Vincenzo De Luca presidente. Del tribunale
Vincenzo De Luca: l’uomo dei procedimenti giudiziari, delle condanne e dei rinvii a giudizio. Da candidato alla presidenza della Regione Campania (per la seconda volta) risulterebbe non accontentare ben quattro elettori su cinque del Partito Democratico, tanto che la domanda sorge spontanea: chi l’ha votato?
Un uomo con una carriera politica decennale alle spalle con tanto di firma digitale sulla pagina di Wikipedia, un po’ come i Premi Nobel ed i presidenti degli Stati Uniti. Il suo curriculum non è però soltanto politico. Nella sua biografia, infatti, è possibile riscontrare:
2009: rinvio a giudizio per truffa ai danni dello stato
2010: condanna della Corte dei conti per questioni inerenti agli stipendi dei dirigenti del Comune di Salerno.
2010: prescrizione per lo sversamento dei rifiuti nei sito di Ostaglio.
2010: prosciolto dalle accuse si associazione a delinquere e truffa.
2010: accusato di danno erariale dalla Corte dei Conti e dal ministero delle Attività produttive.
2011: rinvio a giudizio per peculato riguardo l’emergenza rifiuti a Napoli.
2012: prescrizione per corruzione, truffa aggravata, falso nei confronti degli indagati dell’inchiesta Sea Park. Rimangono in piedi le accuse di associazione a delinquere e concussione.
2013: condanna in primo grado per diffamazione.
2013: iscritto nel registro degli indagati per la variante del Piano Urbanistico Attuativo.
2014: rinvio a giudizio per abuso di ufficio.
2015: conferma condanna per abuso d’ufficio e alla pena accessoria di un anno di interdizione.
Ma non finisce qui perché, dopo il meglio del peggio, le vicende giudiziarie vanno aumentando: dopo la decisione della Corte d’Appello che lo ha portato a lasciare l’incarico di primo cittadino di Salerno, la Corte dei Conti ha deciso di condannarlo per abuso d’ufficio causato dalla nomina del vicesegretario comunale (senza laurea) ed al risarcimento di 55.078,57 € (totale 605.864,24) assieme ai componenti della sua giunta comunale. E se “lo sceriffo” può sembrare inadatto a ricoprire incarichi pubblici, il De Luca politico, ex segretario provinciale del Pds, è ancor più scandaloso: pur definendosi un riformista “di sinistra” non ha problemi ad essere etichettato di destra, perché in fin dei conti “ci sta benissimo”. Forse è anche questo un limite per le sue candidature considerato che le “solite coalizioni” nazionali con lui si sono sempre spaccate, oltre che trasformate in “insolite”.
Mentre i sondaggi elettorali per le elezioni regionali della Campania danno in vantaggio il governatore uscente Stefano Caldoro (Forza Italia, Nuovo Psi), unica speranza per Silvio Berlusconi, De Luca può puntare ad un ribaltone in consiglio regionale – forse assieme al Nuovo centrodestra – chiedendo la modifica della legge elettorale regionale per i meriti in campo giudiziario.
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