(VIDEO) Orti urbani: forme di riappropriazione contro il consumo di suolo
Siamo a Roma, periferia Sud della Capitale. Nel lembo di territorio fra le vie Ballarin e Grottaperfetta, segnate da uno degli interventi più sospetti in ambito urbanistico, il progetto I-60, nasce l’Orto Urbano Tre Fontane una bellissima oasi felice di 5,000 mq che accoglie 65 lotti destinati all’attività agricola per l’autoproduzione. Uno spazio abbandonato frutto di progetti urbanistici che spesso lasciano sacche al degrado, è tornato a vivere grazie alla spinta dei cittadini che hanno provveduto a bonificare l’area ricoperta di materiale edile ed usata come discarica.
“Con i problemi lavorativi giunti negli ultimi anni, passo volentieri molto tempo a curare l’orto, dall’organizzazione dei lotti, alla potatura delle piante ed irrigazione”. Marco ex dipendente Alitalia, racconta con grande soddisfazione le fasi della nascita di questo spazio. A causa dei recenti problemi della sua società, dedica molto tempo alla cura e manutenzione dell’orto. In questo orto-piazza si incontrano molte realtà del territorio, persone con storie diverse. Motore è la voglia di coltivare e produrre ortaggi genuini.
Questo spazio aperto è pensato per tutto il quadrante, prerogativa dell’Associazione Orti Urbani Tre Fontane, come spiega Alberto. “Nel nostro statuto c’è da sempre l’obiettivo di coinvolgere più persone, organizzando anche attività ricreative come corsi di yoga, presentazione di libri o percorsi di educazione ambientale per scuole elementari e medie”. In forte contrasto con il contesto urbano circostante, dove potrebbe sorgere la lottizzazione I-60 questo progetto di riqualificazione rappresenta una risposta diretta alle periferie desolate ed all’assenza di luoghi di socializzazione.