Superbike, il racconto e le pagelle del primo round
Il primo round del mondiale Superbike 2016 è archiviato. In Australia, come da tradizione, lo storico circuito di Phillip Island 2016 ha aperto le danze, regalandoci le prime emozioni della stagione. Il campione 2015 non si è risparmiato, dominando ancora. Jonathan Rea fa doppietta e si presenta con la stessa carica dello scorso anno, come se non ci fosse già un titolo vinto alle spalle. Gli altri? Già inseguono.
SI PREVEDE SPETTACOLO.
Analizzando solamente i primi risultati, potrebbe sembrare lo stesso copione della stagione passata; Rea domina, gli altri distanti anni luce. In realtà la situazione è ben diversa.

Sebbene il round di Philip Island abbia – da anni – una storia a sé, dalle forze messe in mostra s’intuisce che questo 2016 non sarà semplicemente un monologo. Sia chiaro, Rea parte ancora da (stra)favorito, ma non è escluso che in qualche round della stagione il protagonista possa essere qualcun altro.
Quindi si prevede maggiore equilibro. Equilibrio, nel gergo sportivo, fa rima con spettacolo. Nel primo round abbiamo assistito a gare combattute e a sorpassi a ogni curva, come non accadeva, probabilmente, proprio dalla tappa australiana dell’anno scorso. Anche per questo, chi segue un po’ la Superbike sa che Philip Island non può essere la fotografia della stagione, poiché il vero campionato, in termini di gerarchie, inizierà solamente con le tappe europee. Ma – come si suol dire – se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo aspettarci una stagione da ricordare, sotto ogni punto di vista.
NON SOLO LE VERDONE.
Altro spunto che salta agli occhi riguarda la competizione in sé. La presenza di tante moto diverse e di molti piloti forti, non può che far bene allo spettacolo. Rea e Sykes sono gli assi della Kawasaki – come lo scorso anno – e rimangono gli uomini da battere. La Ducati, d’altro canto, ha dimostrato di dar seguito al progetto Superbike, confermandosi, con Davies e Giugliano, la vera antagonista della casa giapponese.
Da quest’anno, però, sembra essere tornata anche una Honda protagonista che, sebbene il modello sia lo stesso da diverse stagioni, ha ritrovato sia una moto ad alto livello che due piloti fortissimi: il giovane e talentuoso Michael Van Der Mark, ex campione Supersport, e il veterano Nicky Hayden, “sceso” dalla classe regina per divertirsi e ritrovare stimoli con le derivate di serie. Inoltre non scordiamoci l’importante rientro di Yamaha, che con Lowes e, soprattutto, Guintoli – campione Superbike 2014 – può togliersi qualche soddisfazione già da quest’anno.
Probabilmente il team ufficiale BMW, con Torres e Reiterberger, e quello privato Aprilia, tutto made in Italy con De Angelis e Savadori, lotteranno anch’essi per inserirsi nella lotta fin da subito; in questo caso, però, le ambizioni di gloria sembrano essere più lontane.
DIAMO I VOTI ALL’AUSTRALIA.
Analizzando il primo round, bisogna menzionare il fatto che le due gare divise in due giorni differenti – una il sabato e una la domenica – funzionano. In questo modo si dà la possibilità ai piloti di recuperare da eventuali problemi con più tranquillità, e ai team di perfezionare al meglio le moto tra una gara e l’altra.

Proseguendo con l’analisi a mente fredda, entriamo nelle statistiche di questa nuova Superbike, dando i voti anche ai migliori piloti del lotto. Cominciamo dall’alto.
- Jonathan Rea: voto 9 – Il campione del mondo uscente ha ripreso da dove aveva lasciato. Lo diciamo da tempo, è il pilota più forte sulla moto più forte. Calcolatore, costante, superiore. Riprendere con una doppietta, però, non era scritto, anche perché, come detto prima, Philip Island è un circuito che fa storia a sé. Le due vittorie, inoltre, aprono già la strada per una mini fuga; con 50 punti racimolati si trova ora a più 14 sul resto della concorrenza – in questo caso l’olandese Van Der Mark. Inoltre con la doppia vittoria di domenica scorsa, Rea acciuffa Colin Edwards al quinto posto nella classifica dei piloti più vincenti del mondiale Superbike, con 31 sigilli. Che altro aggiungere?
