Superbike 2016: tutti i numeri del mondiale concluso

Il mondiale Superbike 2016 si è concluso, senza scossoni particolari o fuori pronostico. Come ci si aspettava alla vigilia, il titolo è tornato, per la seconda volta consecutiva, a Jonathan Rea, alfiere nordirlandese di Kawasaki. La casa di Akashi centra anch’essa il bis, dopo il titolo costruttori del 2015. Un dominio verde, britannico e giapponese. Delle altre si salva a pieni voti solo la Ducati.

rea e sykesRipercorriamo, attraverso i numeri della stagione, il titolo Superbike 2016, passando ai raggi X i dati salienti che hanno caratterizzato l’annata.

Ancora Rea: i record dell’anno.

Da quando è in Kawasaki, Jonathan Rea ha conosciuto quasi solo vittorie. Nei 2 anni in verde, sono arrivati 2 titoli piloti e altrettanti costruttori per il suo team. In Giappone si sono resi conto fin da subito di aver fatto la scelta giusta; dopo l’ottimo lavoro di messa a punto ed evoluzione fatto da Tom Sykes – anch’esso iridato nel 2013 – alla causa serviva proprio quel pilota in grado di dominare, di vincere sbaragliando la concorrenza. Rea ha risposto presente, dimostrando di aver fatto il passo decisivo. Ora è un campione, un fuoriclasse: non chiamatelo solo talento.

Cosa si può dire di più sul titolo Superbike 2016 vinto dal nordirlandese? Cerchiamo di arrivarci con i numeri:

  • Rea ha vinto 9 gare su 26, totalizzando un totale mostruoso di 23 podi. Le uniche gare dove non ha centrato la Top 3 sono stati 2 ritiri, a Laguna Seca e in Germania, e un 4° posto, in Francia. Se si sommano le vittorie del 2015 si arriva a un bottino di 23 vittorie su 52 gare.
  • E’ stato in testa al campionato dalla prima gara del 2015 all’ultima del 2016, per un totale di 26 round. Da quando è in Kawasaki è sempre stato leader del mondiale.
  • E’ il primo pilota dai tempi di Carl Fogarty (1998,1999) a vincere 2 mondiali consecutivi. Gli altri piloti che hanno centrato questo obiettivo sono stati Fred Merkel e Doug Polen. Nessuno è mai riuscito a vincerne 3 di fila.
  • In questa stagione Rea è salito al 4° posto nella classifica dei piloti con più vittorie in Superbike. Davanti a lui ci sono solo Noriyuki Haga, Troy Bayliss e Carl Fogarty.

La Kawa bissa… 

Il dominio di Rea è reso possibile anche dalla squadra e dalla moto che guida. La Kawasaki, con questa evoluzione della Ninja (aggiornata durante gli anni), è sulla cresta dell’onda già dal 2012, quando Sykes perse il mondiale per appena mezzo punto da Max Biaggi. Il titolo conquistato nel 2016 bissa quello dello scorso anno, e consente alla casa di Akashi di sopravanzare nella classifica All Time due eterne rivali come Yamaha e Suzuki, ferme a un mondiale costruttori.

sofuogluTutto ciò è certificato da un grande lavoro di squadra. Oltre che sul piano prettamente tecnico, le verdone hanno dimostrato di essere superiori anche per strategie e gestione dei problemi interni. Non è un segreto il fatto che Rea e Sykes non si amassero, soprattutto verso la metà di questa stagione. Jonathan ha fatto vedere a tutti “sul campo” di meritare, e Tom, da buon ex campione del mondo, non voleva di certo passare come la seconda guida di turno. La rottura era dietro l’angolo, eppure il rinnovo è arrivato per entrambi.

Tale decisione ha ribadito la forza del movimento. La Kawasaki ha saputo investire e mantenere – a differenza dell’Aprilia, per esempio – il proprio dominio in Superbike, cercando di spremere al massimo le proprie possibilità. Queste possibilità passano attraverso continuità e vittorie; tutte cose che, alla fine dei conti, sono arrivate. Negli ultimi 5 anni il team ufficiale giapponese ha conquistato 3 titoli piloti (2 con Rea, 1 con sykes), 3 piazzamenti da vice campione (tutti con Sykes) e 2 titoli costruttori. Se non sono risultati questi…

… e Sykes è l’uomo squadra.

Un altro elemento centrale del binomio vincente Rea-Kawa è rappresentato da Tom Sykes. Potrebbe sembrare strano, dati i trascorsi sopracitati, ma è stato proprio il pilota di Huddersfield l’arma in più dei bis iridati. Il fatto di aver tenuto a galla fino all’ultimo il mondiale e di aver “tolto punti” agli altri avversari, sono particolari da non sottovalutare se si valuta l’insieme. Sykes ha sofferto senz’altro la prorompenza e la superiorità di Rea, ma non ne ha fatto un cruccio (o almeno non più del dovuto).

