I 10 derby di Manchester più belli di sempre
In occasione dell’attesissima sfida di sabato, tra i “Red Devils” di Josè Mourinho e gli “Sky Blues” di Pep Guardiola, ripercorriamo in dieci tappe la storia dell’acerrima rivalità calcistica di Manchester, arrivata alla sfida numero 171.
Tra Sir Matt Busby Way, casa del Manchester United, e Ashton New Road, dimora del Manchester City, intercorrono appena sette chilometri. Questi settemila metri – dieci minuti di macchina – sono sufficienti a disegnare un solco profondissimo nelle radici calcistiche di questa città. Da una parte i Red Devils hanno scritto pagine importanti della storia di questo sport, ergendosi, soprattutto sotto la guida di Sir Alex Ferguson, a monumento del calcio internazionale, conquistando38 trofei in 27 anni di gestione. Dall’altra parte, invece, abbiamo gli Sky Blues, una società ricca di tradizioni, contrariamente a quanto si dice, ma con pochi titoli nel secolo scorso.

L’avvento dello sceicco Al Mansour ha portato, in pochi anni, i Blues alla ribalta, essendo riusciti a passare dal ruolo di comparse a quello di protagonisti costanti della lotta per il titolo in Premier, aggiungendo, oltre al fascino di una delle partite più intriganti al mondo, anche uno scontro tecnico di altissimo livello.
Per celebrare questa sfida, vi riproponiamo i dieci derby più appassionanti di sempre. Ve li ricordate proprio tutti?
6 Novembre 1971: Manchester City 3-3 Manchester United.
Le squadre si affrontato rispettivamente da prima e terza del campionato di First Division, con due rose attrezzate per competere ai massimi livelli. E’ lo united di Bobby Charlton e George Best ad andare in vantaggio con il gol del debuttante Sammy McIlroy, ma il City, costretto a rincorrere prima sul 2-0 e poi sul 3-2, grazie al trio composto da Francis Lee, Mike Semmerbee e Colin Bell, riesce ad acciuffare un insperato pareggio nel finale. Il risultato rimane in cassaforte fino al fischio finale grazie, sopratutto, al portiere del City Stepney, che, con una serie di grandi interventi, sbarra la porta degli Sky Blues, negando la vittoria allo United.
Il Manchester City terminerà il campionato addirittura in seconda posizione, dietro al vincente Derby County, mentre il Manchester United si piazzerà solamente al quarto posto.
27 Aprile 1974, Manchester United 0-1 Manchester City.
Il calcio, delle volte, racconta delle storie incredibili. E’ il 1960 e Denis Law, fortissimo attaccante Scozzese dell’Huddersfield, si trasferisce al Manchester City per la somma record di 50 mila sterline; dopo un solo anno, però, decide di cambiare aria, direzione Torino. Dodici mesi ancora ed eccolo di ritorno a Manchester, sponda Red Devils. In maglia rossa colleziona un pallone d’oro, 404 presenze e 237 gol.

Nel 1974 l’allenatore Docherty decide che per Law non c’è più spazio. Così l’ultima stagione da professionista Law non può che giocarla con i cugini del Manchester City. E all’ultima giornata, ironia della sorte, c’è il derby ad Old Trafford. Lo United deve assolutamente vincere per evitare la retrocessione in Second Division, dopo trentasette anni consecutivi nella massima seria.
E la storia si fa in pochi momenti. Minuto 80: il punteggio è ancora fisso sullo 0-0, quando Lee, dopo una discesa sulla fascia, mette in mezzo e Law, con un istintivo e geniale colpo di tacco, insacca, portando in vantaggio il City.
“Non mi sono mai sentito tanto depresso nella mia vita come in quel fine settimana. Dopo diciannove anni in cui ho dato tutto per fare gol ne avevo finalmente segnato uno che avrei desiderato non segnare”. Così Denis Law ha raccontato quei momenti pieni di emozione e di delusione, per aver tradito quel popolo che in più di dieci anni gli aveva dato tutto.
Dopo il gol, è invasione di campo. Gli ultimi minuti non si giocano. La polizia, dopo una seconda invasione di massa piuttosto violenta, convince l’arbitro a sancire la fine della partita in anticipo, facendola diventare la prima partita della storia del calcio inglese ad essere sospesa per intemperanze del pubblico.
La partita finisce con il City che esulta e con lo United che, invece, piange due volte, condannato da uno dei suoi idoli assoluti a salutare la First Division.

