Zombie contro zombie, quando l’horror sorprende ancora

Arriva nei cinema Zombie contro Zombie, horror demenziale low budget giapponese diventato un instant cult

 

zombie-contro-zombie-recensione-film-2018Girare un film con un budget a dir poco basso (circa 20 mila dollari) e riuscire a conquistare pubblico e critica in poco tempo, tanto da incassare solo in Giappone oltre 20 milioni di dollari. Senza contare il plauso unanime arrivato dai vari festival in cui è stato presentato. È quello che è successo a Zombie contro Zombie, divenuto un vero e proprio istant cult.

Girato in otto giorni a nord di Tokyo, il film è stato proiettato allo Yubari International Fantastic Film Festival a marzo di quest’anno. Il mese successivo, invece, è stato presentato in anteprima internazionale al nostrano Far East Film Festival di Udine, dove ha vinto il premio del pubblico. Il primo lungometraggio di Schiniciro Ueda arriva in Italia preceduto da una fama ampiamente meritata. Un successo dovuto all’abilità nel giocare e ribaltare i cliché del genere.

Il cinema che parla di sé divertendo

Zombie contro Zombie (il cui titolo originale è Once Cut of the Dead, ennesima scelta scellerata e fuorviante dei nostri titolisti) parte col mostrarci le vicissitudini di una troupe cinematografica intenta a girare uno zombie movie all’interno di una location abbandonata. Troupe che verrà poi attaccata durante le riprese da veri zombie, evocati dallo stesso regista, ossessionato dall’idea di girare un film “autentico”.

In questa fase del racconto assistiamo ad un lungo e divertente piano sequenza camera a mano di circa mezz’ora, durante il quale l’horror si mischia sapientemente al demenziale. Le trovate degne di nota si sprecano: dall’obiettivo della cinepresa macchiato di sangue e pulito dal medesimo operatore, allo sfondamento della quarta parete. Dopo il recente Birdman di Iñárritu o il meno recente Nodo alla gola di hitchcokiana memoria, l’esperimento del piano sequenza volutamente balbettante in un B-movie, equivale ad una ventata di aria fresca.

zombie-contro-zombieChiusi questi 30 minuti, Ueda decide di usare un altro registro narrativo e di raccontare nella seconda parte la storia di come si sia arrivati a quanto girato precedentemente. Ci viene quindi mostrata la genesi del film, quando un regista “veloce, economico e del tutto nella media”, come lui stesso di definisce, viene scritturato per dirigere un film zombie di mezz’ora che verrà realizzato interamente in “one cut” e trasmesso live. Vedremo quindi un racconto meticoloso del dietro le quinte, dal lavoro oscuro di anonimi operatori alla messa insieme del cast fino alle prove. La messa in scena della messa in scena, il cinema che si fa metacinema in un riuscito miscuglio creativo.

Si arriva poi all’ultima e probabilmente migliore fase di questo ambizioso prodotto made in Japan. Una fase in cui viene mostrato, da un punto di vista esterno, lo svolgimento del corto iniziale nella sua interezza. Un susseguirsi frenetico e spassoso di azioni e reazioni, una critica all’ossessione per la ricerca di un’autenticità forzata e alla pretesa di vedere arte anche dove di essa non v’è traccia.

Il regista giapponese naviga con abilità sul confine tra vari generi

A visione conclusa si viene presi da un’irrefrenabile voglia di alzarsi applaudendo fortissimo. Una cosa peraltro successa in giro per i vari festival, evento sempre più raro di questi tempi. Chiamato anche il The Blair Witch Project del Sol Levante, la pellicola di Ueda rappresenta qualcosa di più. E’ al tempo stesso: splatter-movie e commedia, saggio di abilità registiche e di scrittura sopra la media, calderone di idee che non scade mai nel banale ma ne fa un punto di partenza strizzando sempre un occhio al pubblico.

L’opera in questione riesce in qualcosa di arduo. Trasmette la voglia, l’entusiasmo e la passione di fare cinema a chi il cinema non lo fa. E questo risulta, probabilmente, il suo più grosso pregio. Consigliato per i fan del genere e non.

Zombie contro Zombie sarà nei cinema solo il 7,8 e 9 novembre distribuito da Tucker Film.

Scritto da Emanuele Perrone

 

 

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fonte immagine: Ufficio stampa Aigor.

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