Warriors-Cavs: sotto 2-0, Cleveland deve rispondere in Ohio

51 punti di LeBron James e 9 triple infilate da Stephen Curry disegnano le prime due partite della finale tra Warriors-Cavs. Nonostante le difficoltà in gara 1, la squadra di Kerr è riuscita ad arginare la grande partita della stella di Cleveland e la grande prestazione di Love. Sotto 2-0 per i Cavaliers la strada si fa in salita e l’errore di J.R. Smith ora pesa come un macigno nella testa dei giocatori della franchigia dell’Ohio. Ora la domanda che viene spontanea è questa: ce la faranno James e compagni a ribaltare il risultato? Andiamo a vedere quali possono essere i fattori che potrebbero cambiare la serie tra Warriors-Cavs in favore dei secondi.

 

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1. Rimbalzi

Se c’è una cosa in cui Cleveland è migliore di Golden State, sono proprio i rimbalzi. In gara 1 la differenza è stata netta (53 a 38), mentre nella seconda partita la squadra di Kerr ha preso le contromisure finendo a prendere un rimbalzo in meno dei Cavs (42 a 41). Pedina fondamentale è sicuramente Tristan Thompson uno dei principali fattori nelle Finals 2016. Il lungo canadese, però, è molto distante da quelle prestazioni e finché non darà di più, per i Cavaliers sarà molto difficile recuperare lo svantaggio.

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2. Il contributo di J.R. Smith e George Hill

L’apporto dei piccoli dei Cavaliers è fondamentale nella serie Warriors-Cavs. Nella finale del 2016, Smith era il terzo marcatore della squadra con 10.6 punti di media. Difficile chiedere di più, ma non impossibile avere più punti prodotti dalla guardia americana in queste partite. Altro fattore importante è George Hill. L’ex giocatore dei Sacramento Kings non ha iniziato bene con una gara 1 abbastanza scarna, ma è migliorato notevolmente nella successiva partita. Hill deve continuare l’andamento visto nel secondo match e cercare di trovare la chiave di volta per fare più male alla difesa dei Warriors.

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3. LeBron James

Tutto ruota intorno al fenomeno con la maglia numero 23. Cleveland è arrivata fino a qua grazie alle sue grandi performance e difficilmente potrà ribaltare il risultato senza il suo solito apporto. A questo giro, però, non basterà la solita prova di forza. LeBron infatti dovrà fare un passo in più ed essere vicino, come statistiche, a quello che ha fatto in gara 1. Impresa difficile quindi per il Re che dovrà superare i suoi limiti per provare a portare a casa il suo quarto titolo NBA.

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Aaron Doster-USA TODAY Sports

4. Chimica

Rispetto alle altre 29 squadre della NBA, Cleveland sembra una squadra completamente disunita. A seguire LeBron James sembra non esserci nessuno. Quello che appare all’esterno è un team fragile mentalmente, non coeso e separato al suo interno. Lo testimoniamo alcune dichiarazioni di J.R. Smith durante la post-season, completamente discordanti da quelle del numero 23. I Cavs devono recuperare al più presto un minimo di affiatamento per provare a contrastare i Warriors, sempre più vicini al secondo anello NBA consecutivo.

 

Ora si vola in Ohio per gara 3 e 4 che decreteranno se Cleveland riuscirà a riportare la serie in parità o se i Golden State andranno a vincere il campionato.

Sergio Pannocchia

Diplomato al Liceo Scientifico Statale “Ettore Majorana” (maturità scientifica) di Roma, frequenta la facoltà di Scienze della Comunicazione presso l’università Roma Tre. È da sempre appassionato di sport e in particolar modo di Basket. Segue da anni il campionato della NBA con particolare interesse per i San Antonio Spurs. Ha collaborato come redattore e video maker con i siti Basketlive e Basketitaly pubblicando diversi articoli. Ha inoltre svolto attività di collaborazione sul canale youtube Roma Breaking Videos. Attualmente è l’addetto stampa della società romana Smit Roma Centro. VICE CAPOSERVIZIO SPORT

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