23 Settembre 1989, Manchester City 5-1 Manchester United.
Sulla panchina dello United, da due stagioni, si è seduto un uomo scozzese, tale Alex Ferguson. E’ stato preso per costruire una squadra vincente; dopo due anni, però, ancora non è arrivato alcun titolo, anzi. Molte sono state le delusioni in questo primo periodo, compreso il derby del 23 Settembre 1989.
Lo United è più forte, gli anni novanta hanno sempre raccontato questo, ma il City trova la partita perfetta approfittando della giornata nera della difesa Red Devils. Cinque gol subiti, uno solo segnato – bellissimo, tra l’altro – di Mark Hughes.
I tifosi dello United vogliono la testa di Ferguson su un piatto d’argento e il manager, che diventerà il più vincente della storia del campionato inglese, non si dà pace, sente di aver tradito la sua gente. Ma il giorno dopo – come la fenice che rinasce dalle proprie ceneri – al campo di allenamento le sue parole alla squadra sono quelle giuste: “Dopo questa partita ho capito una cosa: questa squadra quest’anno vincerà un titolo”.
Parole profetiche, perché il Manchester United conquisterà, a fine stagione, il primo dei 38 trofei conquistati con sir Alex Ferguson, andando a mettere in bacheca la FA Cup contro il Crystal Palace.
7 Novembre 1993, Manchester City 2-3 Manchester United.
La grandiosa “generazione del 1992” del Manchester United si sta affacciando prepotentemente al grande calcio. Dopo Eric Cantona, a Old Trafford approda anche Roy Keane, mentre un certo Ryan Giggs è già titolare da un paio di stagioni.
Lo United arriva al Maine Road da campione in carica, ma fresco di eliminazione dalla Coppa dei Campioni per mano del Galatasaray. La botta psicologica si fa sentire, e il Manchester City, non

avendo nulla da perdere, gioca una partita gagliarda, andando addirittura in vantaggio di due reti con la doppietta di Nial Quinn.
La partita sembra in controllo, fino a quando non si manifesta la superiorità tecnica degli uomini di Ferguson. Cantona pareggia con una splendida doppietta, ma il gol decisivo arriva da quel ragazzo irlandese che diventerà un colosso del centrocampo dei Red Devils, quel Roy Keane che realizzerà in totale 33 gol in 323 partite di Premier League. 2-3, fischio finale.
10 Novembre 1994, Manchester United 5-0 Manchester City.
Demolition Derby. Questo è il titolo che hanno affibbiato a questa partita. Un 5-0 che non lascia spazio a repliche, che può essere inteso come una rivincita del 5-1 di cinque anni prima. In realtà questa è stata la partita che, probabilmente, ha sancito una superiorità che fino al giorno prima era rimasta solamente nell’immaginario collettivo. Lo spettacolo è disegnato dalla coppia d’attacco Red Devils, un tandem micidiale rappresentato dal solito Eric Cantona e da Kanchelskis, unico ad aver segnato nei derby di Livepool, Glasgow e Manchester – appunto.
Doppietta per il francese e, addirittura, Hat-Trick per il giocatore sovietico. Old Trafford ha avuto la sua rivincita.
20 Settembre 2009, Manchester United 4-3 Manchester city.
“The best Derby of all time”. Così Alex Ferguson, nel post partita, descriveva l’andamento di una delle partite più belle di sempre.
Tantissime le assenze per i Red Devils, da Scholes passando per Hargreaves e Carrick. Dopo un primo tempo conclusosi sul punteggio di 1-1, il secondo tempo regala emozioni a non finire. La doppietta dello scozzese Fletcher, con in mezzo il gol di Craig Bellamy, sembra aver messo in ghiaccio il risultato. Ma proprio al novantesimo ecco che arriva il gol del pareggio, con ancora Bellamy che scrive per la seconda volta il suo nome tra le fila dei marcatori.
Al sesto minuto di recupero, però, accade l’incredibile. Un ragazzo, entrato dalla panchina al minuto 78 al posto di Dimitar Berbatov, decide che è ancora troppo presto per lasciare l’Olimpo dei grandi. E’ il giorno della sua rivincita. Michael Owen, su assist di uno straordinario Rooney, piazza l’ultimo pallone della partita alle spalle di Shay Given.
Game set and match, per usare un’espressione tennistica, e Old Trafford che cade ai piedi di Owen. Sarà l’ultimo grande ruggito della carriera del Golden Boy.

