Share, quando gli smartphone stravolgono la vita di una famiglia

Pippa Bianco con Share gira un lungometraggio che, pur avendo le carte in regola, rimane nel “compitino”, impregnato di una lentezza narrativa eccessiva e disorientante

 

Pippa Bianco, già regista di un episodio della serie Euphoria, presenta alla Festa del Cinema di Roma – nella sezione Tutti Ne ParlanoShare, film targato HBO, proiettato già al Sundance Film Festival e adattamento di un corto del 2015 della stessa Bianco, vincitore del Primo Premio della Cinéfondation a Cannes.

Nel cast: Rhianne Barreto, Charlie Plummer, Poorna Jagannathan, J.C. MacKenzie e Nicholas Galitzine.

SINOSSI.

Mandy (Rhianne Barreto) è una giovane liceale e giocatrice di basket che vive in un quartiere tranquillo. Dopo una notte passata a bere con gli amici, Mandy si risveglia all’alba sul prato di casa sua, stordita e senza ricordare nulla.

La sua giornata riprende in maniera normale fino a che riceve sul suo smartphone un video in cui, proprio quella notte, alcuni suoi amici e compagni di scuola la filmano svenuta a terra e provano a spogliarla. La famiglia di Mandy piomba in un vero e proprio incubo. Il filmato in poco tempo rimbalza di smartphone in smartphone e diventa virale. Mandy, spinta dai suoi genitori a denunciare l’accaduto e vittima anche dei media che iniziano a puntare i riflettori sul caso, cercherà di capire e – soprattutto – di ricordare.

SHARE: UN FILM CHE RIMANE NEL “COMPITINO”.

Quando la tecnologia, e i cellulari, possono stravolgere l’esistenza di un’intera famiglia. Pippa Bianco, alla sua prima prova con un lungometraggio, decide di riprendere la base del suo corto per poter approfondire meglio il racconto.

Il soggetto di per sé mostra più di uno spunto interessante. Davanti a un tema così delicato era necessario non scadere nel morboso per evitare di ricalcare un genere già rappresentato. 

Mandy è una ragazza come tante altre che, suo malgrado, si ritrova al centro di una tempesta e non sa come ci sia finita dentro. Vede il filmato in cui giace a terra ed è sconvolta, incerta, non sapendo cosa fare né con chi scaricare le proprie frustrazioni. In Share assistiamo ad una ragazza che, man mano che ricostruisce quanto accadutole, cerca di confrontarsi con chi le sta intorno e affronta bullismo, indifferenza, pressioni dei telegiornali.

I genitori, dal canto loro, assistono al “disfacimento” emotivo della propria figlia senza sapere inizialmente come gestire la situazione, rimanendone spiazzati, in un’era in cui certi episodi si accompagnano spesse volte a “prove” mediatiche. Entrambi cercano di farle capire che la vittima non è mai il problema. Non è lei ad aver sbagliato, ad aver esagerato con l’alcol quella sera. Nessuna persona può sentirsi in diritto di approfittare e abusare di un altro essere umano quando quest’ultimo non è in grado di rendersi conto di cosa stia accadendo. Non esistono provocazioni, frasi o abiti che inducono certi atti.

Per quanto le basi della storia siano solide, con un giusto mix tra film drammatico e thriller, la Bianco decide di lavorare di sottrazione, lasciando una regia quasi senza nessun guizzo particolare. Questa scelta da una parte contribuisce a trasmettere il senso di isolamento e disorientamento provato dalla protagonista (una buona performance, quella di Rhianne Barreto), dall’altra però impregna terribilmente la narrazione di una lentezza eccessiva e disorientante. Un finale decisamente inaspettato contribuisce a lasciare lo spettatore con l’amaro in bocca.

Share è un lungometraggio che, pur avendo le carte in regola per poter innovare un filone, rimane nel “compitino”. Peccato.

 

Share arriverà in Italia e in tv su Sky Cinema dal 6 novembre

 

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Matteo Marini

Giornalista pubblicista, fondatore e direttore di Wild Italy. Ha collaborato con varie testate nazionali e locali, tra cui Il Fatto Quotidiano e La Notizia Giornale, ed è blogger per l’Huffington Post Italia. Nel 2011 ha vinto il Primo Premio Nazionale Emanuela Loi (agente della scorta di Paolo Borsellino, morta in Via d’Amelio) come “giovane non omologato al pensiero unico”. Studioso di Comunicazione Politica, ha lavorato in campagne elettorali, sia in veste di candidato che di consulente e dirige, da fine 2016, Res Politics - Agenzia di comunicazione politica integrata . DIRETTORE DI WILD ITALY.

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