Superbike: le pagelle del round thailandese
Il mondiale Superbike 2016 ha archiviato anche il secondo round, quello thailandese di Buriram disputatosi lo scorso weekend. Jonathan Rea ha vinto Gara-1, Tom Sykes Gara-2, con la pattuglia Kawasaki che ha fatto ancora una volta incetta di doppiette.
In classifica generale cambia poco, poiché il nordirlandese, campione del mondo uscente, è sempre saldamente in testa, con 95 punti sui 100 disponibili fin qui. Da segnalare, però, il colpo d’orgoglio di Sykes, tanto auspicato dopo l’Australia, che in una volta sola si prende il primo acuto della stagione e il secondo posto in classifica. Chaz Davies e Michael Van Der Mark, rispettivamente su Ducati e Honda, si confermano come primi outsider, poiché sembrano gli unici in grado di spezzare l’egemonia verde.
DIAMO I VOTI ALLA THAILANDIA.
Come dopo Philip Island, nonostante siamo solo alle prime fasi della stagione Superbike, cerchiamo di fare un quadro del round thailandese attraverso i voti ai piloti.
- Tom Sykes: voto 7,5 – Ci si attendeva una reazione, e la reazione è arrivata. Il compagno di squadra continua ad essere più veloce, però il britannico campione del mondo 2013 ha tirato
Tom Sykes fuori la grinta, la malizia e l’orgoglio che non mostrava da tanto. Probabilmente si può fare ancora di meglio in merito alla gestione della gara; non sarà una sola “sconfitta“, infatti, a far vacillare le certezze del campione del mondo uscente, capace di tenere un ritmo insostenibile per l’intero arco di una stagione. Siamo solamente al secondo round: che la vittoria di domenica abbia acceso qualcosa nella testa di Sykes? Battere per la prima volta Rea può essere una spinta decisiva. Ad Aragon si attendono conferme.
- Jonathan Rea: voto 7 – Parlare di “passo indietro” nel caso di Rea è quasi una bestemmia. Il nordirlandese è sempre il più veloce in pista, non sbaglia mai una gara. Anche nello scorso weekend era lui il pilota da battere. Stavolta, però, non si è dimostrato così efficace. Dopo aver vinto di costanza e bravura la prima manche, nella gara di domenica ha mostrato le prime sbavature della stagione, facendosi battere dal compagno di squadra nonostante fosse nettamente meno veloce per ampi tratti del circuito. In ottica mondiale non c’è da preoccuparsi; in ottica team forse sì. Al termine della seconda gara Rea è apparso molto arrabbiato e deluso del secondo posto, segno che questo pilota non vuole perdere nemmeno quando gioca a briscola. Probabilmente la paura è quella di risvegliare Tom Sykes; ritorvarselo tra i piedi nel proseguo della stagione non gli farà di certo dormire sonni tranquilli.
- Chaz Davies: voto 6,5 – La Ducati ha sofferto tantissimo la Thailandia. Il team ufficiale Aruba è rimasto nelle retrovie durante tutto l’arco delle prove, riuscendo a risalire la china solamente in gara. Anche Chaz Davies, stavolta, non è riuscito a sopperire le difficoltà della moto con il suo stile di guida sempre combattivo e competitivo. Nella prima gara, perlomeno. Nella seconda la storia è stata diversa, poiché dopo una rimonta pazzesca è riuscito anche a dar fastidio all’inarrivabile coppia Kawasaki. Il “triello” formatosi nel finale, proprio con i due alfieri in green, rimarrà negli annali, in una delle gare più belle degli ultimi anni. Il terzo posto conclusivo è l’ennesima dimostrazione che Chaz rimane in assoluto il primo indiziato per dar fastidio a Rea e Sykes.
Un dato. Negli ultimi tre anni sulla pista di Aragon si sono avvicendati solamente tre vincitori: Chaz Davies (doppietta nel 2013 con la BMW e vittoria lo scorso anno), Tom Sykes (doppietta nel 2014) e Jonathan Rea (vittoria nel 2015, anno del mondiale). Tutti gli indizi ci dicono che il vincitore – o i vincitori – del 2016 uscirà da questi tre nomi.