7 Agosto 2011, Manchester City 2-3 United.
Lasciamo per un istante la cornice della Premier League, per raccontare il primo vero derby “moderno”. Ovvero la prima sfida della nuova gestione Citizen, dove lo sceicco Mansour ha portato giocatori del calibro di Balotelli, Tevez, Dzeko, Aguero e David Silva: praticamente un’armata.
Si gioca a Wembley e c’è in palio il primo trofeo della stagione: il Community Shield. Si affrontano la vincente della Premier League, ovvero il Manchester United, e la vincente della FA Cup, la coppa nazionale, il Manchester City allenato da Roberto Mancini. La partita è scoppiettante e il City chiude meritatamente il primo tempo in vantaggio con i gol di Lescott e Dzeko.
Ma nel secondo tempo lo United rientra rigenerato, e, con i gol di Smalling e Nani, acciuffa il pareggio dopo soli quindici minuti della ripresa.
La partita rimane bloccata, anche se molto combattuta. Ed è proprio quando lo spettro dei tempi supplementari aleggia sul manto di Wembley, che questa partita si tinge ancora di magia.
Minuto 94: una palla vagante a centrocampo, Nani si avventa sul pallone, ruba il tempo ad un goffo Kompany e, dopo aver cavalcato per quaranta metri palla al piede, salta Hart, depositando in rete il gol vittoria per lo United.
I Red Devils conquistano così il loro secondo Community Shields consecutivo, stavolta ai danni degli “odiati cugini”.

23 Ottobre 2011, Manchester United 1-6 Manchester City.
Nel calcio non c’è rivincita, è il bello e il brutto di questo sport. Ma la vittoria schiacciante del City ad Old Trafford è un chiaro messaggio al calcio inglese: la musica sta cambiando.
Segnano Balotelli (due volte), Aguero, Silva, e (ancora per due volte) Dzeko, subentrato a Balotelli. Inutile, seppur bellissimo, il gol della bandiera di Fletcher.
Una partita senza storia, con il Manchester United umiliato davanti ai propri tifosi, e il City che da questa netta presa di posizione arriverà ad alzare il titolo all’ultima giornata, proprio sul Manchester United.
12 Febbraio 2011, Manchester United 2-1 Manchester City.
Partita tesa, bloccata. C’è meno spettacolo del solito. Il risultato è inchiodato sull’ 1-1 per 78 minuti. Classica sfida che può essere sbloccata solamente da un episodio o da una giocata del campione.
Nani ha palla sulla destra, alza la testa e vede il taglio di Rooney all’altezza del dischetto del rigore; lo serve, la palla è un po’ corta ma Rooney, con un’incredibile rovesciata, spedisce il pallone sotto l’incrocio dei pali, firmando uno dei gol più belli della storia.
Old Trafford impazzisce. Triplice fischio finale e l’emozione è tutta per lui: Wayne Rooney. Uno di quegli ultimi (pochi) campioni rimasti, in grado di far cambiare l’esito di una partita con una sola giocata.
9 Dicembre 2012, Manchester city 2-3 Manchester United.
E’ ancora battaglia per il titolo, ed è un altra partita mozzafiato. Lo united schiera davanti, per la prima volta, il tandem Rooney-Van Persie. Il City ha le sue solite, ormai, certezze.

Il primo tempo è a marchio Red Devils, con la doppietta di Rooney che manda lo United in vantaggio di due gol all’intervallo. Ma il City ha un gran cuore – l’ha dimostrato nell’ultima storica giornata del campionato passato, con la rimonta da sogno al QPR – e rimonta sul 2-2 con i gol di un inesauribile Yaya Tourè e Pablo Zabaleta.
Ma questa partita ci ha abituato a colpi di scena improvvisi, e la regola viene puntualmente rispettata. Punizione dal lato destro, sul pallone Robin Van Persie: calcia sul secondo palo, una deviazione, e Hart è battuto.
3-2, ancora una volta. Lo United sbanca, come sempre, nei finali di gara. Il derby è suo.
Quest’anno è Mourinho contro Guardiola.
Oltre al solito fascino che regala una partita ed un ambiente del genere, la stagione appena iniziata vede anche il confronto diretto tra jose Mourinho e Pep Guardiola. I due allenatori di City e United sono così diversi dal punto di vista tattico ma, allo stesso tempo, così simili per la mentalità vincente che li contraddistingue. Dopo aver conquistato la Spagna, sono pronti a prendersi – Mourinho l’ha già fatto! – anche il paese della regina.
Sarà inoltre la partita più costosa della storia, con ben 733 milioni di euro in campo. Tutto fa presagire, quindi, ad un altro derby ad altissimo tasso qualitativo. Lo spettacolo è assicurato.
City-United, it’s derby time.
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