SBK: in Malesia la prima volta di Hayden
La Malesia 2016, con il round di Sepang, ci ha regalato una nuova storia da raccontare; Nicky Hayden, in sella alla Honda CBR ufficiale, ha conquistato la prima vittoria stagionale per il suo team, e la sua prima vittoria in assoluto nel mondiale Superbike. Un successo, quello di Gara-2 della domenica, che entrerà nella storia quindi, con Kentucky Kid che si toglie la prima soddisfazione della sua “seconda parte” di carriera. Ma cambierà qualcosa, da qui in avanti, nella storia di questo mondiale? La vittoria di Hayden apre a nuovi scenari? Facciamo il punto della situazione sul mondiale delle derivate di serie, quando siamo ormai giunti quasi al giro di boa della stagione.
HAYDEN E LA SUA PRIMA VITTORIA INASPETTATA.
La prima volta di Nicky non è stata pronosticata e, con tutto il rispetto per il pilota e il team, pronosticabile. Si era intuito, già dalle prove del venerdì, che in Malesia la Honda poteva fare una figura decisamente diversa rispetto al round italiano di Imola, concluso piuttosto negativamente. Nessuno, però, poteva immaginare che Hayden riuscisse addirittura a vincere una gara.
Cosa ha aiutato l’americano? La pioggia. La variabile maltempo sembra essere l’unica variante in grado di poter scompaginare le carte di questo mondiale 2016. Il diluvio monsonico scatenatosi su Sepang, durante la giornata di domenica, ha completamente cambiato gli scenari; sotto l’acqua l’elettronica delle moto, arrivata a livelli da MotoGP, ha meno influenza, costringendo i piloti a fidarsi maggiormente del proprio istinto e, perché no, del “proprio polso destro“. Così, sull’asfalto bagnato, spesso la spunta chi ha più esperienza, chi ha meno da perdere e chi, con un occhio alla classifica, vuole mettersi in mostra. Stando a queste “credenziali”, ecco che abbiamo il profilo di Nicky Hayden.
NICKY TORNA A VINCERE, A 10 ANNI DAL MONDIALE.
Kentucky Kid, ex campione MotoGP, è arrivato in Superbike all’inizio di quest’anno. La sua prima stagione nelle derivate di serie, sebbene la squadra del team Honda ufficiale sia di altissimo livello, non si era aperta con le prospettive più rosee; la CBR attuale è la moto più vetusta del lotto, e i limiti tecnici, nonostante diverse migliorie rispetto allo scorso anno, su alcuni tracciati si fanno sentire più del dovuto (vedi Imola).
Hayden ha fatto i conti con tutto questo. Ha iniziato l’anno ambientandosi, cercando di scoprire un po’ alla volta la nuova realtà. In attesa del nuovo modello – ricavato dalla Honda MotoGP – che dovrebbe arrivare alla fine di quest’anno, l’obiettivo principale della stagione era affiatarsi con il compagno di squadra, il giovane e velocissimo Van der Mark, oltre che prendere confidenza con la categoria. Poi ad Assen è arrivato già il primo podio; in Malesia, invece, la prima vittoria.

Ma potevamo immaginare un’annata senza vittorie di Hayden, un ex campione del mondo? Sinceramente sì. La Honda non ha le carte in regola, se non sulla pioggia, per battagliare con Kawasaki e Ducati per la vittoria. E Nicky Hayden, dentro di sé, sta già aspettando la nuova CBR, probabilmente l’unica soluzione per poter tornare a lottare per un mondiale. Ma intanto Kentucky Kid si è preso questa vittoria a Sepang, di rabbia, di esperienza, di costanza. A 10 anni di distanza dall’ultima in MotoGP (USA 2006); a 10 anni dalla vittoria del mondiale.
UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA… MA GIUGLIANO PUO’ RIENTRARE.
Se pensiamo che la vittoria di Hayden sia un segnale di cambiamento per l’annata in corso, stiamo toppando di grosso. Il copione a cui abbiamo assistito fino a oggi, ci accompagnerà anche per il resto della stagione. Rea, Davies e Sykes rimangono una “spanna” sopra gli altri, e saranno esclusivamente loro, ad eccezione di qualche sorpresa, a giocarsi i round da qui alla fine dell’anno.
