Star Wars: L’ascesa di Skywalker, niente di sorprendente sul fronte stellare
Il nono capitolo cinematografico della space opera più amata di tutti i tempi reca la firma di J. J. Abrams e porta a conclusione la trilogia sequel targata Disney. Con Star Wars: L’ascesa di Skywalker è tempo di addii e di rese dei conti
Abbiamo fatto un tuffo nostalgico nel passato con Il risveglio della Forza, ci siamo indignati o piacevolmente sorpresi con Gli ultimi Jedi. Ora, con L’ascesa di Skywalker, è tempo di riannodare i fili, dare risposta a quesiti irrisolti e soprattutto procedere con i saluti. La trilogia sequel di Star Wars presenta la sua conclusione (e con essa quella della saga degli Skywalker), disseminando sporadici germi per eventuali progetti futuri.
Dopo aver lasciato campo libero a Rian Johnson, per il nono episodio della saga cinematografica ideata da George Lucas torna in cabina di regia J. J. Abrams – già dietro la macchina da presa per Episodio VII – anche alla sceneggiatura insieme a Chris Terrio.
La storia non inizia esattamente dopo la fine de Gli ultimi Jedi ma circa un anno dopo. Rey (Daisy Ridley), Finn (John Boyega), Poe (Oscar Isaac) e Leia Organa (Carrie Fisher) fanno squadra per combattere fianco a fianco. E mentre Kylo Ren (Adam Driver) ha preso il controllo del Primo Ordine dopo aver ucciso Snoke, dal passato arrivano ulteriori minacce…
La comfort zone di J. J. Abrams
Mentre con Gli ultimi Jedi Rian Johnson si era preso dei rischi (sfociati da parte di una buona fetta dei fan in insulti) e aveva osato indirizzare il franchise verso diverse direzioni, con Star Wars: L’ascesa di Skywalker J. J. Abrams riporta invece la saga stellare su binari sicuri, offrendo al pubblico un capitolo conclusivo che mixa discretamente intrattenimento, nostalgia, commozione ma senza particolari guizzi creativi né scelte coraggiose. Tutto procede (più o meno) come previsto, tra qualche colpo di scena (non particolarmente sorprendente) e un po’ di sano fan service.
È la Rey di Daisy Ridley la vera protagonista del nono episodio. È sulla sua identità, il suo passato e il suo futuro che il film di J. J. Abrams sceglie di focalizzarsi, lasciando un po’ per strada gli altri personaggi, che appaiono sullo schermo senza mai davvero prendersi la scena. Senza insomma che di essi ci venga poi raccontato molto altro rispetto a quanto già noto. La stessa Carrie Fisher, morta il 27 dicembre 2016, è sì presente nel film grazie all’utilizzo di scene non montate de Il risveglio della Forza, ma più per un omaggio postumo che per una vera esigenza narrativa, con un fugace taglia e incolla abbastanza evidente.
Un finale senza forza
Quel che di fondo J. J. Abrams doveva fare, ad ogni modo, lo fa. Rassicura il fan (il che per qualcuno sarà un male), offre un intrattenimento medio-alto a seconda dei momenti, fa riapparire vecchie conoscenze, dà risposte soddisfacenti o deludenti che siano. Il tutto, tuttavia, attraverso una narrazione tendenzialmente tiepida che parte come un diesel – pure tra qualche sbadiglio – per scaldarsi poi verso il finale e la resa dei conti. Entusiasma davvero solo in pochi felici momenti, come quando volti noti appaiono sullo schermo o le scene d’azione tolgono finalmente il freno a mano.
Con Star Wars: L’ascesa di Skywalker non siamo di fronte a un brutto film né a un film inutile. Semplicemente a un film che resta in penombra e manca di una propria identità ben precisa, che non riesce a tenere il passo con le ambizioni seminate nei capitoli precedenti e che fa avvertire la fatica del “riparare” al capitolo firmato Rian Johnson, per poi chiudere il cerchio senza scontentare nessuno ma offrendo dolcetti agli spettatori. Il che poteva andare bene per Il risveglio della Forza, dove il ricordo della trilogia originale era troppo vivo per non essere assecondato. Ma che ora semplicemente toglie di epicità alla trilogia sequel disneyana che, se con i capitoli precedenti aveva tanto seminato, scopriamo ora che il suo raccolto è invero piuttosto misero.
Tra aspettative, teorie da smaltire e un’immensa eredità alle spalle, probabilmente solo il tempo saprà dirci effettivamente cosa resterà di questo nuovo corso e se la trilogia disneyana riuscirà o meno ad ascendere all’olimpo del mito come quella originale prima di lei. Ai posteri l’ardua sentenza, a noi la fortuna di aver potuto comunque godere in diretta di un po’ di quella magia stellare che da decenni regala gioia e avventure a cavalieri Jedi e Sith di tutte le età.
Star Wars: L’ascesa di Skywalker è al cinema dal 18 dicembre con Walt Disney Studios Motion Pictures
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