Tornare, recensione del film con Giovanna Mezzogiorno

Tornare , film di chiusura della Festa del Cinema di Roma, è un’opera difficilmente digeribile, prolissa. Un film che avrebbe meritato decisamente di più

 

Scelto come film di chiusura, arriva alla 14^ Festa del Cinema di Roma Tornare, 13° film da regista di Cristina Comencini di cui firma anche la sceneggiatura insieme a Giulia Calenda.

“Star” del cast Giovanna Mezzogiorno, affiancata tra gli altri anche da: Vincenzo Amato, Beatrice Grannò, Clelia Rossi Marcelli, Marco Valerio Montesano, Alessandro Acampora, Trevor White, Astrid Meloni, Barbara Ronchi.

SINOSSI

Alice (Giovanna Mezzogiorno), 40 anni, rientra nella sua città natale, Napoli, dopo aver costruito una vita in America. Rientra per il funerale del padre (Trevor White), militare statunitense. A Napoli ritrova la sua vita passata, la sua infanzia e anche sua sorella Virginia (Barbara Ronchi). Insieme decidono di vendere la casa di famiglia, portando via oggetti legati indissolubilmente a ricordi più o meno vividi. Mentre è lì e osserva il suo passato Alice conosce Marc (Vincenzo Amato), bibliotecario della base militare e persona che è stata accanto a suo padre negli ultimi giorni. Oltre a lui, in casa incontra una ragazza molto giovane con la quale instaurerà un dialogo e un confronto profondo

NOIA, NOIA, NOIA

Noia. La parola d’ordine di Tornare è unicamente noia. Cristina Comencini sceglie di ritornare a girare, a 3 anni da Qualcosa di nuovo, e mai ritorno è stato più deludente.

Il film, sceneggiato come detto dalla stessa Comencini insieme a Giulia Calenda (già sceneggiatrice di altri film della Comencini, tra cui proprio Qualcosa di nuovo), non offre purtroppo nessun appiglio o barlume di interesse.

Scontata la sceneggiatura, prevedibile in molti passaggi chiave, eccessiva ai limiti del teatrale la recitazione dei protagonisti (incredibilmente anche della Mezzogiorno, oltre che di Vincenzo Amato).

Una storia che non decolla mai realmente, con dei ritmi rallentati che – al posto di sottolineare lo stato d’animo della protagonista – aumentano il senso di pesantezza provato dallo spettatore.

Tornare è un’opera difficilmente digeribile, prolissa. Un lavoro che non sembra gettare una buona luce sul curriculum della Comencini.

Nonostante intenti piuttosto chiari, il senso di incertezza e di poca chiarezza narrativa penalizza un film che, per ambientazioni e ricostruzioni, avrebbe meritato decisamente di più.

Tornare sarà prossimamente nei cinema distribuito da Vision Distribution

 

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Matteo Marini

Giornalista pubblicista, fondatore e direttore di Wild Italy. Ha collaborato con varie testate nazionali e locali, tra cui Il Fatto Quotidiano e La Notizia Giornale, ed è blogger per l’Huffington Post Italia. Nel 2011 ha vinto il Primo Premio Nazionale Emanuela Loi (agente della scorta di Paolo Borsellino, morta in Via d’Amelio) come “giovane non omologato al pensiero unico”. Studioso di Comunicazione Politica, ha lavorato in campagne elettorali, sia in veste di candidato che di consulente e dirige, da fine 2016, Res Politics - Agenzia di comunicazione politica integrata . DIRETTORE DI WILD ITALY.

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