Una dimostrazione? La Gara-1 del sabato. Tom Sykes ha vinto agevolmente la prima gara del weekend malese, surclassando con un passo incontenibile anche il compagno di squadra e leader del mondiale Jonathan Rea. Chaz Davies, protagonista di un fine settimana discreto ma non eccezionale, si è piazzato sul terzo gradino del podio. Se la gara fosse rimasta asciutta anche nella giornata di domenica, probabilmente avremmo visto due gare in fotocopia. Questo perché la distanza tra le varie forze in campo, indipendentemente dal tracciato, rimane pressoché invariata.
E’ qui, invece, che può rientrare in gioco Davide Giugliano. A differenza di Nicky Hayden, che deve fare i conti con una moto di “vecchia generazione” e con un ambientamento ancora in atto, il pilota romano ha adesso sia la giusta esperienza per fare bene in questo mondiale, che la moto adatta (Ducati) per poter anche vincere. Il secondo posto di Gara-2 in Malesia è sicuramente figlio della pioggia, ma è anche il segnale che Giugliano, se è in confidenza, può tranquillamente lottare per la vittoria in ogni gara. Questa è forse la convinzione che è più mancata nella prima parte di campionato. Davies, con la Panigale, ha modellato un gioiello sotto di sé, e ora è in lotta per il mondiale. Perché non pensare che ce la faccia anche Giugliano?
IN TESTA NON CAMBIA NULLA: REA E’ UNA MACCHINA.

Non conta se la prima gara malese l’ha vinta Tom Sykes, giunto al secondo successo stagionale. Non conta se la seconda gara l’ha invece portata a casa Nicky Hayden. Per Jonathan Rea, leader del mondiale, è importante portare a casa punti e piazzamenti, che sia sull’asciutto o sotto un diluvio; i due podi di Sepang mantengono a distanza di sicurezza gli avversari principali, Davies e Sykes, entrambi relegati rispettivamente a 42 e a 70 punti di distanza. Rea è una macchina, ormai i suoi risultati non sono più una sorpresa. In settimana ha festeggiato anche il rinnovo con Kawasaki; sarà ancora lui il pilota di punta per il prossimo anno.
Il nordirlandese riesce sempre a fare risultato; anche quando il feeling non sembra essere quello giusto, oppure quando altri piloti (vedi Davies a Imola) si dimostrano più forti, Rea porta a casa podi in scioltezza, talvolta anche sbagliando strategia o nella guida. Arrivati al termine del sesto round, siamo già a 12 podi su 12 gare disputate nel 2016, con 5 vittorie, 5 secondi posti e 2 terzi posti. Un ruolino di marcia che ha dell’assurdo, se consideriamo che dall’inizio della stagione 2015 a oggi, Jonny è sempre stato leader del campionato – significa 19 round, per un totale di 38 gare – con appena 3 piazzamenti fuori dal podio su 38 (2 quarti posti e un ritiro, lo scorso anno). Siamo di fronte a un autentico marziano, in sella a una Ninja che è ancora la moto più forte di tutte. Che altro dire?
PROSSIMA TAPPA? DONINGTON PARK.
Il prossimo appuntamento del mondiale si svolgerà in uno dei tempi del motociclismo. Si tratta di Donington Park, in Inghilterra, una delle case della scuola britannica che sta dominando da anni, in lungo e in largo, la Superbike. Anche quest’anno, tanto per cambiare, i favoriti sono 3 piloti della Regina, quei Rea, Davies e Sykes che sono tutt’oggi in lotta per il mondiale.
Difficile prevedere qualche outsider. Occhi puntati soprattutto su Tom Sykes, che è in serie aperta su questo tracciato, con 4 vittorie consecutive nelle ultime 4 gare disputate. Come tutti i tracciati inglesi, l’incognita pioggia potrebbe fare capolino sul weekend di Donington. Tanti piloti, su tutti Hayden, stanno sperando già da adesso che questa ipotesi possa avverarsi.
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