Tennis: Vinci eterna e fantastica, ma le altre azzurre?
Roberta Vinci è la regina del tennis azzurro. A 33 anni la pugliese ha spodestato dal trono la conterranea Flavia Pennetta, ritiratasi dopo il trionfo agli Us Open dello scorso anno, dimostrandosi anche in questo 2016 l’italiana più in forma del circuito. Il sigillo di domenica scorsa, che le è valso il torneo WTA di San Pietroburgo, è l’ennesima conferma di una seconda giovinezza. Ma dopo la Vinci chi abbiamo? Quale tennista può calcare le sue orme? Il tennis femminile azzurro sta vivendo un periodo d’intensi alti e bassi. E’ giusto fare un quadro della situazione.
L’ETERNA ROBERTA E LA NUOVA GIOVINEZZA.
Domenica scorsa Roberta Vinci ha vinto il decimo titolo personale in carriera in singolare, a fronte di sole cinque sconfitte all’ultimo atto – percentuale invidiabile del 66 per cento di vittorie. La doppia cifra è un traguardo storico, che la porta a meno 1 dalla Pennetta (l’italiana più vincente della storia moderna). Battuta in finale la diciottenne elvetica – 15 anni più giovane – Belinda Bencic, in rampa di lancio già da un paio di stagioni. Per la tarantina, contando anche i titoli in doppio, si tratta del venticinquesimo torneo vinto in carriera.
Considerati i numeri, ci accorgiamo che siamo di fronte a una tennista longeva ma con la forma di una ventenne. La seconda parte del 2015 e questi primi 2 mesi della nuova stagione ne sono la fotografia. Dalla finale persa agli Us Open – dove battè Serena Williams al penultimo atto, in una partita storica – al trionfo di San Pietroburgo sembra non essere passato nemmeno un giorno. E pensare che l’ultimo successo in un torneo risaliva al luglio 2013, quando Roberta sconfisse Sara Errani nell’International di Palermo. Da allora tante cocenti sconfitte e nessun trofeo alzato, segnale che molti traducevano come il tramonto di una grande carriera. E invece così non è stato.
L’OBIETTIVO TOP10 NON E’ UN MIRAGGIO.
Ora per la Vinci si spalancano le porte della Top10 del Ranking WTA. La tarantina si trova oggi al tredicesimo posto, a meno 3 da un traguardo che sarebbe più che meritato. E pensare che si potrebbe sognare anche qualcosa di più.
Togliendo dalle mire l’inarrivabile Garbine Muguruza – quinta in classifica con quasi 5000 punti – la classifica al 16 febbraio recita infatti così:
6) Maria Sharapova (Rus): 3672
7) Flavia Pennetta (Ita): 3611
8) Petra Kvitova (Cze): 3582
9) Belinda Bencic (Sui): 3505
10) Lucie Safarova (Cze): 3481
11) Carla Suarez Navarro (Spa): 3390
12) Venus Williams (USA): 3370
13) ROBERTA VINCI (Ita): 3325
Dai dati si capisce che le prime dieci al mondo sono tutt’altro che lontane, distanti a poco più di 15o punti, ma che anche la sesta in classifica, Maria Sharapova, è lì “a portata di mano”. Per questa Vinci nulla è precluso, poiché se analizzassimo i numeri del solo 2016 la pugliese si piazzerebbe a ridosso della Top5. Inoltre, a ben vedere, questa classifica è “fasulla“, poiché Flavia Pennetta non è più in corsa per alcun torneo causa ritiro (i punti li perderà automaticamente entro la fine dell’anno). Che altro aggiungere?
RITIRO? “NON HO LA SCADENZA COME LA MOZZARELLA”.
Già dallo scorso anno circolano voci su un eventuale abbandono del tennis giocato, a fine 2016, di Roberta Vinci. Lo stato di forma attuale, però, rischia di far ricredere addetti ai lavori, federazione e la stessa azzurra. La trentatreenne di Taranto è la terza tennista più anziana delle prime 30 al mondo – dietro solamente alle sorelle Williams – ma, a quanto pare, questo dato conta solo a scopo anagrafico.
“Con questa cosa del ritiro a fine stagione – ha dichiarato la Vinci alla Gazzetta – mi avete tutti rotto talmente le scatole che ho deciso di andare avanti. Scherzi a parte, io ho detto che sarebbe stato il 2016 il mio ultimo anno di attività, ma non ho firmato un contratto. Non ho la data di scadenza come la mozzarella. Finché starò così bene, e fino a che ne avrò voglia, andrò avanti. Possono essere sei anni come sei mesi“. Ogni appassionato, con un po’ di sale in zucca, la vorrebbe vedere sui campi ancora per anni.
MA LE ALTRE DOVE SONO?
Se siamo qui ad osannare Roberta Vinci e la sua seconda giovinezza, dobbiamo necessariamente anche registrare una certa difficoltà di fondo delle altre azzurre. Dieci giorni fa il duo Errani-Giorgi, convocato dal CT Barazzutti, è crollato 4-1 a Marsiglia in Fed Cup contro la Francia, dimostrando di non essere all’altezza dei livelli che, fino a qualche stagione fa, ci competevano di diritto – 2006, 2009, 2010 e 2013 i sigilli dell’Italia in Fed Cup. Certo, come si dice da tempo, le nostre ragazze stanno soffrendo un oggettivo cambio generazionale. Flavia Pennetta si è ritirata (ci sarà a Rio?), Francesca Schiavone è già da tempo fuori dal tennis d’élite e Roberta Vinci, nonostante i risultati fantastici, non sarà eterna.
Urgono cambiamento e facce nuove, come si auspicava anche lo scorso anno dopo la sconfitta clamorosa in rimonta in casa – da 2-0 a 2-3 – sempre contro la Francia e sempre in Fed Cup. Ma chi sono queste facce nuove? Stando alla carta d’identità, nonostante conti poco, Camila Giorgi (1991) dovrebbe essere la prima indiziata. La maceratese numero 40 al mondo, però, non riesce ancora ad essere continua e, quindi, a prendere in mano da sola l’eredità di una nazionale intera. Per Sara Errani, invece, il discorso è differente. In questo momento Sarita (numero 22 del ranking) ha urgentemente bisogno di ritrovare fiducia, visto che ha difficoltà a vincere 2 partite di fila. Il calo nelle prestazioni in campo ha comportato una discesa anche in classifica. La speranza è riposta sempre in quella benedetta terra rossa, la superficie preferita che tra qualche settimana tornerà in calendario con i primi tornei.
Andando con lo sguardo un po’ oltre ci rendiamo conto che, tolta Karin Knapp, non ce ne sono di volti “freschi e pronti” utili alla causa. Anche le ragazze giovani faticano a sbocciare. La speranza è quella di trovare al più presto dei talenti in grado di affiancare le compagne, nell’ottica di evitare il più possibile “stagioni di transizione“, come si direbbe in gergo calcistico. Il prossimo appello arriverà presto: ad aprile, spareggio playoff contro la Spagna, alla ricerca dell’impresa per rimanere tra le grandi.
Nel frattempo stropicciamoci gli occhi con l’infinita Roberta Vinci, ma non illudiamoci che il futuro sia così scontato e roseo.
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