L’ultimo round della Superbike 2016, poi, ha finalmente certificato la “pace” tra i due compagni di squadra. Rea, a mondiale acquisito, ha ceduto il secondo posto di Gara-2 a Tom, rea e sykesconsentendogli di portare a casa i punti necessari per diventare vice campione. Questo gesto è emblematico, poiché, stando a quanto detto nel paddock, non era stato predisposto nessun ordine interno. Rea ha pensato al team e Sykes, da buon veterano uomo squadra, ha sfruttato l’evento per certificare la rappacificazione. “Sono senza parole – ha dichiarato Sykes a fine gara – apprezzo davvero tanto questo tipo di gesto. Lo ricorderò per sempre“. Concludendo con un “è stato un grande anno per Kawasaki“. Aspettiamo il 2017 per capire se è una pace definitiva: Tom si sarà davvero rassegnato al ruolo di seconda guida?

In tutto ciò, è la prima volta che la Kawasaki fa doppietta, con i suoi due piloti davanti a tutti alla fine dell’anno. Sykes si “consola” con 5 vittorie nel 2016 e il titolo della Tissot-Superpole, che va a chi ha centrato più pole position durante la stagione (ben 8 su 13). Le verdone giapponesi, tra l’altro, festeggiano anche la vittoria di tutti i titoli della Supersport, da quello piloti, con il quinto sigillo di Sofuoglu, a quello costruttori.

E gli altri? A pieni voti solo Davies.

L’unica moto che ha tenuto il passo delle Kawasaki è stata la Ducati. Anzi verrebbe da dire l’unico uomo. Infatti solo Chaz Davies, in sella alla nuova Panigale, è riuscito a battagliare con i daviesbritannici in verde, tenendo sulle spine, fino all’ultimo round, il titolo di vice campione. Se non fosse stato per quel blocco di risultati di metà stagione, ora staremmo a parlare di una lotta per il mondiale ben più agguerrita.

Davies ha vinto 11 gare nel 2016, addirittura 2 in più del campione del mondo, ma la continuità molte volte è mancata. Tranne che nel finale di stagione, dove ha collezionato 7 vittorie nelle ultime 8 manche. Questi numeri ci dicono che il primo antagonista di Rea e Sykes sarà ancora Davies, soprattutto nel 2017. Infatti un tale innalzamento di risultati potrebbe essere di ottimo auspicio per il team di Borgo Panigale, che l’anno prossimo vedrà entrare in squadra anche un altro pilota fortissimo come Marco Melandri.

Nonostante quest’ultima novità, sarà senz’altro Davies l’uomo copertina. Il gallese ha dimostrato di meritare la prima guida, soprattutto perché è l’unico in grado di gestire la non più neonata Ducati. E poi in pista è probabilmente il più spettacolare, una gioia per gli occhi di tutti gli appassionati. E fuori? Mai una parola fuori posto, sempre sorridente e pro-team. In futuro potrebbe diventare quello che oggi Sykes è per Kawasaki: un perfetto “uomo squadra“, con un bel titolo iridato in bacheca.

Pochi promossi in vista del 2017.

lowesSe da una parte abbiamo il dominio verde e Davies, dall’altra sono tante le rimandate di questa Superbike 2016. Senza troppi giri di parole, la Yamaha ha deluso, nonostante questo appena trascorso sia stato solo l’anno da rookie per il nuovo modello. Lowes è caduto troppe volte e Guintoli non ha dato quella dose di esperienza che ci si aspettava. I problemi tecnici e le sfortune/infortuni della prima stagione erano previsti.

D’altro canto la Honda ha dimostrato sul campo che la vetusta CBR è arrivata al capolinea. Sebbene Hayden abbia centrato l’unico successo non Ducati o Kawasaki della stagione (Gara-2 di Sepang), si è capito che questa moto non si può spremere più di così. La presentazione del nuovo modello è una ventata di aria fresca per una squadra che, nonostante tutto, punterà in alto già dall’anno prossimo.

La Superbike 2016 si è così conclusa. Il mercato 2017 anche (o quasi). Aspettiamo il nuovo anno con ansia. Date le premesse, il prossimo mondiale potrebbe essere uno dei più spettacolari di sempre.

 

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Emanuele Di Baldo

Classe 1992, originario di Albano Laziale, consegue la maturità scientifica nel 2011 e nello stesso periodo inizia a collaborare con varie testate di livello locale. Sempre dal 2011 studia "Lettere Moderne" all'Università La Sapienza di Roma e diventa speaker ufficiale e blogger della web radio www.radioliberatutti.it, nella quale conduce un programma sportivo, a cadenza settimanale, dal nome "Sport 43". Dal 2013 scrive periodicamente per giornali cartacei come "VelletriOggi", "Il Corriere Tuscolano" e "Il Caffè dei Castelli Romani", con articoli che variano dalla cronaca all'attualità, dallo sport alla politica, passando per cultura e spettacolo. Appassionato, a volte maniacale, di sport, cinema, musica e motociclette, è cresciuto con la voglia di scrivere di ciò che più lo attira. VICEDIRETTORE DI WILD ITALY

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