asimmetria) perfette e schemi di colori caldi e lievemente offuscati.
Nulla in questa pellicola appare “troppo”: non la fatiscenza della casa, non le colonne sonore di gusto discutibile che danno un netto contrasto col silenzio imperante nella vita di Fede, non le chiazze di sudore onnipresenti sui suoi abiti, non il poco garbo con cui la sorella tratta il protagonista. Tutto è filtrato tramite un diaframma di bontà e gentilezza quasi infantile.
Uscire dalla sala dopo aver visto Distancias cortas non può lasciare indifferenti: preparatevi a colmare una piccola voragine che questa pellicola lascia nella vostra sensibilità, e ad avvicinarvi ad essa con delicatezza.
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