- Michael Van Der Mark: voto 8 – L’olandesino, cresciuto tantissimo la scorsa stagione, è la punta di diamante di questo mondiale. La sua Honda non è la moto migliore del lotto, ma i miglioramenti testati durante l’inverno hanno comunque garantito una competitività decisamente superiore allo scorso anno. Poi il talento del pilota non si discute. I due podi australiani (un secondo e un terzo posto) confermano che questo 2016 potrebbe realmente rappresentare la consacrazione definitiva.
- Chaz Davies: voto 7,5 – Se non fosse per la caduta all’ultimo giro di Gara-2, probabilmente staremmo parlando del vero antagonista di Jonathan Rea. Invece ora i punti da recuperare al nordirlandese sono già 30. In ogni caso, solo ammirazione per il coraggio e il talento di questo ragazzo, due qualità che Chaz dimostra da avere già da diverso tempo. Così com’è stato per la passata stagione, anche in questa il britannico sembra il candidato più credibile per dar fastidio e inserirsi nel “dominio verde“. Le Kawasaki sono nel mirino.
Chaz Davies - Davide Giugliano: voto 7 – il pilota romano arriva da una stagione travagliatissima, costellata da infortuni e brutte prestazioni. In questo 2016, però, Giugliano sembra essere partito con un piglio diverso; paziente, sicuro e, cosa non da poco, nessuna caduta. L’importante è ritrovare una continuità di risultati, senza badare troppo alla classifica. E invece Davide ci ha regalato anche un acuto; quel terzo posto di Gara-2 è un segnale positivo molto più grande di qualsiasi dichiarazione. Bisogna solo continuare così.
- Nicky Hayden e Sylvain Guintoli: voto 6+ – Un’ampia sufficienza se la meritano sia Nicky Hayden che Sylvain Guintoli. Partiamo dal primo: l’americano, ex campione MotoGp, deve ancora ambientarsi nel nuovo team e alla sua Honda Cbr. Chi si aspettava faville fin da subito sbagliava. La sua esperienza può far bene anche al compagno di squadra Van Der Mark, oltre che allo sviluppo della moto. L’obiettivo, per ora, rimane quello di ambientarsi nella nuova realtà. Per dare un giudizio più corposo bisogna aspettare le tappe europee.
In merito al secondo, invece, il punto è per certi versi differente. Guintoli è arrivato in Yamaha con l’obiettivo di riportarla alla vittoria in Superbike – per ora l’unico mondiale vinto dalla casa giapponese rimane quello di Ben Spies nel 2009 – e i segnali sono stati positivi fin da subito. Probabilmente la nuova R1 è più performante di quanto si pensi; per questo ci si aspetta qualche podio già da questa stagione. Come Nicky Hayden, anche Sylvain Guintoli (e le Yamaha) è rimandato ai prossimi appuntamenti. L’inizio è comunque positivo. - Tom Sykes: voto 5 – Considerando solamente i piloti di altissimo livello, l’unico che non arriva alla sufficienza è Tom Sykes. Il britannico, campione 2013, soffre da anni Philip Island, non riuscendo mai a dimostrare il suo vero valore su questo tracciato. L’alibi, però, lo giustifica fino a un certo punto. Rimane una difficoltà oggettiva nel gestire la gara; Tom, a differenza del compagno di squadra Rea, non riesce quasi mai a tenere lo stesso ritmo per tutta la durata della corsa. Questo è un problema che non si è verificato solo in Australia, ma anche nelle passate stagioni. Ora sta a lui riscattarsi; le carte in regola, oltre che l’orgoglio british, ci sono tutte. Il campionato è appena cominciato.
ORA SI VA IN THAILANDIA.
Prima di approdare in Europa i primi di aprile, c’è il round thailandese del 13 marzo. L’anno scorso fu doppietta di Jonathan Rea, con l’Aprilia ufficiale, guidata da Leon Haslam, unica vera rivale. Quest’anno la casa di Noale non potrà lottare alla pari con la Kawasaki; tutto ciò ci dice che il campione uscente, come accade da tempo, sarà ancora una volta il favoritissimo. Gli avversari, però, non saranno poi così d’accordo.
SE QUESTO ARTICOLO TI E’ PIACIUTO, SOSTIENI WILD ITALY CON UNA DONAZIONE!