11 Settembre, 10 anni dopo

Ricordo come fosse ieri l’11 settembre. Ero a casa di mia nonna e guardavo la televisione. Il programma che stavo guardando fu interrotto da un’edizione straordinaria del TG3. Confesso che la cosa non mi fece piacere: avevo 7 anni e avrei preferito vedere il mio programma preferito, non un telegiornale. Nonostante questo non spensi la tv, guardai incredulo tutta la diretta e vidi crollare le due torri, che conoscevo grazie a qualche film. Non capivo cosa stesse succedendo. Ma avevo capito due cose, la gravità della situazione e il fatto che qualcosa, dopo questo evento, sarebbe cambiato.

L’attentato terroristico alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 non si è limitato a spargere sangue e morte. Ha posto fine ad un’era, chiudendo il 1900 e dando il via al nuovo millennio. Un evento di tale importanza storica che, un domani, le generazioni a venire lo considereranno uno spartiacque tra il mondo di prima e quello del terzo millennio.

Con il crollo delle torri, infatti, è crollato il mito della stabilità dell’occidente.  Chi credeva che mai il terrorismo, che fino ad allora aveva operato solo in territorio arabo e mediterraneo, avrebbe toccato l’occidente nel vivo, colpendolo proprio nel centro del suo potere, è stato smentito dai fatti. Fino al giorno prima dell’attentato, ci sentivamo sicuri e percepivamo la minaccia dell’islam radicale come lontana e remota. Da quell’evento in poi abbiamo smesso di sentirci al riparo e abbiamo visto in pericolo le nostre vite.

L’11 settembre ci ha scioccato e il cambiamento che abbiamo subìto lo percepiamo tutti i giorni, ma si osserva soprattutto nel campo della sicurezza. La verità è questa: abbiamo rinunciato ad una parte della nostra libertà in cambio della sicurezza. Non che la cosa sia del tutto sbagliata, non c’è nulla di che mi preoccupa all’idea di rinunciare ad un po’ di libertà per poter dormire sonni più tranquilli. Il problema è che il fenomeno ha raggiunto proporzioni troppo grosse per poterne uscire indenni. Siamo arrivati a rinunciare ai nostri diritti fondamentali, come dimostra in modo “magistrale” il caso di Guantanamo e le sue”torture legali”. La libertà è posta in secondo piano e questa è l’anticamera di ogni regime. Negli anni ’20 abbiamo l’Italia ha accettato una dittatura in cambio della stabilità economica e politica. Domani, chissà, la situazione potrebbe degenerare. Saremo sicuri, ma non più liberi.

Non possiamo sapere cosa ci aspetta in futuro, visti quanti sono stati gli avvenimenti di questi 10 lunghi anni. Ma da questo decennio (e dagli errori che abbiamo compiuto) possiamo trarre una lezione. Con la violenza non si ottiene nulla. Non hanno raggiunto i loro obiettivi i terroristi, che speravano di mettere in ginocchio per sempre l’occidente. Nemmeno noi abbiamo ottenuto ciò che volevamo, pur avendo sparso sangue innocente e perso molte vite. Al decennale dall’attentato alle Torri l’occidente è chiamato ad una sfida, cambiare atteggiamento, per evitare che altri 10 anni passino invano.

GIORGIO MANTOAN

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