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Michael Van Der Mark Michael Van der Mark: voto 6,5 – Forse ci si aspettava di più dall’olandese della Honda. Un fine settimana, quello thailandese, che lo ha visto dominare le prove e la superpoledivenerdì e sabato, ma anche poco decisivo in gara. La pole position (la prima in carriera in Superbike) non gli ha dato la spinta necessaria per essere competitivo come le Kawasaki, probabilmente troppo lontane, in termini di prestazioni, dalla sua CBR sul tracciato asiatico. In ogni caso, il giovane asso della Honda è stato, ancora una volta, molto più veloce del compagno di squadra Hayden – di certo non l’ultimo arrivato – e il terzo posto di gara-1 rimane il terzo podio in quattro gare. Peccato per aver perso la seconda posizione in classifica, ora appannaggio di Tom Sykes per appena un punto.
- Davide Giugliano: voto 5 – Se dopo il round d’apertura di Philip Island si era guadagnato una sufficienza piena, in Thailandia Giugliano ha fatto senz’altro un passo indietro. Il team gli aveva “ordinato” delle prestazioni solide, senza errori, possibilmente con ottimi piazzamenti sotto la bandiera a scacchi. Nella prima gara di sabato, invece, il pilota romano è incappato ancora in una delle sue prestazioni poco fortunate, finendo a terra proprio mentre era in lotta con il compagno di squadra Davies. Morale della favola, in questa gara Giugliano non porta a casa nemmeno un punto, nonostante avesse un passo gara da top-5.
Poi arriva la seconda gara, quella di domenica, e non c’è una reazione degna di nota; anzi il suo compagno di squadra gli rifila 23 secondi al traguardo, con Davide che si deve accontentare del decimo posto. Weekend da dimenticare quindi, con appena 6 punti messi in cascina. In Ducati, però, staranno facendo alcuni conti. Giugliano è chinato necessariamente al riscatto già da Aragon.La caduta in Gara-1 di Giugliano - Yamaha e BMW: rimandate – Non siamo ai limiti della bocciatura ma nemmeno della sufficienza piena, quando parliamo di Yamaha e BMW ufficiali.
Partendo dalla casa giapponese, è difficile capire se la nuova R1 abbia sofferto il tracciato thailandese oppure se si tratta di una difficoltà oggettiva di ambientamento. Questa moto ha un potenziale enorme, e vagare in top-10 non basta, nonostante sia solo terminato il secondo round in assoluto per questo modello. Guintoli è lì per dare il suo apporto; Lowes, invece, sembra un pesce fuor d’acqua, poiché fa fatica a terminare le gare, oltre che ad essere a posto con la moto.
In merito alla BMW, invece, il nuovo progetto sembra cominciare a dare i suoi frutti. Torres e Reiterberger hanno dimostrato un salto di qualità rispetto all’Australia, ma bisogna capire fino in fondo quanto questo balzo sia reale. Dov’è il vero potenziale della S1000 RR? A ridosso del podio o in lotta per un posto nella Top-10?
Il “rimandate” sta quindi per “aspettiamo i prossimi appuntamenti”, poiché dare un giudizio ora, a inizio stagione, sarebbe prematuro, oltre che poco indicativo.
ANCORA SPETTACOLO… E ORA ARRIVA L’EUROPA.
Il prossimo appuntamento è con il primo weekend di aprile, quando le derivate di serie arriveranno in terra di Spagna per il GP di Aragon. L’anno scorso, come detto, Rea e Davies si spartirono una vittoria a testa.
Quel che è certo è che questa Superbike ha ritrovato una componente fondamentale, che la differenzia dalle altre categorie: lo spettacolo. Probabilmente le due gare di Philip Island rimangono fin qui le più belle, ma la lotta Sykes-Rea, senza tralasciare Davies, vista nella seconda gara della Thailandia ci fa ben sperare anche in vista delle prove europee. Sì perché quest’anno, oltre allo spettacolo, sembra essere “tornata di moda” anche la competitività, con gli antagonisti di Rea un po’ stufi – in primi Sykes, ovviamente – di vederlo sempre trionfare con estrema facilità. E tutti noi, umili appassionati, siamo ben felici che questa rivalità stia entrando nel vivo.
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