La Vuelta di Spagna, storia della classica d’agosto
Nel caldo di agosto, c’è un appuntamento che non può mancare per gli appassionati di ciclismo; la Vuelta di Spagna. La corsa fa parte, insieme al Giro d’Italia e al Tour de France, dei tre grandi giri. L’evento iberico è il più giovane dei tre, essendo nata nel 1935; la sua importanza è dovuta anche al fatto che la corsa viene usata da molti ciclisti per prepararsi al Mondiale di settembre.
La maglia dei leader della classifica è di colore rosso. Ci sono poi la maglia a pois blu, riservata al vincitore della classifica scalatori, la verde della classifica a punti e infine la bianca della classifica combinata.

LE ORIGINI
La Vuelta nacque nel 1935 da un’idea di Juan Pujol, che, prendendo spunto da quanto avvenuto in Italia e Francia, utilizzò il suo giornale, “l’Informaciones”, per creare la corsa e aumentare le vendite dello stesso. La prima edizione fu dominata dal belga Gustaaf Deloor, che conquistò uno storico primo sigillo; in quell’anno ci fu spazio anche per l’Italia che, con Edoardo Molinar, vinse la penultima tappa, la Cáceres-Zamora, concludendo alla fine quarto in classifica generale.
Dalla prima edizione fino alla metà degli anni ’90 la corsa si disputava tra aprile e giugno. Nel 1936 la Vuelta si disputò in una Spagna nel pieno del regime franchista. Molti pensavano che la corsa potesse servire ad allentare le tensioni; ciò non avvenne e, anzi, negli anni la situazione peggiorò, portando allo stop di tutte le manifestazioni sportive, comprese quelle ciclistiche. Deloor si portò a casa, in ogni caso, anche la seconda edizione.
LO STOP PER LA GUERRA E LA SVOLTA DEL 1955
Le forti tensioni presenti in Spagna ben presto si espansero a livello europeo, raggiungendo il suo picco più alto all’aba del secondo conflitto mondiale. La Vuelta, per forza di cose, non si disputò dal 1937 al 1940. Nel 1941 e 1942 la corsa riprese, venendo vinta in entrambi i casi dallo spagnolo Julián Berrendero.
Il prosieguo della guerra, però, portò di nuovo alla sospensione della Vuelta, che riprese solo nel 1945, con la vittoria del ciclista di casa Delio Rodriguez. La corsa continuò a disputarsi nel dopoguerra, seppur non costantemente; infatti, dal 1949 al 1955, si corse solamente un’edizione, quella del 1950, vinta dallo spagnolo Emilio Rodriguez.
Nel 1955 si assistette a un cambiamento epocale; da quell’edizione in poi, infatti, la Vuelta si disputerà costantemente ogni anno, senza interruzioni, entrando di fatto in modo fisso in calendario. La prima Vuelta del nuovo corso fu vinta dal francese Jean Dotto. Nel 1956, invece, arrivò il primo trionfo italiano, con il sigillo di Angelo Conterno.
IL RECORD DI MAERTENS E IL CAMBIO NEL 1995

Edizione entrata nella storia fu quella del 1977. Vincitore fu il belga Freddy Maertens, che dominò la corsa spagnola, conquistando 13 tappe su 20, sin dal prologo di Dehesa de Campoamor.
Delle prime 9 tappe, Maertens non vinse solamente la terza. Fu leader di classifica dall’inizio alla fine.
Ciò che rese straordinario il successo del belga – oltre al dominio evidente – fu il fatto che conquistò la Vuelta da campione iridato. Pochi mesi prima ad Ostuni, infatti, Maertens conquistò l’oro davanti a Francesco Moser.
Quello del belga fu un autentico e proprio record. Mai nessuno nella storia della Vuelta (o degli altri grandi giri) aveva vinto 13 tappe su 20; mai nessuno aveva tenuto la testa dall’inizio alla fine; mai nessuno lo aveva fatto con la medaglia d’oro iridata al collo.
E dire che in quella stagione 1977 Maertens rimase coinvolto in un terribile incidente al Giro d’Italia – nel quale era in piena lotta con Moser e Pollentier per la vittoria finale. Incidente che lo condizionerà tantissimo negli anni seguenti, con il prosieguo della carriera.
HERAS, IL RECORDMAN
Il 1995 fu l’anno di un’altra svolta epocale. Da quell’edizione, infatti, la Vuelta di Spagna si disputerà eccezionalmente a settembre, per evitare la sovrapposizione con il Giro d’Italia.

Roberto Heras è il ciclista ad avere vinto più edizioni della Vuelta, con quattro sigilli all’attivo: le edizioni 2000, 2003, 2004 e 2005. L’ultima Vuelta del XX secolo la conquistò grazie alla vittoria della quattordicesima tappa, la Santander-Lagos de Covadonga, diventando il nuovo leader della classifica generale e difendendosi fino alla fine.
Nel 2002 sfiorò il bis, ma nell’ultima tappa fu beffato da Aitor González. Heras si ripresentò carico nel 2003, per riscattare l’anno precedente; vincendo la penultima tappa, la cronometro che da San Lorenzo arrivava a Alto de Abantos, conquistò il primo posto difeso con le unghie e con i denti fino alla fine. Heras si riconfermò anche nel 2004. Nel 2005 lo spagnolo si porta a casa la sua terza Vuelta consecutiva – emulando lo svizzero Rominger – e la quarta complessiva. Quella vittoria, però, fu cancellata inizialmente per presunta positività ai test anti-doping, prima di ritornare nelle mani di Heras solo nel 2012.
Nell’ultimo decennio, tanti campioni diversi hanno trionfato alla Vuelta di Spagna. Il solo Alberto Contador è riuscito a ripetersi (2008 e 2014). L’ultimo vincitore azzurro è stato Fabio Aru, con la storica impresa del 2015.
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